Una mamma irresponsabile

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Capitolo 58

Angelica osservava quel piatto di pasta che aveva davanti con aria contrariata, non aveva nulla di male, l'amatriciana era una delle cose che preferiva, ma era come se stesse incolpando quel piatto di tutte le colpe che aveva lei

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Angelica osservava quel piatto di pasta che aveva davanti con aria contrariata, non aveva nulla di male, l'amatriciana era una delle cose che preferiva, ma era come se stesse incolpando quel piatto di tutte le colpe che aveva lei.
Non aveva preso bene la notizia della gravidanza, magari era ancora piccola per comprendere che quel bambino non era solo un ostacolo per il futuro che si era programmata, ma molto di più.
Quando hai già programmato il tuo futuro e da un momento all'altro sai che da lì in poi avrai il doppio della fatica nel compierlo, non fai sicuramente i salti di gioia su questo punto vista.
Poi però ne vedi un altro, uno un po' più importante.
Una creatura che hai dato alla luce tu, che crescerai tu e che una volta capace di capirlo ti ricambierà di tutto l'amore che gli hai dato.
Eppure lei non lo capiva, forse perché era ancora turbata, forse perché era ancora troppo piccola..
Voleva dirlo quanto prima possibile ai suoi genitori, era arrivata di già al secondo mese e non avrebbe potuto aspettare a lungo.
Il problema era come..

«non hai fame?» parlò Niccolò notando che sua figlia non toccava neanche forchetta.

«vi devo dire una cosa» disse lei lasciando completamente stare la domanda di suo padre, attirando su di sé anche l'attenzione di Sara e Simone.

Contò nella sua mente fino a dieci, continuava a ripetersi la stessa frase, "prima lo dici e prima questa situazione finisce".
Attese che suo padre finisse di bere il vino che c'era nel bicchiere solo per non rischiare che si strozzasse alla notizia, poi prese un po' di coraggio e cercò di parlare.

«prima stavo con Veronica e ho vomitato un paio di volte, come negli ultimi giorni del resto, e allora lei ha pensato una cosa..» iniziò sfregandosi nervosamente la mano sulla gamba, ma non appena vide la reazione di suo padre, capì che sarebbe stato anche inutile spiegare il resto.

Niccolò, dopo aver poggiato i gomiti sulla tavola, si passò le mani sul viso e prese un bel respiro, gli sembrava di rivivere il momento in cui Sara confessò a sua mamma della prima gravidanza.
Conosceva perfettamente quei sintomi e quelle parole, lui e Sara avevano vissuto a pieno insieme tre gravidanze, Niccolò si era immedesimato completamente nel ruolo da padre e non tralasciò nulla, nemmeno il più piccolo particolare riguardante la vita dei suoi bambini.
Si voltò verso Sara e la guardò con uno sguardo misto, aveva un mezzo sorriso sulle labbra, ma allo stesso tempo sembrava terrorizzato all'idea della sua bambina che potesse avere un figlio.

«hai fatto un test di gravidanza?» chiese Sara afferrando la mano di Niccolò sotto al tavolo e stringendola di poco, non avrebbe mai considerato la notizia di un bambino qualcosa di negativo.

«si, è positivo»

Sara stava per aprir bocca e risponderle, ma Angelica non voleva congratulazioni, non voleva che i suoi genitori la rassicurassero dicendole che sarebbe andato tutto bene, voleva solo che finisse tutto.
Eppure era davvero ciò che voleva?
Da una parte non sapeva se avrebbe retto il peso sul petto che le sarebbe rimasto nell'aver perso volutamente un figlio, ma dall'altra non si sentiva pronta a fare da mamma.
Se guardava il suo futuro si vedeva sui libri per studiare, studiare ancora e poi laurearsi, dando soddisfazione innanzitutto a sé stessa, e poi alla gente che le stava intorno.
Non si vedeva con un figlio, non immaginava una lei che gli insegnava a camminare, a parlare, che lo cresceva...
Era presto, troppo presto.

«non lo voglio» disse sbarrando qualsiasi aspettativa dei presenti, i quali rimasero in silenzio dopo quell'affermazione.

«perché?»

Niccolò riuscì solo a porle quella domanda, non sapeva cos'altro dire.
La scelta era di Angelica, non sua, ma conosceva bene quel peso enorme sul petto che si ha dopo la perdita di un bambino.
Anche lui e Sara inizialmente non erano sicuri di avere i requisiti di crescere un figlio, eppure quando gli tolsero la possibilità di scegliere e fu un "no" certo, quel bambino diventò tutto ciò che più desideravano al mondo.

«è di Luca» mentì la bionda, e proprio per questo lo disse a testa bassa e con una voce che non prometteva.

Nemmeno lei stessa riuscì a capire come fece a pronunciare quelle parole tanto sbagliate su una situazione così importante..
Da lì ci fu ancora silenzio, tutti erano presi dal momento e non avevano considerato quell'opzione, erano certi fosse di cristian, come effettivamente era.

«Angelica ascolta.. capisco che non sia facile crescere qualcuno che ha il sangue di quella persona inaccettabile, ma prova a vederla anche da un altro punto di vista..
Sicuramente rimane figlio biologico di Luca, non si può cambiare questo, ma io e papà ci siamo e poi Cristian..»

Sara cercò di fare il meglio che poteva per parlarle con tutta calma, eppure venne ancora interrotta, il che le sembrava più strano di quanto lo fosse già.

«mamma no.
Io non sono pronta per fare da madre, questo bambino mi complicherebbe la vita in tutto e.. e poi è figlio di qualcuno che mi ha rovinata in tutti i modi possibili e immaginabili»

«Angelica ma non è mai facile avere un bambino, sia a vent'anni che a trenta, dipende dalla maturità e non dall'età»

«è facile dirlo per te, tu prima di avere un figlio ti sei laureata, sposata e lavoravi già, ti eri realizzata in tutto, non capisci quello che provo io!»

Mai Niccolò e Sara si erano pentiti così tanto di non aver mai parlato ad Angelica e Simone di quel bambino...
Certo, quando lei aveva a stento tre anni la notizia fu spiattellata ovunque, ma come al solito passò il primo periodo e nessuno ne aprì più argomento.
Sara era immobilizzata sul posto con le lacrime agli occhi, mentre Niccolò era sul punto di sbroccare.
Non era colpa di Angelica se non sapeva per filo e per segno i fatti, eppure fece comunque parecchio male sentirsi dire una cosa del genere.

«pensi davvero che io non sappia che cosa vuol dire? Pensi che non sappia che cazzo significa sentire qualcuno che cresce dentro di te e non sentirsi pronta perché troppo piccola!?»

Quella volta fu Sara ad alzare la voce, tanto che Niccolò dovette alzarsi e farle segno di lasciare la cucina per qualche attimo, giusto per calmarsi.
Nessuno dei due riusciva a nominare quel bambino a mente lucida, non parlarne sarebbe stato sicuramente meglio; ma purtroppo quella volta non fu così.

«è ovvio! A ventiquattro anni sai badare a te stessa, io ne ho diciotto e..»

«cristo Angelica, anche io sono rimasta incinta a diciotto anni e l'ho perso quel bambino!»

Simone fu l'unico ad avere una minima reazione, pronunciò un "eh?" con una faccia a dir poco sconvolta, al contrario di sua sorella.
Lei neanche se lo sarebbe mai aspettato sicuramente, eppure nei momenti di rabbia si pensano a tante cose, sbagliate soprattutto..
All'improvviso si sentì solo una sostituta di quel bambino, come se i suoi genitori l'avessero voluta solo per colmare quel vuoto..
Non sapeva che quel vuoto non l'avrebbe mai colmato nessuno, lei aveva solo occupato un altro spazio, così come Simone.

«probabilmente nemmeno tu eri pronta a fare da mamma, meglio una morte certa che dargli una vita con una mamma irresponsabile.»

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