CINQUE

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Io voglio urlare, forte come il mare. Tu non mi puoi fermare, questa voce nessuno la spegne.
La Mia Voce (Aladdin 2019)

Mi alzai presto quella mattina: il sole aveva appena iniziato a sorgere, colorando d'oro le case vicino la mia. Avevamo programmato di andare al mare presto, per poter respirare l'aria pura e fresca del mattino. Avevo preparato le borse la sera prima e giusto il tempo di prepararci e ci incamminammo verso il nostro lido, Lo Smeraldo.
La giornata proseguì tranquilla come le altre, fino a che la sera mio padre non fece una chiamata ai suoi genitori: mamma subito si allontanò e mi trascinò con sé. Quando volli tornare in sala da pranzo per fare un saluto ai miei nonni la donna mi prese per un braccio e a denti stretti mi disse «ancora non capisci, non devi parlare con loro, non ti hanno mai voluta!» mentre diceva questo tremavo e piangevo, implorandola di farmeli salutare ma nulla da fare, ricevetti solo uno schiaffo in faccia. Finito di chiacchierare con i suoi genitori papà ci raggiunse in camera e disse a mia madre «eddai amò, falla parlare con i nonni, è giusto così! Non è bello quando si sta tutti bene insieme?» mia madre lo guardò con aria minacciosa «lei fa quello che le dico io» concluse. La discussione finì lì e tutto sembrava tornare alla normalità.

Ci furono episodi peggiori di questo: in primavera, a pranzo con tutta la famiglia di mio padre, mia madre e nonna Lucia iniziarono a litigare ed a insultarsi a vicenda. Il tutto successe perché mamma voleva avere a tutti i costi ragione su qualsiasi cosa, se poi la cosa in questione è la politica apriti cielo!
Tentai insieme a mio padre e nonno Fortunato di calmarle ma nulla sembrava funzionare. Alla fine fui io a prendere dolcemente mia madre per mano e ad ammettere il suo torto. Lei mi baciò sulla fronte e mi sussurrò «hai ragione amore della mamma» e tutto tornò tranquillo.
La mattina seguente mentre papà stava facendo la spesa mia madre mi chiamò dalla cucina e, dopo avermi presa per i capelli mi urlò «mi fai schifo, hai dato ragione a quelli, traditrice!» io rimasi scioccata «ma al ristorante hai detto che avevi torto e mi hai anche baciato in fronte»
Lei mi guardò fissa nelle pupille «certo, dovevo recitare la parte della pentita» rispose «adesso quando torna quell'altro testa di cazzo gli faccio vedere io cosa vuol dire amare una donna». La interruppi « cosa vuol dire? Dire di sì a tutto senza poter avere un'opinione diversa e confrontarsi senza incazzarsi ogni volta?» gridai.
La sua risposta non si fece attendere «sì. Mio marito mi avrebbe dovuto difendere e non l'ha fatto. È stato zitto di fronte ad un atto di violenza  verbale ad una donna» io non risposi, non ne avevo la forza e il coraggio. Avrei solo peggiorato le cose.
Tornai in camera, mi buttai sul letto e con Ermal Meta nelle orecchie cercai di distendere i nervi. Non so come ma mentre ascoltavo quella voce calma e pacata mi sentii invasa da una nuova energia positiva.
Come sapeva fare solo lui con la sua musica, non lo ringrazierò mai abbastanza e se un giorno dovessi incontrarlo sarebbe la prima cosa che gli direi.







Spazio Autrice:
Ciao belli, come va? Allora sto riscrivendo tutta la storia perché ho avuto problemi tecnici con Wattpad. Ho allungato un po' di più i capitoli, specialmente questo. Spero che la storia vi piaccia, lasciate un voto e un commento se vi va.
A domani!.

Noemi.

Stringimi Più Forte Onde histórias criam vida. Descubra agora