Abito rosso

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"Quell'uomo è un fottuto genio" esclamò Clarissa dopo aver udito il racconto dell'amica "Anticipare le mosse di quello psicopatico: genio!"
Irene sorrise, dopo giorni passati tra silenzio e ansia finalmente sorrideva.
"Penso che il nostro Presidente sia molto furbo: ha colto l'occasione per tirarvi fuori dai guai e al contempo per invitarti al vostro primo evento ufficiale come coppia"

L'espressione di Irene cambiò da un momento all'altro e il panico la invase "Oh mio dio Clari!" esclamò "Sarà una serata di gala con le persone più influenti di Roma e io.. Oddio ma cosa mi metto? Come mi presento? Non so niente di queste cose!"

Clarissa in tutta risposta si alzò e tornò con una bottiglia di vino e due calici "Abbiamo 24 ore per imparare"
Passarono la serara a guardare filmati di celebrità che solcavano i red carpet, a osservare ogni loro mossa, prendendo appunti come se fossero in aula, tra un bicchiere di vino e l'altro.

Fu una serata strana, ma fu incredibilmente divertente soprattutto perché Clarissa non regge molto il vino e Irene fu costretta a riaccompagnarla in camera trascinandola quasi di peso.

Il giorno seguente Irene si svegliò presto, emozionata e agitata come lo era stata raramente nella sua vita.
Mentre faceva colazione qualcuno suonò il campanello: un uomo in completo teneva in mano una busta, senza dargli spiegazioni né altro le lasciò la busta in mano. Dubbiosa Irene richiuse la porta e analizzò il pacchetto che teneva in mano: era una confezione di Chanel e attaccato c'era un biglietto:

"Non so quali siano i tuoi gusti, ma ho notato che il rosso ti sta d'incanto.
Spero ti piaccia.
Giuseppe"

Irene aprì il pacchetto con le mani tremanti e vide il più bel vestito che mai le fosse capitato davanti.

Iniziò a urlare il nome di Clarissa la quale, appena svegliata, corse in cucina credendo si fosse verificata chissà quale catastrofe.
Trovò Irene con un meraviglioso vestito rosso in mano e gli occhi lucidi
"Non dirmi che è un suo regalo.." disse Clarissa aguzzando la vista
"Sì!" esclamò Irene volteggiano col vestito ancora in mano "Ti rendi conto?!"
Clarissa rimase a bocca aperta e convinse l'amica a provarlo immediatamente.

L'abito era di un rosso fiammante, uno scollo a v che mostrava le curve ma senza apparire volgare, una gonna piuttosto ampia e uno scollo sulla schiena non particolarmente profondo.
"Sei veramente uno schianto" ammise Clarissa continuando a toccare la pregiata stoffa del vestito, Irene sorrise "Dici a me o al vestito?"
"Beh al vestito " rispose Clarissa accarezzandolo come se fosse un animale domestico.
Irene si tolse l'abito, lo rispose con cura e prese subito il cellulare

<<Grazie Giuseppe, non dovevi>>

<<Non dovevo, volevo>>

In quel momento nemmeno i 14 messaggi di Simone la potevano turbare, semplicemente li ignorò e iniziò a pensare alla serata che la attendeva.

Qualche ora prima dell'evento le arrivò un nuovo messaggio

<<Ti vengo a prendere alle 21>> le scrisse Giuseppe

Irene sorrise con aria sognante iniziando a svuotare l'armadio da tutte le scarpe che possedeva e passando in rassegna ogni prodotto per il trucco che fosse in suo possesso.

Riuscì a prepararsi in tempo grazie all'aiuto prezioso di Clarissa: trucco leggero accompagnato da un rossetto rosso perfettamente abbinato al vestito e i lunghi capelli castani raccolti in uno chignon morbido che lasciava libere le ciocche davanti: sembrava più grande di qualche anno e fu felice del risultato dato che sapeva perfettamente quanto i giornalisti avrebbero ironizzato sulla sua età.

Mentre faceva questi pensieri le arrivò un nuovo messaggio da Simone, probabilmente era furioso, e si sentì in colpa per Giuseppe e per l' esposizione mediatica a cui si era sottoposto a causa di quel cretino del suo ex.
Non fece in tempo a formulare altri pensieri negativi che le arrivò un nuovo messaggio, stavolta di Giuseppe

<<Sono qui>>

Irene scese le scale del condominio mentre Clarissa le urlava dietro gli ultimi consigli per la serata, la sua dirimpettaia, uscita sul pianerottolo per caso, la vide così elegante e rimase stupita, ma Irene non aveva tempo né intenzione di spiegare.

Quando scese notò che appoggiato alla berlina c'era Giuseppe, non il suo autista, le prese la mano e gliela baciò, com'era suo uso.
"Sei bellissima" disse semplicemente guardandola da capo a piedi
"Grazie Giuseppe, per tutto"
Lui le aprì la portiera dell'auto con un radioso sorriso in volto e la fece accomodare seguendola a ruota.
Non appena si furono sistemati sui sedili dell'auto l'autista partì alla volta del Teatro Argentina.

Irene era molto tesa, continuava a picchiettare nervosamente le dita sulle sue ginocchia, così Giuseppe le prese le mani tre le sue "So che questa situazione ti mette un po' di agitazione, ma sei stupenda, cosa potrebbero mai dire di male?"
Irene sorrise debolmente, troppo presa ad immaginarsi le peggiori catastrofi.

"Ci faranno molte foto, è vero, e si avvicineranno per fare domande, di ogni genere, dal Governo alla mia compagnia di stasera, ma non risponderò, la sicurezza non li farà avvicinare più del dovuto"
Irene annuì sforzandosi di apparire più rilassata, Giuseppe si avvicinò e le baciò la guancia "Vorrei darti un bacio come si deve, ma ti sei messa quel maledetto rossetto" e Irene scoppiò a ridere.

Mr President in love || Giuseppe ConteWhere stories live. Discover now