I fantasmi del cuore - Capitolo 6

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Ho un dejà-vu.
La prima volta in cui l'ho visto, Klaus ballava strafatto al centro della pista, il corpo molleggiante e morbido come fosse una marionetta e Dio avesse i fili tra le dita.

È stato in una discoteca che l'ho incontrato e ora spero che la fortuna mi assista di nuovo. Questo non è proprio lo stereotipo dei locali che son solita frequentare, quattro mesi fa (ma in generale in tutta la mia vita) non avrei messo piede qui dentro nemmeno a pagamento: la cocaina è direttamente sopra i tavoli in attesa che qualcuno la sniffi, c'è puzza d'erba, sudore, alcol e a malapena si riesce a respirare, la clientela va dall'élite della città alla peggior prostituta dei bassi fondi.

Non so di preciso cosa o chi stia cercando, non ho una minima pista se non quella che, due mesi fa, Klaus è stato qui.

La musica è assordante, mi fanno male testa e stomaco ma non posso e non devo tirarmi indietro, prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni mostrando la foto mia e di Klaus al barista e dovendo urlare a pieni polmoni per farmi sentire: «Hai mai visto questo ragazzo?»

Il barista, un uomo alto e calvo con due occhi di ghiaccio, mi squadra in malo modo da capo a piedi: «Sei uno sbirro?»

Scuoto la testa: «Ho l'aria di uno sbirro?»

«Non posso ricordarmi tutti i clienti.»

Sospiro pesantemente ed ecco che tiro fuori quello che non avrei mai voluto: cento dollari. Per me significa la spesa di quasi un mese. «Sicuro?» insisto.

L'uomo prende i soldi poi si accuccia sul bancone osservando il locale sottecchi: «Prova a chiedere a Raiden, è quello col fulmine sulla faccia.»

Come si suol dire: ogni uomo ha il suo prezzo.

«Grazie.»

Analizzo il privé della discoteca, non ci metto molto ad individuare il tavolo di questo Raiden: deve essere quello protetto da quattro energumeni in giacca e cravatta, due a destra, due a sinistra, in piedi e dando le spalle all' unico uomo seduto su un divano a gambe larghe, circondato da una serie di bellissime ragazze. Non riesco a vedergli il volto poiché buttato all'indietro al di là del divano con le donne che sembrano voler divorarlo da un momento all'altro.

Forza e coraggio, Valery, o la va o la spacca.
Un lungo respiro e mi stacco dal bancone scivolando giù dallo sgabello...
Impattando contro qualcuno.

«Ehi, fa attenzione!» mi ammonisce per poi sorridere beffardo e guardarmi negli occhi e restando fermo qualche secondo, come a volersi far riconoscere.

Ha i tratti orientali, i capelli neri, occhi dello stesso colore, viso da ragazzino, fisico minuto chiuso in una giacca in pelle e abiti pesanti troppo insoliti per una discoteca.

L'ho visto una sola volta in televisione, quando i telegiornali annunciavano la sua morte.
Ho visto le sue foto solo una volta nell'altarino che avevamo costruito a scuola.
Una sola volta ho visto il ritratto che una delle mie amiche aveva dipinto per omaggiare il suo preferito dei Sette bambini prodigio.
Una sola volta.
Ma è un viso difficilissimo da dimenticare.

«Ben?»

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora