Anno nuovo e troppo alcool.

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"Quindi? Com'è stata questa notte?" Elisa le diede un colpo di fianchi, sorridendo maliziosa. Ambra alzò gli occhi al cielo.
"Bene. Fredda, ma non ha piovuto, almeno. O, peggio, nevicato." Rispose, continuando a versare il liquore dentro lo shaker. Stava preparando delle prove per i cocktail di quella sera. Avrebbero festeggiato a casa per poi spostarsi, insieme a Leo, in una discoteca romana.
"Sai a cosa mi riferisco. L'altra volta non potevo chiederti molto, ma ora voglio tutti i dettagli." Ambra si girò verso l'amica, mimando un No con la bocca, prima di iniziare a shakerare.
Elisa sbuffò, prima di cominciare a tagliare la verdura.
"Eli, ti posso fare una domanda?" Quella annuì, permettendole di continuare. "Hai detto a qualcuno di me e Giuseppe?" Elisa si girò leggermente offesa.
"No, sai benissimo che non sono quel tipo di amica." Aggrottò le sopracciglia. Ambra posò la mano sulla sua spalla, chinando il viso.
"Lo so benissimo, ma te l'ho detto perché vorrei comunque che non te lo lasciassi scappare in giro. Almeno per ora." Se possibile, Elisa aggrottò ancora di più le sopracciglia, confusa.
"Per ora?" Ambra si leccò le labbra, a disagio.
"Sì, almeno fino a quando non è sicuro per la stampa." L'amica la prese per le spalle, costringendola a voltarsi verso di lei.
"Vuoi dirmi che la vostra è una relazione segreta?" Lei deglutì.
"Solo per il momento. Non è così semplice."
"Ambra, non avete diciassette anni. Sei consapevole che quello che ti sta chiedendo non è per nulla normale? Tu lo ami."
"Sì, ma lui questo non lo sa, ancora. Fidati di me, sarà per poco. Sicuramente per un paio di settimane ancora." Elisa la guardò, preoccupata ed Ambra le sorrise, cercando di tranquillizzarla.
"Non lasciare che il tuo amore per lui ti metta all'ombra." Disse, guardandola negli occhi.
"Mai." Rispose Ambra, baciandole la guancia e ridendo, nel tentativo di cambiare argomento. E funzionò dato che l'amica continuò a farle domande sulla fantastica notte di sesso.

"Mancano due minuti. Dove sta lo spumante?" Urlò Leo, schizzando in cucina, nel baccano infernale che si stava creando con il conto alla rovescia. Tornò, sempre di corsa, con la bottiglia in mano. Le ragazze risero, vedendolo così agitato. Guardarono il televisore, coordinandosi, mentre il tempo scorreva inesorabile, portandosi con sé il 2019.
"Al 2020! Che sia mille volte meglio dell'anno che sta finendo." Urlò Elisa, alzando il bicchiere ancora vuoto. Ma senza farsi troppe domande obbedirono entrambi. Cominciarono a scandire i numeri, mentre Leo allentava il tappo della bottiglia. Allo scoccare della mezzanotte vi furono urla di auguri, mentre i tre si abbracciavano. Pochi minuti dopo ricevette una chiamata. Era Giuseppe. Sorrise, mentre la accettava.

"Pronto?"
"Ambra? Buon anno." Il suo sorriso divenne un po' più triste. Le sarebbe molto piaciuto dargli il bacio della mezzanotte.
"Buon anno anche a lei, Presidente." Lui rise, dall'altro capo. Si sentivano le voci di alcune persone che si scambiavano gli auguri, in maniera civile, al contrario dei suoi amici che, pur essendo in due, facevano più chiasso dei tifosi allo stadio. Li guardò, sconsolata.
"Sei già arrivata in discoteca?" Domandò lui, visibilmente sconvolto dal rumore che veniva dal suo appartamento. Ambra rise, scuotendo la testa.
"Diciamo che ci stiamo allenando già da ora. Come sta andando il tuo Capodanno?"
"Diciamo che qui, invece, non vediamo l'ora che i convenevoli finiscano per tornare a casa."
"Siete dei vecchi!" Borbottò, divertita.
"Vedi che la media dell'età, a questa festa, si aggira approssimativamente intorno ai trenta." Sentiva il suo tono fintamente offeso ed Ambra lo immaginò con un broncio che gli formava una ruga in mezzo alla fronte.
"Perché c'è tuo figlio che la abbassa notevolmente." Giuseppe rise ancora, confermando la teoria.
"Divertiti, Ambra. Se vuoi, ci possiamo vedere domattina."
"Ci penserò, Presidente. Ora vada a dormire, la sento molto affaticato." Scherzò lei.
"Se fossi con te, non sarei stanco. Stanne certa."
"Allora conservi le energie per domani."

Chiusero la chiamata con un sorriso, entrambi.
Ambra si voltò verso i suoi amici che si stavano sfidando a chi riuscisse a bere la birra più velocemente. Poteva avere degli amici più stupidi? Probabilmente no, ma si unì anche lei alla gara.

Dopo aver messo parzialmente in ordine l'appartamento che era completamente in soqquadro, decisero di chiamare un taxi per spostarsi verso la discoteca. Arrivati lì trovarono già parecchie persone, rendendo difficile il movimento. Ballarono tutta la notte, aggiungendo altri cocktail nel loro corpo, come se non bastasse l'alcool che avevano già introdotto precedentemente.
Ambra si guardava attorno. Le luci della discoteca la stordivano, non si rendeva conto di chi avesse al suo fianco. Si voltò alla sua destra. Distinse la chioma bionda di Elisa e si avvicinò al suo orecchio.
"Spostiamoci da qui. Penso di star soffocando." Le urlò. L'amica si girò verso di lei ed annuì, sconvolta anche lei. Cercarono con lo sguardo Leo, inutilmente. Decisero comunque di spostarsi verso una zona meno affollata. Spintonando e sgusciando fra le persone riuscì a trovare un varco dove c'era più spazio. La sensazione di stordimento, però, non passò. Guardò il bicchiere che aveva in mano, continuando a berlo, fino a quando non sentì il fiato venirle meno. Era ubriaca marcia. Si girò verso Elisa che la guardava preoccupata. Scosse la testa, stordita.

"Ambra, usciamo. Stai malissimo." Le urlò, prendendola per un braccio. Uscirono all'esterno. C'erano parecchi ragazzi fuori, c'era chi vomitava e chi, magari, fumava. Sentiva di star sudando freddo. Si accasciò sul muretto. Alzò lo sguardo verso Elisa, quasi supplicante.
"Voglio Giuseppe." Piagnucolò. L'amica la guardo ancora più preoccupata. Prese il telefono, digitando un messaggio, mentre Ambra continuava a farneticare. Leo arrivò poco dopo, preoccupato. Lei, nella sua confusione, non capiva perché la stessero guardando così e perché stessero parlando fra di loro in quel modo e reclamava Giuseppe, a gran voce.

"Dobbiamo chiamarlo?"
"La ucciderà, come minimo. Guarda in che condizioni si ritrova. Non riesce nemmeno a distinguere la destra dalla sinistra." Urlò Leo, indicandola. Elisa deglutì.

"Si arrabbierà ancora di più se non lo chiamiamo."
"È l'alba, Elisa! Starà dormendo." Lei lo ignorò, avvicinandosi ad Ambra e prendendole il telefono dalla borsa. Accarezzò l'amica, mentre sbloccava il cellulare e cercava il contatto di Giuseppe.
"Stai tranquilla, Ambra." Il telefono squillò. Una, due, tre e quattro volte, fino a quando Elisa stava chiudendo la chiamata. Ma una voce rispose, assonnata.

"Ambra? È successo qualcosa?" La preoccupazione era tangibile, dalla sua voce. Elisa tentennò, voltandosi verso Leo che si passava una mano fra i ricci, mentre faceva avanti e indietro.
"Presidente, sono Elisa. L'amica di Ambra." Sentì l'uomo muoversi.
"Elisa. Dov'è Ambra? È successo qualcosa?"
"Farebbe bene a venire qui. Ambra non sta bene."
"Mandami la posizione. Arrivo subito." Giuseppe chiuse la chiamata.

Il Premier si tolse gli abiti che usava per dormire, mettendosi un jeans ed un maglione frettolosamente. Uscì dalla stanza, scendendo, a passo svelto verso il garage.

Scusatemi se aggiorno solo ora, sappiate che sono già in preparazione per il prossimo capitolo❤️

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora