Fiducia.

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Ambra si stava tamponando i capelli bagnati, girovagando per l'appartamento, quando la porta del bagno si aprì. Puntò il dito contro l'uomo seminudo che era uscito, accompagnato da una nuvola di vapore.

"La bolletta dell'acqua non la offre lo Stato, qui, come fanno con te. Quindi, cuore di panna, la prossima volta più veloce la doccia." Giuseppe alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi a lei e lasciandole un bacio sulla guancia.

"La prossima volta, possiamo risparmiare facendola insieme, la doccia."

"Sono molto interessata a questa proposta." Lui le carezzò un punto sulla spalla nuda, dove era rimasto il segno della sua bocca. Ambra imbronciò le labbra, leggermente offesa. Giuseppe sorrise, innocente.

"Lì ci sono una maglietta ed un pantaloncino che ti dovrebbero andare bene." Disse la ragazza, indicando una pila di robe sul letto. Lui annuì leggermente divertito, prendendole e rivestendosi di fronte ai suoi occhi increduli e bramosi.

Si accoccolarono sul divano, con un libro in mano, mentre l'intero palazzo, invece, andava a dormire. Ambra ruppe il silenzio.

"Hai pensato a quello che ti ho chiesto l'altro giorno?" Lui mugolò, continuando la lettura, così lei gli diede una gomitata per catturare la sua attenzione.

"Ahia. Ti stavo ascoltando."

"E cosa ti ho chiesto?" Ambra si sollevò dal suo petto, incrociando le braccia. Lui tentennò, preso alla sprovvista.

"Se era bello il libro?"

"Sei uno stronzo." Disse lei, con lo sguardo offeso. Giuseppe rise, prendendola per un braccio e riportandola sul suo petto, dove anche lei si sciolse in una risata.

"Cosa volevi sapere?" Chiese lui, baciandole i capelli ancora umidi. "Ti dovresti asciugare i capelli, ti prenderai un malanno."

"Sembri mio padre."

"Vuoi davvero dire che hai appena fatto sesso con tuo padre?" Sorrideva, sicuro della reazione che avrebbe avuto. E non sbagliò.

"Che schifo. Ti prego, fai finta che non ti abbia detto l'ultima cosa."

"Allora? Vuoi dirmi cosa mi dovevi chiedere o posso riprendere a leggere?" Chiese lui, sollevando il libro.

"Ti ho chiesto se hai pensato a quello che ti ho chiesto l'altro giorno?" Giuseppe la guardò confuso.

"A dir la verità mi hai chiesto tante cose e penso di averle esaudite quasi tutte, prima." Rispose maliziosamente, infilando una mano sotto la sua t-shirt e carezzandole il seno. Ambra alzò gli occhi al cielo, seppur divertita, lasciandolo continuare.

"Mi riferisco a domani. Vuoi venire alla festa con i miei amici?" Lui interruppe il contatto con la sua pelle, schiarendosi la gola.

"A proposito di questo."

"Lo prendo come un no, ho capito." Nonostante capisse, era leggermente delusa. Giuseppe le cinse il petto con il suo braccio, continuando a stare sotto di lei.

"Sai che mi piacerebbe, ma ho promesso a Niccolò che l'avremmo passato insieme a sua madre." Lei annuì comprensiva, lasciandogli un bacio sul braccio. "Ma non è questo il punto. Casalino sa di noi due." Disse, levandosi una piccola parte del peso che aveva ancora intenzione di togliersi. Ambra si raddrizzò, girandosi verso di lui, sorridendo.

"Davvero?" Chiese, speranzosa.

"Sì, ma non l'ha presa bene." Ammise, riluttante, Giuseppe. Il sorriso le morì in viso. "Pensa che tu sia troppo giovane e lo vede come un rischio perché i giornali credono ancora che io sia ancora legato ad Olivia." Si bloccò per scrutarla, per capire come stesse reagendo alla notizia. Ambra, dall'altra parte, non faceva trasparire nessun tipo di emozione, continuando a guardarlo apatica.

"Quindi? Cosa intendi fare? Penso che il tuo numero uno ti abbia proposto una soluzione." Disse, mantenendo un tono neutrale. Giuseppe si passò una mano fra i capelli, visibilmente a disagio.

"Effettivamente sì." Tentennò ancora, prima di continuare. "Mi ha chiesto di mantenere la cosa ancora segreta." Ambra inspirò.

"Giuseppe, la cosa, come l'hai chiamata tu, siamo io e te."

"Mi sono espresso male, lo sai." Si giustificò.

"Sorvoliamo. Come intendi mantenere una relazione come la nostra, segreta?" Chiese duramente. "La vedi almeno come una relazione?" L'ultima frase le uscì più supplichevole di quanto volesse. Lui piegò leggermente la testa di lato, guardandola con dolcezza. Le prese il viso fra le mani, baciandole la fronte.

"Certo che sì, Ambra. La vedo come una cosa meravigliosa. Dovresti sapere quanto mi piaci." Un silenzio aleggiò per qualche secondo, riempiendo lo spazio vuoto lasciato da una domanda o un'affermazione che nessuno dei due aveva intenzione di fare. Lui sospirò e continuò. "Non possiamo farci vedere in pubblico, almeno per ora. Non dar da mangiare ai giornalisti, insomma. Il mio secondo mandato è ancora giovane e non ha ancora un pieno consenso. Succederebbe un casino. Per favore, Ambra, cerca di capirmi." Supplicò, con le mani ancora sul suo viso. Lei lo guardò negli occhi ed annuì.

"Ed Olivia? Perché non potete annunciare la rottura?" Lui la guardò dolcemente, come si guarda un bambino che non capisce qualcosa.

"Non è così semplice, Ambra. Non siamo dei cantanti che possono lasciare dichiarazioni sui propri account. Ho adottato da sempre una politica che vedeva la mia vita privata ben lontana da quello che faccio come Premier. Dobbiamo aspettare che sia la stampa stessa a capirlo, ad indagare o che sia, invece, Olivia a dire qualcosa."

"E se non l'ha fatto fino ad adesso, non lo farà di certo ora." Lui annuì, spostandole una ciocca dietro l'orecchio.

"Ti prometto che non durerà molto. Saremo presto liberi da qualunque restrizione. Per ora, rimaniamo così." Lui abbassò la testa, per guardarla negli occhi, cercando la sua approvazione. Annuì nuovamente, mordendosi il labbro inferiore. Giuseppe glielo baciò, sollevato da quella reazione.

"Mi fido di te. Non mi deludere."

"Non lo farei mai." Mormorò, avvicinandola al suo petto e appoggiando il mento sulla sua testa. "Non ti farei mai stare male in maniera volontaria." La voce dell'uomo rimbombò nella sua cassa toracica, dove Ambra aveva appoggiato l'orecchio. Chiuse gli occhi, sospirando, cullandosi negli unici rumori che si sentivano, il quel momento: quelli del suo respiro e del suo cuore che riprendeva un ritmo regolare. Inspirò. Se l'amore aveva un odore, doveva essere per forza quello del suo uomo sul suo divano, con il profumo del suo bagnoschiuma. Non riusciva ancora a capacitarsi di come il suo cuore, invece, fosse così comodo, fra le sue braccia.



Comunque, a giorno ormai passato, vi volevo comunque augurare un 25 Aprile. Che non si perda mai il significato della festa migliore che abbiamo in Italia.🌷
Onorate ogni giorno il sacrificio dei Partigiani,
Rinnegate l'odio, il razzismo, la fobia del diverso,
Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo,
La versione migliore di voi stessi.
Ricordatevi che le vostre parole, le parole in generale, hanno un peso,
Non ne abusate, ma usatele, invece, per fare rivoluzione.
Amate e non odiate.
Io, per esempio, vi amo❤️

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora