E se l'amore non bastasse?

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"Vale!" esclamò l'uomo alzando una mano verso la donna, lei gliela prese tra le sue "Giuse"

Giuse?

Lo guardò qualche istante con fare affettuoso, quasi materno "Ma che combini Giuse? Ti fai picchiare dai fascisti ora? Guarda che non sei più all'università" le disse lei scherzando di un passato che Irene non conosceva, di una vita di cui Irene non aveva fatto parte; in tutta risposta Giuseppe sorrise.

Rocco si avvicinò a Valentina baciandole le guance, dopo diversi affettuosi convenevoli Valentina guardò Irene
"Ciao Irene"
"C-ciao Valentina" rispose frettolosamente Irene alzandosi in piedi, quasi fosse una studentessa dinnanzi alla sua professoressa, la donna le sorrise cordialmente.
"C'è Niccolò?" domandò Giuseppe con una voce più salda, probabilmente l'effetto degli antidolorifici stava scemando "No, non pensavo fosse il caso"
"Hai fatto bene, ma lui lo sa?"
Valentina scosse la testa "Gliene parlerò con calma stasera a cena"
Giuseppe poggiò di nuovo la testa sul cuscino e Valentina gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte con dolcezza, Giuseppe le sorrise ancora.

"Che ti hanno detto?"
"Sto bene"
"Non hai risposto"
"Non ti serve sapere altro" rispose prontamente Giuseppe chiudendo gli occhi, la mano di Valentina ancora sulla fasciatura giocherellava con i suoi capelli, lui si beava di quei tocchi.
"Ho capito da chi ha preso Niccolò la sua capacità di eludere le domande"
Giuseppe sorrise mantenendo gli occhi chiusi.

Irene non riusciva a smettere di guardarli senza sentirsi di troppo.
Le mani di lei che avevano tormentato i suoi pensieri per giorni prima della sua rottura con Giuseppe adesso erano di nuovo davanti a lei.
Di nuovo toccavano l'uomo che amava.
Di nuovo lui la lasciava fare.
Lei aveva il sorriso materno, dolce, capace di consolare, Irene invece era la giovane donna che aveva pianto spaventata in sala d'aspetto e tra le braccia di Rocco.

Fu proprio la semplicità di quel gesto, compiuto quasi con distrazione, con familiarità, come se fosse un gesto di tutti i giorni a far battere forte il cuore di Irene, a farle venire un nodo in gola difficile da mandare giù.

Se lei si fosse presentata con un vestito attillato, l'aria provocante e le peggiori intenzioni avrebbe potuto manifestare la sua gelosia, e avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo.

In questo caso lei stava semplicemente accarezzando il suo ex marito, il padre di suo figlio che era rimasto ferito.
Lei non aveva dovuto mostrare i documenti alla sicurezza per passare, tutti sapevano chi fosse.
Irene invece era spesso scambiata per un'assistente o una parente da tutti coloro che non leggessero riviste di gossip.

Si era fatta piccola piccola contro al muro, avrebbe voluto sparirci dentro.
Si sentiva la nota stonata di un pezzo che da solo funzionava alla perfezione.
Riusciva soltanto a fissare la mano di Valentina sulla fronte di Giuseppe che eseguiva gli stessi movimenti ritmici mentre Giuseppe le stringeva l'altra.

La mano che prima teneva stretta dentro quelle di Irene.

Mani.

Come potevano della mani fare così male?

La porta si aprì ed entrò il medico che aveva assistito per primo Conte, avrebbe preferito veder entrare la dottoressa dall'aria gentile.

"Signora Conte" disse il medico stringendo la mano di Valentina che rispose prontamente con un po' di imbarazzo "C'è un equivoco, io sono la ex moglie"
Le guance dell'uomo assunsero un colore vermiglio e tentò di giustificarsi "Scusate, mi aveva detto la mia collega che c'era la compagna del Presidente"
"S-Sono io"
Il medico la squadrò dalla testa ai piedi con l'aria interrogativa "Mi perdoni per l'inconveniente" biascicò il dottore mentre tuffava il viso magro dentro la cartella degli esami.

Mr President in love || Giuseppe ConteDonde viven las historias. Descúbrelo ahora