Mentre camminavano, Luke sembrava perso nei suoi pensieri.
Gli occhi grigi che fissavano la strada davanti a sé, camminava con un'espressione determinata, ma allo stesso tempo terrificante. Tutti i passanti, vedendo il suo volto, si scansavano, lasciandolo passare senza dire nulla.
Caroline rimase alle sue spalle, cercando di non farsi vedere. Non sapeva se avessero già fatto vedere una sua immagine al telegiornale, appena scoperta la fuga, ma per sicurezza si coprì il volto il più possibile.
-Dove stiamo andando?- domandò.
-Fai silenzio. Appena arriveremo lo saprai.- rispose senza girarsi.
-Voglio saperlo ora.-
Si fermò, puntando i piedi a terra.
Non aveva un vero motivo per insistere. In verità volela solo vedere se Luke l'avrebbe lasciata lì, stanco del suo comportamento, o se avrebbe provato a convincerla a seguirlo ancora.
Non erano in molti quelli che erano riusciti a sopportare il suo comportamento per più di poche ore...
Anzi, probabilmente Tiffany era l'unica.
-Ti hanno mai insegnato a rispettare gli ordini?- chiese il ragazzo voltandosi.
-Sono appena stata accusata di omicidio. Ti puoi rispondere da solo.-
Improvvisamente, Luke svoltò in un altro vicolo poco illuminato, e lei lo seguì a ruota.
Arrivò davanti all'entrata posteriore di uno dei negozi che affacciavano sulla via principale e bussò un paio di volte. I colpi risuonarono sul metallo, seguiti dal silenzio.
Caroline satava per chiedere a Luke se era sicuro che ci fosse qualcuno nel bar a quell'ora, quando la porta si aprì cigolando.
Sulla soglia si stagliò la figura di un uomo corpulento e con le spalle larghe, un tatuaggio sul lato del collo e una barba folta e scura. Indossava un grembiule da cucina, sporco di chiazze scure piuttosto sospette.
-Buongiorno Max!- disse Luke, cercando di entrare, inutilmente.
-Sei in ritardo.- replicò l'uomo, senza muovere un muscolo.
-Ehm, sì, lo so bene. Ma vedi, ci sono state delle complicazioni...-
-Sei sporco di sangue, e la polizia ti sta cercando. Ti sei fatto riprendere da alcune telecamere.-
Luke imprecò sottovoce, tirando un sospiro rassegnato.
-Ma ho preso la ragazza, non ha un graffio e sta benissimo!- la prese per un polso e la mise affianco a lui, davanti all'uomo.
Quest'ultimo la scrutò dall'alto. Era almeno tre spanne più alto di lei.
Catoline pensò che fosse un ex giocatore di rugby, oppure uno di quei macellai pazzi che compaiono ogni tanto nei film horror.
Sorprendente, l'uomo le sorrise e si scostò per farli entrare, senza però scoccare un'occhiata truce a Luke.
-Hai ucciso un poliziotto. La missione prevedeva un prelievo pulito e senza morti!- lo rimproverò appena si chiusero la porta alle spalle.
-Lo so, lo so! Ma non ho potuto farci nulla, ero già in ritardo. -
Si trovavano nel retro di un bar, e dall'odore, Caroline capì quale.
Si voltò, riconoscendo l'uomo con un po' di ritardo.
-Tu sei il proprietario del bar "Red Coffee" giusto?-
L'uomo sorrise di nuovo, e dallo sguardo comprese che era contento che lo avesse riconosciuto.
-Noi ci siamo già visti Caroline. Ogni mattina venivi qui a prendere un caffè prima di andare a scuola.-
Erano molto più vicini a casa sua di quanto la ragazza sperasse, ma decise di ometterlo dalla conversazione.
Il proprietario del bar li condusse attraverso un'altra porta, rivelando una scalinata che scendeva nel buio.
-Mi volete portare in una cantina?- chiese Caroline rimanendo ferma sulla soglia della porta.
Luke scoppiò a ridere.
-So a cosa stai pensando. Tranquilla, non ti accadrà nulla.- ma lo disse con un sorriso che le fece solo venir voglia di tirargli un pugno.
Di malavoglia, li seguì nell'oscurità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2020 ⏰

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