Chapter 7

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Harry si trova nella silenziosa cucina di Niall, a guardare fuori dalla finestra. I suoi occhi continuano ad essere catturati dai rami pieni di neve che si scioglie mentre il sole sporge tra gli alberi. È ufficialmente la fine delle vacanze - anche se Harry lo sa solo perché Niall si è lamentato stamattina mentre bazzicava in cucina per preparare il pranzo.
"Adori il tuo lavoro, però," gli dice Harry, mentre è appoggiato contro il bancone e beve una tazza di caffè, tentando di non farsi travolgere dall'energia del tornado Niall.
"Hai ragione," gli risponde Niall, facendo una pausa. "Sono fortunato a fare un lavoro che mi rende così felice. Sono anche fortunato a potermi lamentare con il mio migliore amico." Harry alza gli occhi al cielo mentre Niall attraversa la stanza per dargli un bacio sulla guancia.
Negli ultimi giorni si è sentito davvero confuso e ora le cose non sembrano andare meglio. Si sente strano, la sua mente sembra scoppiare tanti sono i pensieri che non può contenere.
Louis sembra essere il protagonista principale di questi suoi pensieri, la sua confessione della scorsa notte è stata come uno schiaffo in pieno viso: pensava che Harry sarebbe tornato a casa, quindi non ha detto la verità. Ieri sera quella consapevolezza ha fatto girare la testa a Harry, e lo sta facendo di nuovo oggi. Non aveva idea che Louis lo stesse aspettando, non aveva idea che Louis volesse che tornasse dopo la sua partenza. È crudele scoprirlo così tardi, ma come poteva saperlo visto che Louis non glielo aveva mai detto o anche solo fatto capire? Non ha mai pensato che ci fosse ancora posto per lui, ad Eugene. Per tutto questo tempo, lui era a Chicago e desiderava di poter avere una seconda chance, mentre Louis era a Eugene e desiderava un'altra possibilità. E nessuno dei due ha detto una dannata parola.
Harry si allontana dalla finestra per preparare un'altra tazza di caffè. Non importa adesso - qualunque cosa Louis abbia pensato o desiderato. È andato avanti, sta andando avanti, ed Harry invece sta ancora cercando il suo posto. Lui non può permettersi di chiedersi se è riuscito ad andare avanti - e solo perché conosce già la risposta.
Amici; la seconda parte dei pensieri confusi che inondano la sua mente. Di fronte a Louis che gli diceva che voleva che tornasse a casa, tutto ciò che lui ha pensato di offrirgli è l'amicizia. Come se uno di loro sapesse veramente cosa significa essere amici. Come si può essere amico di qualcuno che ha regolarmente messo la bocca sulla parte interna della tua coscia, di cui una volta ti fidavi implicitamente, di qualcuno che ti ha spezzato il cuore, qualcuno che una volta hai pensato addirittura di sposare?
Riporta la mente su territori più sicuri: Niall. Niall che si lamenta del lavoro ma ammette quanto lo adori, come se Harry non lo sapesse già. Certo che lo sa. Niall ha trovato una carriera appagante e stimolante, che sicuramente non lo sveglia nel mezzo della notte per un incubo. Harry ha sempre pensato che sarebbe stata la stessa cosa per lui, che fare l'infermiere lo avrebbe appagato e fatto sentire bene, ma ormai sta affondando sempre più nella consapevolezza che non è così, e quello è sufficiente per fargli sentire una stretta al cuore.
l'ultimo pensiero che lo assale quando il caffè è quasi pronto, è una domanda a cui non può rispondere: e adesso cosa farà? Tutte queste settimane ha sempre pensato a come sarebbe stato il suo ritorno a Chicago, ma poi Niall lo ha spiazzato con una possibilità che non aveva preso in considerazione: restare. Restare a Eugene e ricominciare da capo, di nuovo. Deve tagliare il filo di quel pensiero come un brusco taglio in un film.
Non sa come fare per restare. Come ricominciare da capo, come essere amico di un ex, come trovare una nuova passione quando pensava di averla già trovata; come affrontare la realtà che la sua vita sarebbe stata molto diversa se avesse tenuto a freno la lingua a marzo, se avesse preso una decisione diversa da quella di partire. Deve mordersi il labbro inferiore mentre si dirige verso l'isola della cucina per sedersi. Se pensa troppo, rischia di impazzire.


*

C'è qualcosa di incredibilmente triste nel fatto che tutti siano tornati alla loro vita normale, qualcosa che Harry sente nel petto mentre vaga per la casa vuota, visto che Niall è a lavoro. Ne ha abbastanza della lettura e del silenzio, per il momento. Gli piace stare da solo, ma la fredda realtà della solitudine che occupa così tanto spazio nella sua vita lo spaventa.
Alla fine, finisce per prendere i libri di cucina di Niall per trovare qualcosa da fare per distrarsi. L'amicizia significa cibo, per lui, quindi cucinare la cena e invitare Louis è sicuramente un passo nella giusta direzione. Hanno condiviso un sacco di pasti insieme nelle ultime due settimane ma, a differenza degli altri, questo includerà Niall e lo renderà automaticamente diverso.
"Preparo la cena stasera. Siete entrambi invitati," crea un gruppo e invia il messaggio a Niall e Louis. Avevano un gruppo insieme prima, ma Harry lo ha cancellato mesi fa, incapace di leggere ancora le loro battute. Non riceve risposta mentre sfoglia un ricettario italiano, ma non ci presta molta attenzione - le vite normali dei suoi amici vanno avanti fuori dalla bolla della casa di Niall.
Nel pomeriggio si dirige verso il supermercato, facendo attenzione a non scivolare sulla neve e il ghiaccio. Ha un elenco di ingredienti scarabocchiato su un pezzo di carta infilato in tasca, le sue cuffie suonano il nuovo disco di Taylor Swift. In qualche modo si ritrova a sorridere, felice di avere uno scopo anche se solo per preparare un pasto.
Il negozio di alimentari è piuttosto vuoto – dal momento che molte persone sono tornate a lavoro – e per Harry è più facile cercare gli ingredienti chiedi cui ha bisogno. Non ha mai perfezionato l'arte della cucina, e anche quando stava con Louis le sue abilità erano mediocri. C'era sempre più gioia nel processo che nel risultato finale, qualcosa di cui Harry ha bisogno in questo momento. Se deve distrarsi preparando un perfetto pollo alla parmigiana, beh, allora lo farà.
Appena tornato a casa, si versa un bicchiere di vino mentre inizia a preparare la salsa marinara - optando per quella fatta in casa piuttosto che per la versione in barattolo. Non vuole pensare ad altro se non al cibo e, mentre si mette al lavoro, trova facile farlo. Un bicchiere di vino si trasforma in due mentre le luci del tramonto inondano la cucina, il calore del sole brilla contro i vetri delle finestre. Comincia a sentirsi nervoso quando arrivano le cinque. Controlla il suo telefono ma non c'è ancora nessuna risposta da parte di Louis o Niall. Forse hanno altri piani, pensa tra sé e sé. Hanno delle vite di cui lui non fa parte. Pensa che un messaggio per avvisarlo del fatto che non sarebbero venuti sarebbe stato bello, ma decide di continuare a cucinare.
Proprio mentre aggiunge un ultimo strato di formaggio al suo pollo alla parmigiana, si è ormai rassegnato al fatto che dovrà mangiare da solo quella sera. Si versa un terzo bicchiere di vino, sta scorrendo la timeline di Instagram quando sente il suono della porta che si apre e si chiude. E poi appare Louis, che cammina attraverso la porta con un maglione rosso intenso, una bottiglia di vino tenuta nell'incavo del braccio. "Niall è proprio dietro di me," dice salutandolo. "Voleva prendere la  posta."
"Sei venuto," dice Harry debolmente, il vino ormai in circolo nel suo corpo che lo rende più audace nel fare conversazione.
"Sì," risponde Louis, inclinando leggermente la testa. "Presumevo che il tuo messaggio implicasse proprio questo."
"No, sì," dice Harry rapidamente, raddrizzandosi e sentendosi nervoso. "Nessuno ha risposto quindi non ero sicuro."
"Oh." Louis attraversa la cucina e appoggia la sua bottiglia di vino sul bancone. "In realtà non ci ho nemmeno pensato. Posso farmi perdonare con un bicchiere di vino?"
Harry si ritrova a sorridere. "Ne ho già uno," dice, indicando il suo bicchiere. "E ne ho già bevuti due."
Louis inizia a dire qualcosa ma si ferma e scuote la testa.
"Cosa?" Chiede Harry, avendo bisogno di sapere.
Louis stringe le labbra e poi sorride. "Stavo solo per dire che me ne ero accorto. Le tue guance sono sempre rosate quando bevi del vino e le tue labbra diventano di un rosso intenso."
Harry arrossisce, e di sicuro le sue guance diventano di un rosso ancora più acceso. Come può il fatto che Louis conosca le sue abitudini trasformarlo in un ragazzo di quindici anni alle prese con la sua prima cotta? Non ne ha idea. Viene salvato dal dover rispondere da Niall, che entra in cucina come un uragano e inizia a parlare a vanvera. Beve il resto del vino di Harry direttamente dalla bottiglia - incolpando i suoi alunni di seconda elementare - e ordina a Louis di aprire la seconda bottiglia mentre continua a lamentarsi di uno dei suoi studenti che ha legato i lacci delle scarpe di un altro studente.
A quel punto, ormai tutti e tre hanno un bicchiere di vino davanti, anche se Harry impedisce che il suo bicchiere venga riempito per la quarta volta. Amicizia o no, crisi esistenziale o meno, deve comunque passare la serata con il suo ex – e non vuole necessariamente essere brillo. Una settimana prima, l'alcol ha reso la situazione più semplice tra loro ma ora sembra un po' pericoloso ripetere l'esperienza.
Niall continua a raccontare altre storie sulla sua classe mentre Harry, improvvisamente in modalità padrone di casa, cerca di finire di preparare la pasta e allo stesso tempo controllare la teglia in forno. A un certo punto, Louis si avvicina al fornello e prende delicatamente il cucchiaio di legno dalla mano di Harry per mescolare la pasta e spinge la testa verso il forno per controllare il pollo al posto suo. È un piccolo dettaglio, ma fa arrossire di nuovo Harry. È colpa di quel maledetto vino, pensa.
Al tavolo, Harry si ritrova seduto accanto al maggiore con Niall dalla parte opposta. Non c'è una pausa nella conversazione mentre mettono il cibo nei loro piatti e iniziano a mangiare, e Niall e Louis non smettono di fargli i complimenti e dirgli quanto sia buono tutto ciò che ha preparato, il che lo fa gongolare internamente, anche se mantiene la calma all'esterno.
"Com'è andata la tua giornata?" Niall chiede una volta che ha finito di raccontare letteralmente ogni secondo della sua giornata.
"Bene," dice Louis, tranquillo. "Ho una convention per l'acquisto di libri questo fine settimana, quindi ho cercato di prepararmi."
"Davvero?" Harry non sa perché sembri così sorpreso. Non sa quasi nulla di Louis e del suo calendario - e questa cosa lo sorprende ancora una volta.
"A Portland," dice. "Solo una piccola gita di un giorno."
"Per comprare libri," dice Niall. "Un viaggio di shopping, secchione."
"Disse l'insegnante," intona Harry, facendo ridere tutti.
Il silenzio cala lentamente su di loro finché Niall non guarda Harry e dice "E tu?"
Harry alza lo sguardo e scrolla le spalle, fa roteare un po' di pasta sulla forchetta. "Davvero una, uhm, giornata noiosa. Non stanno succedendo molte cose al momento." Sembra così triste detto ad alta voce, tanto che gli angoli della sua bocca si abbassano per assumere una piega malinconica.
"Non proprio," dice Louis. "Hai deciso di diventare uno chef per la giornata. Non è per niente facile o noioso."
Niall ride ad alta voce ma Harry rimane in silenzio, i suoi occhi si posano lentamente sul viso di Louis. Il giovane sta sorridendo ma non in modo crudele, in un modo che gli fa sentire le farfalle nello stomaco, e sente che potrebbe arrossire da un momento all'altro se non distoglie immediatamente lo sguardo. Abbassa quindi gli occhi per guardare il suo piatto.
"Hai più pensato al fatto di rimanere a Eugene?" La voce di Niall è bassa e curiosa, ma fa irrigidire l'intero corpo di Harry.
Tutto quello a cui sta pensando negli giorni è cosa sta succedendo nella sua vita, cosa dovrebbe fare dopo. Non vuole davvero discuterne in questo modo, mezzo brillo durante una cena. Si suppone che gli amici ti aiutino a liberare la mente, ti aiutino a non farti pensare alle cose brutte, non che addirittura ci girino intorno e ti facciano delle domande a riguardo. "Un po'," sussurra, perché è troppo gentile per non rispondere all'amico. Sa che Niall non è malizioso, ma sa anche di non aver detto al biondo tutta la verità. Gli deve qualcosa. "Sto solo cercando di capire alcune cose..."
"E il tuo lavoro a Chicago?" Chiede Niall mentre mastica un pezzo di cibo. "Non si chiedono dove sei?"
Harry deglutisce. "Mi hanno dato del tempo libero per capire alcune cose." La sua voce è debole e sta odiando l'intera situazione. Niall è solamente curioso, non deve vederlo come un attacco nei suoi confronti.
"Vorrei poter avere anche io un po' di tempo per capire le cose," dice Niall. "Me ne andrei alle Hawaii, non a Eugene." quindi ridacchia e Harry rilascia un sospiro frustrato. Stasera non è in vena di ridere alle battute dell'amico.
"Per quello che vale, penso che dovresti tornare qui. Riprenderti il ​​tuo vecchio lavoro." riprende Niall.
Harry annuisce, imbronciato. Non vuole avere questa conversazione, non in questo momento perlomeno.
"Tu cosa vorresti fare? Da quale parte propendi di più?" insiste Niall anche se Harry non riesce a sollevare lo sguardo dal suo piatto.
"Ce lo dirà lui quando deciderà."
Louis. Harry si gira a guardarlo e lo vede tagliare un pezzo di pollo, la sua voce è leggera ma decisa. "Sono sicuro che saremo i primi a saperlo."
"Sarà meglio," dice Niall ridendo. Quindi passa all'argomento successivo: allergie agli arachidi.
Harry guarda Louis, ma il giovane risolutamente non incontra i suoi occhi. Continua a mangiare, annuendo a ciò che Niall sta raccontando. Harry non è sicuro di cosa sia appena successo, ma apprezza di avere il maggiore di nuovo dalla sua parte. Lo apprezza anche se gli fa battere il cuore in un modo che non si sarebbe mai aspettato.
Non ci sono altri argomenti spinosi nella loro conversazione mentre svuotano i loro piatti e rimangono a tavola per finire il vino. È così bello avere degli amici, si ritrova a pensare Harry ad un certo punto della serata. A Chicago aveva quasi dimenticato come fosse avere delle persone che parlavano intorno a lui di cose banali e frivole, senza discutere di lavoro o del tempo, o delle quattro chiacchiere scambiate forzatamente tra un turno e l'altro a lavoro.
Sta realizzando, mentre ride del racconto di Niall sul giorno della loro festa di laurea, a quanto è diventato solitario negli ultimi mesi. Non parlare con persone al di fuori dell'ospedale, trovare il modo di occupare il suo tempo in solitudine, come vagare a mezzanotte sul lungofiume. Si è abituato a non avere nessuno intorno e all'improvviso quella consapevolezza lo colpisce duramente – durante una conversazione informale nella cucina di Niall. Non ne aveva una da mesi e la realizzazione è terrificante. Non c'è da meravigliarsi che desiderasse avere Louis in giro anche dopo che è tornato nel suo appartamento - la solitudine è così radicata in lui, pervasiva e dolorante, che non si è reso conto di quanto male gli facesse.
Il telefono di Niall li interrompe - una telefonata FaceTime da parte di suo nipote - quindi si scusa e va nell'altra stanza, la sua voce che diventa via via più bassa mentre si allontana.
"Come stai?" Chiede Louis per rompere il silenzio.
Harry alza le sopracciglia. "Sei stato qui due ore e hai pensato di chiederlo solo adesso?"
Louis alza gli occhi al cielo. "Non importa."
Il maggiore di alza e Harry si ritrova ad allungare una mano per afferrargli l'avambraccio. "No, aspetta. Sto scherzando." Tira indietro la mano lentamente. "Non sono abituato a persone che conoscono i miei segreti."
Louis sposta il piatto, incrocia il braccio sul tavolo e incontra gli occhi di Harry. "Conosco molti dei tuoi segreti. Quindi dovresti essere già abituato." Dice la seconda parte a bassa voce, come se Harry non dovesse ascoltarla.
Il riccio abbassa lo sguardo, la mente confusa. Non sa che cosa dire e torna alla domanda iniziale. "Sto bene," risponde. "Oggi è stato semplicemente strano. Sto solo... non so cosa sto facendo della mia vita, immagino."
"Beh, c'è qualcuno che lo sa davvero?"
"Io pensavo di saperlo," Sicuramente Harry sta infrangendo una delle tante regole che si era imposto tempo prima - ammettere di avere la sua vita sotto controllo fino a quando non è andato tutto a puttane.
"Ne vuoi parlare?"
Harry stringe le labbra, considerando l'idea. Parlare, dire a Louis la verità, farsi aiutare, ma non è sicuro di cosa dire e cosa omettere. Non può spiegare a parole le sue emozioni – non sa come spiegargli che forse non vuole affatto fare l'infermiere, che ha paura perché ormai ha ventotto anni e iniziare una nuova carriera gli sembra assurdo. L'ultima cosa che vuole ammettere è quanto gli manca Louis, quanto terribilmente di merda sembra essere andata la sua vita da quando lo ha lasciato andare. "No." Riesce poi a dire mente incontra gli occhi dell'altro. "Non ancora."
Louis annuisce. "Quando sei pronto..."
Harry lo guarda e sorride dolcemente. C'è un attimo di silenzio, poi il riccio chiede "Come stai, invece?"
Louis alza lo sguardo. "Perché me lo stai chiedendo?"
"Perché siamo amici e voglio saperlo."
Louis fa una risatina. "Sto bene," replica, facendo eco alle sue parole di poco prima. "È divertente ma è quasi come se, ora che sei tornato, le cose stiano migliorando. Mi sentivo un po' come se fossi andato in pausa, come se fossi bloccato e invece adesso... sto bene. Le cose vanno meglio."
Harry annuisce automaticamente e fa finta di niente, anche se non è facile. Lui sta aiutando Louis a superare la rottura semplicemente essendo qui. Non c'è alcun dubbio che vedere il casino che è diventato Harry lo stia aiutando nel modo giusto. "Bene," dice ad alta voce.
Louis sembra sorridere a se stesso e serve solo a far sentire Harry peggio di prima. Deve cercare di riprendere in mano la sua vita - qualunque cosa significhi. Forse dovrebbe prima capire quella parte.
"Pensi che Niall stia evitando di tornare qui così da non dover lavare i piatti?"
Harry sorride, le sue preoccupazioni tornano in un angolo della mente, abbandonandolo per qualche momento. "Conoscendolo? Probabilmente."
"Ci lascia sempre a ripulire il caos," dice Louis come un genitore sofferente mentre si alza dal tavolo.
Harry lo segue, impilando i piatti sporchi. "Beh, però ci ha lasciato rimanere in casa sua quando non avevamo altro posto in cui andare."
"Prendi pure le sue difese," dice Louis con un'esagerata alzata di occhi al cielo. Harry prende tra le mani la pila di piatti solo per farli cadere nel lavandino e ridacchiare.
Lavano i piatti in silenzio senza passare a conversazioni spinose. Quando hanno ormai finito di asciugare il tutto, la voce di Niall ormai non si sente più e c'è una leggera pioggia che batte sulle finestre.
"Dove pensi che sia andato?" Chiede Louis mentre Harry finisce di mettere le padelle nello scaffale sotto il bancone.
Fa spallucce e segue il maggiore nel soggiorno, insieme si dirigono verso il divano dove trovano Niall addormentato, con il telefono sul petto. "Evita di pulire, come sempre," dice Louis. Si sporge dal retro del divano e schiaffeggia la fronte del biondo.
"Vaffanculo," dice Niall, senza muoversi né aprire gli occhi.
"La bella addormentata," mormora Harry, sorridendo quando Louis lo guarda divertito.
"Sarà meglio che vada, comunque..." sussurra Louis, voltandosi per lasciare Niall a riposare sul divano.
Harry lo studia attentamente, in questo delicato momento di quiete e oscurità. "Sei sicuro di non voler restare?" domanda, anche se sa che non ha il diritto di chiederlo, sa che non è compito suo invitare qualcuno in una casa che non è la sua. "Piove," aggiunge sottovoce.
Louis sorride. "L'ultima volta che ho controllato, la pioggia non mi ha fatto niente."
"Giusto." Harry morde il labbro sotto i denti. "Stai attento mentre torni a casa, allora."
"Lo farò, H," dice Louis. "Grazie per la cena."
"Quando vuoi,"
Louis sorride, poi infila la giacca e Harry lo guarda senza trovare nient'altro da dire.
"Ci vediamo in giro?" chiede alla fine Louis una volta che si è chiuso la giacca, una mano sulla maniglia della porta.
"Sì," dice Harry, senza esitazione. Forse è un po' troppo entusiasta mentre lo dice, ma la solitudine è estenuante ed è come se Louis riuscisse a dargli quella parvenza di riposo mentale dopo tanto tempo. Non è ancora pronto a lasciarlo andare.
Anche dopo che Louis annuisce e se ne va, Harry rimane di fronte alla porta d'ingresso, fissando le venature del legno. La sua mente sembra uscire fuori dai binari quando rimane da solo, ma c'è qualcosa che Louis porta con sé quando sono insieme, qualcosa che rimane anche dopo che se ne è andato - una sorta di calmante per la sua ansia. Rimane davanti alla porta a lungo, rilassato, fino a quando non sente la voce assonnata di Niall. "Che cazzo stai fissando?" che lo riporta bruscamente alla realtà.



Bitter Tangerine (Italian Translation)Where stories live. Discover now