capitolo 10

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Guardavi fuori dalla finestra, non riuscivi a concentrarti su tutti quei numeri segnati sulla lavagna.

Pensavi ancora a quella chioma rossa, dalla quale pareva che un pittore avesse preso il colore, per poterti dipingere le guance di quella tonalità, ogni volta che pensavi ad uno dei suoi soliti sorrisetti beffardi, o ai suoi occhi ambrati magnetici.

Ignoravi tutti li sguardi gelosi e preoccupati che ti venivano puntati, soprattutto quelli ametista di Asano: più ti guardava e più sentiva un sentimento di rabbia, un brutto presentimento lo stava seguendo da quando Akabane si era allontanato da voi.

Quando Akabane era tornato in classe, invece, con un sorrisetto soddisfatto, del fatto che tu avresti ceduto.

*a pranzo*

Suonò la campanella, che ti svegliò dai tuoi pensieri.

Prendesti la tua scatola del bento: apristi il coperchio, vedendo che tua sorella ti aveva composto un disegno come con i bambini. Guardasti il biglietto: "spero che ti sollevi il morale!".

Sorridesti intenerita, e decidi di andare nel bosco a mangiare: oggi c'era il sole, e un bel venticello, che spesso ti aiutava a schiarirti i pensieri, e così feci.

Ti incamminasti, e ti fermasti davanti alla strada: era una stradina sconosciuta a chi non abitasse della zona o non fosse della scuola, ma da lì si poteva raggiungere la strada battuta nel bosco che portava alla classe assassina.

Ripensasti a quella classe piena di ragazzi simpatici ed onesti, pronti sempre ad aiutare tutti col sorriso: sorridesti anche tu, sovrappensiero, tirasti fuori il telefono cercando il contatto di Ryo, chiedendola di raggiungere con il vostro solito gruppetto. Sapevi che avrebbe letto, durante la pausa pranzo controllava sempre il telefono, era una sua piccola abitudine, che al momento ti risultava parecchio utile.

Ti rispose che stavano arrivando, e tu appoggiasti il tuo bento sul marciapiede, cercando il contatto di Karma, iniziando a scrivere sullo schermo: "Ho giocato bene le mie car..." nel mentre che scrivevi sorridendo, qualcuno da dietro ti prese il suo cellulare.

Ti girasti: - Gaku-kun! Il mio telefono! - ti sporgesti verso di lui per cercare di recuperare l'oggetto, ma lui, con l'ausilio di un braccio solo, ti tenne lontana, leggendo i messaggi sia in bozza che inviati e ricevuti.

Ti guardò con occhi taglienti: - "Mi mancate tanto", eh?! Bella bugiarda che sei! - iniziò arrabbiandosi.

- G-Gaku-kun... ti prego... ascoltami..! - cercasti di calmarlo.

- No! Adesso sei tu che mi ascolti! (t/n)... ti sono sempre stato accanto... ho fatto tutto per te... ho pagato tutte le tue cure... ti saresti dovuta innamorare di me, non tornare da quegli inutili perdenti! - sbraitò, facendo cadere a terra il tuo telefono, e prendendoti per i polsi.

Sgranasti gli occhi: - Tu... cosa..? - lo guardasti incredula, ma lui non fece che ignorarti venendoti contro: tu, spaventata dal suo sguardo di ghiaccio, indietreggiasti, senza renderti conto di dove andassi, cercando di dimenarti: - L-lasciami ti prego..! -.

Lui continuò ad urlarti contro, e tu continuasti a dimenarti.

- (T/N)! - sentisti la voce del rosso e guardasti verso di lui: il suo sguardo era puntato sulla scena e correva da voi a denti stretti.

Sentisti la presa sui tuoi polsi sparire, facendoti perdere l'equilibrio all'indietro, cadesti in strada ed ebbi solo qualche secondo per cercare gli occhi del rosso.

"Karma"

Fu il tuo ultimo pensiero, prima sentisti del ferro sbattere contro la tua tempia, del vetro rompersi contro la tu guancia e il tuo collo, ed una gomma venire a contatto con l tua gamba: ti avevano appena investita.

Cosa un assassino può imparare {KARMA X READER}Where stories live. Discover now