CAPITOLO 28- IL MIO NUOVO CAPO

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Il risveglio di sabato è come un premio per me. Mi alzo pimpante dal letto e accendo la radio, le note di 'what a wonderful world' risuonano per la stanza, come fosse una coincidenza, subito mi torna in mente il concerto della sera precedente. Com'era possibile che Elliot avesse due personalità così differenti? Cioè, fino alla scorsa sera era un bastardo di prima categoria, poi, tutto d'un tratto è cambiato.
Mentre sorseggio il mio caffè macchiato mattutino mi vibra il cellulare, è un messaggio da parte di David. Oh diamine David!

David: che fai stamattina?

Lily: nulla, se vuoi possiamo andare a fare colazione al Lemon Tree

David: passo da te tra dieci minuti

Mi preparo alla velocità della luce dando moltissima attenzione ai particolari. Il mio volto ben truccato fa poco risaltare la pelle chiara, i miei capelli, prima arruffati, sono diventati una massa di spaghetti e i jeans stretti delineano bene le mie forme. Scendo le scale titubante e arrivo alla porta dove, dopo esattamente dieci minuti, aprendola vedo David con un mazzo di margherite in mano.

<Cosa sarebbero quelle scusa?> Chiedo quasi divertita <dovevo pur fare un regalo alla mia neo ragazza>
<ragazza? Stiamo insieme? Sul serio?> Domando incredula <ehi ehi, bellezza, troppe domande e, se non ti dispice, sì, sei la mia ragazza> afferma sfoggiando un sorriso smagliante <n-no, non mi dispiace di certo> fingo un sorrisetto; solo perchè mi ha colto di sorpresa, sennò sono felicissima. Mi bacia sulla guancia e mi porge il mazzo di fiori che io ripongo in un vaso nel cortile.
Usciamo come una normalissima coppietta e andiamo a fare colazione come tale.

Il Lemon Tree è gremito di persone, il sabato è sempre così, e facciamo abbastanza fatica a trovare un tavolo libero. <Allora. Come ti senti dopo la tua promozione?>
<Direi abbastanza bene, insomma, la attendevo da un secolo lo sai>
<amore, ti chiedo scusa se all'inizio ti ho trattata male, non era mia intenzione ma dovevo essere obiettivo> dice facendo la faccia da cane bastonato <poi Parigi è stata una grandissima occasione per il nostro rapporto.Non ti pare?> Parla invano perchè non lo sto ascoltando. Ascolto in continuazione i miei pensieri e riesco a pensare solo al concerto. Però, ora, ho un ragazzo e non voglio sprecare l'occasione con David per un'idiota che cambia dal giorno alla notte. <Lil? Mi senti?>
<David, perchè questo cambiamento repentino? Insomma i fiori, la colazione, mi sa tanto di rapporto costruito. Tu non sei così: tu sei lo stronzo che fuma e si fa le ragazze nel suo ufficio, sei l'uomo d'affari più tosto che esista. E ora? Vuoi dirmi che hai trovato l'amore e sei diventato un angelo sceso in terra? Ah poi, un'altra cosa bell'imbusto: da quando in qua mi chiami Lil?> Domando indifferente <beh..io ti amo Linda...va meglio?>
<Certamente. Non credi che stiamo correndo un po' troppo David?> Chiedo <no, non penso, abbiamo aspettato fin troppo> io invece la penso diversamente, David non mi ha mai dato corda più di tanto. Non so niente su di lui, non conosco i suoi interessi e le sue paure, mi sembra sempre così..così..finto, ecco, finto, ma io ne sono innamorata e ripeto, Dio mi ha dato una possibilità con lui e non posso sprecarla così. <Va bene David, ti credo, ti amo anche io. Mi dispiace di essere stata così avventata nei tuoi confronti> dico rattristata <ma che ti prende oggi? Sei diversa> Recita affranto <no no, io sono sempre la stessa, piuttosto tu che hai>
<il nostro primo litigio Lil>
<sai cosa? Mi hai stufato...per te io sono Lidia, LIDIA!! Non sono Lil. Sono Lil per Lisa, Alex ma di certo non per te. Ci vediamo David>
Ma come diamine osa trattarmi come la sua bambolina wodoo, io sono una persona. Arriva di punto in bianco e si definisce il mio ragazzo, mi bacia, mi porta i fiori, che falsità in una sola persona. Dopo che mi ha fatto patire per settimane ecco il risultato, pff...
Senza pensarci due volte prendo il cellulare e telefono l'unica persona che mi capisce sempre, che mi ha sempre aiutato e a cui non ho dato abbastanza importanza durante questi anni.
<Linda cara, ma perchè piangi, cosa è successo?> Sentire la sua voce mi fa annegare immediatamente in un fiume di lacrime, ne ho passate fin troppe e ho ancora troppi segreti da scoprire.
<Mamma...mi sei mancata tanto, vieni da me a New York, ti prego> dico singhiozzando <tesoro ma cosa dici, su ora calmati, e bevi un bel caffè> mi consiglia lei con voce dolce, materna, <come mi conosci bene mammina. Era un po' che volevo chiamarti, come sta il papà, e Valeria?> Svio il discorso
<Il papà sta benissimo, Valeria si sta riprendendo>
<mi mancate da morire>
<si amore anche tu. Mi spieghi cosa ti è successo?> Le racconto l'accaduto, tutta la mia vita a New York; la conoscenza di Alex e Liz; di Henry e dell'arrivo di Giova nella mia vita; di David; di Parigi e di...Elliot. <Quante cose mi sono persa della mia bambina>
<sì mamma, hai ragione, mi manchi, vieni una settimana da me, ti prego>
<aspetta qualche giorno e ti abbraccio forte.>Chiude la chiamata e smetto di piangere, sentire la voce di mia madre mi ha rincuorato, e non poco, sono finalmente di nuovo in garreggiata.

PER LE STRADE DI NEW YORK Where stories live. Discover now