[Capitolo 37.]

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Le cose qui continuano normalmente.

Ho espressamente detto che non deve venire nessuno. Sono al settimo mese di gravidanza e la cosa mi sta uccidendo più del normale.

La chemio mi porta più fastidi e il mio caratteraccio si fa sentire sempre di più.

Ho spento il cellulare un mese fa e non ho più contatti con nessuno se non con Daniel e Chanel avvolte.

Nessuno entra in questa stanza se non sotto il mio doveroso consenso.

Sto odiando il genere umano sempre di più, specialmente da quando Mark è spuntato così a caso nella mia stanza due mesi fa.

Ad ogni modo, me la passo bene qui, meglio di quando stavo a casa mia.

Daniel entra in stanza e io non smetto di scrivere sui fogli.

<Iris...> mi chiama.

Prendo un foglio bianco e scrivo: "Ti ho detto di chiamarmi Joseline."

Da come potrete notare, ancora non ho voglia di parlare. O almeno, la mia voce ancora non vuole uscire.

Lui legge e poi Annuisce.

<Joseline, mi è stato detto che tu puoi tornare a casa per completare la tua gravidanza, ovviamente io verrò con te e ti farò fare le solite cose che fai qui in ospedale.> mi annuncia.

Spalanco gli occhi e scrivo: "IO NON VOGLIO ANDARE A CASA!"

<Beh, i miei superiori dicono che sia meglio per te tornare a casa per completare gli ultimi due mesi di gravidanza. Quindi faremo come ci hanno detto e torneremo a siattle.> fa un cenno e poi esce dalla stanza.

Diamine.

Mi alzo dal letto e inizio a fare la valigia.

Questa non ci voleva. Tornare a casa sarà una tortura.

I miei genitori mi faranno mille domande insieme a tutti i ragazzi.

E dovrei affrontare di nuovo Josh.

Non posso farcela.

Odio questa situazione.

<Iri... Joseline, dobbiamo iniziare ad andare.> mi annuncia Daniel dopo 1 oretta.

Annuisco e ricontrollo che non mi sia dimenticata nulla.

Daniel prende le mie cose e poi mi fa sedere su una sedia rotelle.

Sembro più un invalida che una malata di cancro.

Ma ad ogni modo sto zitta, anche perché non potrei parlare, e mi lascio trasportare.

<Si può sapere perché non vuoi parlare con me? >

Prendo un foglietto e scrivo: "Non riesco a parlare. È come se la mia voce fosse sparita nel nulla."

Mi guarda attentamente e poi mi porge una specie di caramella.

<Di solito quando avevo mal di gola o qualche problema con la gola mia madre prima mi dava una caramella alla menta e poi la sera mi preparava un brodino di pollo.>

Prendo la caramella e poi mi giro verso il finestrino.

Spero di addormentarmi e non svegliarmi mai più.

* * *

<Sei pronta per tornare a casa?> domanda Daniel sorridente guardando il cancello di casa mia.

Faccio una smorfia e poi il segno della croce.

Lui fa una piccola risatina e una volta varcato il cancello con l'auto capisco che non si può fuggire più.

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