Inaccesible

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capitolo 12

I giorni passavano, Angelica era finalmente tornata a casa e quasi si sentì nuovamente neonata, dato che i suoi genitori le stavano attaccati proprio come i primi giorni in cui venne alla luce

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I giorni passavano, Angelica era finalmente tornata a casa e quasi si sentì nuovamente neonata, dato che i suoi genitori le stavano attaccati proprio come i primi giorni in cui venne alla luce.
Niccolò non volle nemmeno sentire le ragioni di Sabrina e del suo ragazzo comunicate dalla polizia, probabilmente sarebbe salito in macchina e gli avrebbe spaccato la faccia anche al costo di entrare dietro le sbarre con loro.
Avevano ascoltato attentamente lui e Sara cosa faceva Angelica in quella casa buia e lontana tutto il tempo, più ascoltavano e più avevano voglia di tapparsi le orecchie.
Per loro fortuna non le avevano fatto male né altro, ma tutto ciò che faceva era stare seduta su un letto giornate e notti intere, da sola e vedeva i due soltanto quando quelle due volte al giorno mangiava.
Ogni notte era la stessa storia, piangeva finché stremata dal sonno i suoi occhi si chiudevano da soli, ma addormentarsi senza la sua mamma era davvero un impresa.
Quei giorni però erano passati, ora stava di nuovo a casa al sicuro.

«mamma! A me piace questo qua!» disse la piccola specchiandosi.

Attualmente erano in un negozio di vestiti da sposa e cerimonia, il matrimonio di Andrea e Gabriele era sempre più vicino, tutti dovevano scegliere i vestiti anche con urgenza dato che mancava meno di un mese.

Attualmente erano in un negozio di vestiti da sposa e cerimonia, il matrimonio di Andrea e Gabriele era sempre più vicino, tutti dovevano scegliere i vestiti anche con urgenza dato che mancava meno di un mese

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«ma amore non è un po' grande? Guarda che è la zia a doversi sposare, non tu»

«io devo fare la damigella d'onore e il colore della festa è questo, quindi io lo voglio»

«e che ne sai tu di che colore è la festa?»

«lo so e basta, daii»

Sara sospirò e poi annuì, sembrava davvero una piccola principessa in miniatura.

«amore di zia, vai di là a vedere il vestito con zia Vanessa che io parlo cinque minuti con mamma, si?» disse Andrea indicando Vanessa che stava curiosando tra i vestiti.

La piccola annuì e corse da sua zia, mentre Sara capì già di cosa voleva pararle la sua amica.

«allora?» chiese Andrea dandole una piccola gomitata e sorridendo.

«allora che?»

«ma come che! È passato un mese da quando siete stati ad Amsterdam, hai sintomi?»

Sara sospirò e si poggiò a un piccolo tavolino bianco, ecco che i suoi dubbi si confermavano.

«andrè è un ritardo di pochissimi giorni, in tre anni sai quante volte ne ho avuti di ritardi»

«non lo nego, ma credo che non abbiate esattamente giocato a carte nel viaggio, perché non provi!? E poi non avete usato niente, dovresti sperarci un po' di più»

«ho paura di crederci fino infondo e di rimanerci male» confessò la bionda chiudendo gli occhi e aspirando più aria che poteva.

«Sara e dai però, non ti costa niente provarci, magari questa volta fallo insieme a lui e non in un ospedale del cazzo a tenerife»

La bionda rise e scosse la testa, il giorno del suo matrimonio le sembrava così lontano eppure non erano passati poi così tanti anni.
Sentiva ancora tutte le emozioni di quel giorno, la scoperta di prima mattina di quella peste che le riempiva le giornate, l'aver preso finalmente l'amore della sua vita come sposo..
Se avesse avuto solo un desiderio da esprimere, avrebbe sicuramente chiesto di ripercorrere pian piano determinati momenti importanti della sua vita, solo per viveri a pieno un ultima volta.

«allora!? Dopo passiamo a prenderlo o no sto test? Se vuoi mi porto un po' Angelica a casa, o non so, facciamo un giro al parco»

Sara sospirò e annuì, sperava con tutta sé stessa che quel test non segnasse una sola linea rossa.

[...]

«ciao amo', Angelica?» disse Niccolò alzandosi dal divano e spegnendo la PlayStation.

Le lasciò un bacio veloce sulle labbra e notò che Sara era stranamente silenziosa e tesa, neanche avesse visto un fantasma.

«cos'è questo? Il suo vestito del matrimonio?» chiese poi prendendo la busta che la sua ragazza portava tra le mani.

Prese il vestitino e sorrise, già ce la vedeva la sua principessa lì dentro che camminava verso l'altare, ovviamente e fortunatamente solo come damigella d'onore.

«bello eh? L'ha scelto lei» disse Sara facendo una risatina nervosa, la quale non passò inosservata.

«e il tuo?»

«eh il mio l'ho preso qualche settimana fa insieme ad Andrea, sta nell'armadio»

«voglio vederlo»

Si diressero entrambi in camera e lui si sedette sul letto, aspettando che lei mettesse il vestito.
Guardò totalmente incantato i suoi gesti mentre sfilava la maglia e i pantaloncini, per poi mettere il vestito che le calzava a pennello.

Guardò totalmente incantato i suoi gesti mentre sfilava la maglia e i pantaloncini, per poi mettere il vestito che le calzava a pennello

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Niccolò si avvicinò a lei e l'abbracciò da dietro, dato che era girata verso lo specchio.
Le lasciò diversi baci sulla spalla scoperta e poi la fece finalmente rigirare tra le sue braccia.
Ricalcò il suo primo tatuaggio col dito e le provocò diversi brividi, tanto che lei socchiuse gli occhi e serrò la mascella.
Aveva tatuato nella zona tra la costola e sotto al seno la parola "inaccesible", ovvero irraggiungibile in francese.
Lo fece pensando alle sensazioni che provava nei primi incontri con Niccolò, perché era così che lo vedeva, irraggiungibile.
Credeva che la strada del loro amore fosse così lontana da non arrivarci mai, e invece.
Poi, svariati anni dopo la nascita di Angelica, si tatuò il suo nome e quello di Niccolò più su del gomito.
Erano entrambi piccoli e semplici, eppure avevano un bel significato per lei.
Questo però non cambiava le carte in regola, Niccolò sapeva che qualcosa la turbava.

«mi dici che succede?»

«nic voglio provare il test di gravidanza»

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