CAPITOLO 28

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Alex

Stretta nel mio cappotto osservo le due bare davanti ai miei occhi. Un dolore lancinante mi colpisce al petto. Pensare che li dentro sia rinchiusa la mia amica mi fa venire voglia di vomitare.

Non penso di aver ancora realizzato il tutto.

Il prato verde mi da un senso di pace. È l'unica cosa che mi permette di non impazzire. Anche le centinaia di lapidi bianche trasmettono un senso di armonia. Poi abbasso lo sguardo e vedo il grosso buco di terra con all'interno le due bare.

E di nuovo mi sembra di sprofondare.

Mi hanno detto che a Malcom non verrà fatto un funerale, ma hanno lo stesso accettato di seppellirlo vicino a sua figlia. Per rispetto di Emily. Perchè nonostante lei abbia fatto la cosa giusta allontanandosi da lui infondo gli voleva bene, infondo era sempre suo padre.

Non deve essere stato facile amare una persona cattiva, sai con tutto te stesso essere sbagliato, ma non puoi farne a meno. Nonostante questo lei è riuscita ad allontanarsi mantenendo una parte del suo cuore sempre legata alla sua famiglia.

Questo le fa ancora più onore.

Sento i bisbigli delle persone in sottofondo. Non mi volto nemmeno, continuo a fissare le due casse nella terra davanti a me. Non può già essere arrivato il momento. Non penso di essere pronta.

Sento una mano toccarmi dolcemente un braccio. So perfettamente di chi si tratta, senza bisogno di guardarlo in faccia.

<<Dobbiamo iniziare>> mi dice con voce tremolante.

Decido di dargli retta, solo perchè se c'è una persona che sta soffrendo più di me in questo momento è lui. Volto lo sguardo verso di lui ed esattamente come ieri sera: i suoi occhi sono rossi e ora anche segnati da profonde occhiaie.

<<Lei ti amava Trent, lo sai vero?>>

Lui annuisce, ma le lacrime gli scendono inevitabilmente dagli occhi. Mi avvicino a lui e lo stringo in un abbraccio, lui mi stringe intorno a se e io faccio di tutto per trattenere le lacrime.

Ieri sera, prima di tornare all'appartamento di Christian ho chiesto all'agente di passare dall'aereoporto della città, sapendo che Trenton sarebbe atterrato intorno a quell'ora. Quando mi ha visto il suo sguardo era incredulo. Sperava con tutto se stesso che la notizia del giorno prima fosse inventata, fosse falsa, fosse uno scherzo, sperava fosse qualsiasi cosa tranne che la verità.

D'altronde lui non era a conoscenza di nulla, come poteva anche solo immaginare tutto questo?

Ho passato tutta la notte a dare una risposta a ogni sua domanda. Gli ho spiegato del passato di Emily, gli ho raccontato chi fosse Christian e gli ho confessato che come lui nemmeno io sapevo nulla fino a pochi mesi prima. Gli sono stata accanto in tutte le fasi che ha attraversato: l'incredulità, la rabbia, la delusione e infine l'accetazione. Per me è stato un percorso difficile da affrontare, ma dopo mesi sono riuscita a convivere con tutto questo. Lui invece ha avuto una sola sera per metabolizzare il tutto e non potevo lasciarlo solo.

Christian invece... be' lui non è tornato.

Per tutta la sera ho sperato arrivasse, ho sperato in una sua chiamata, in una sua notizia e invece nulla.

So cosa sta facendo, non nel dettaglio, perchè questo non mi è dato saperlo, ma è il suo lavoro. E' il suo dannato lavoro che mi impedisce di sapere cosa fa per la gran parte del tempo e sempre per questo non so dove sia, ne come stia, ne se sia... morto.

Ho detto anche questo a Trenton e sembra che l'unica cosa che possiamo fare in questo momento è supportarci a vicenda.

Però è questo il problema: non dovrebbe essere Trenton a starmi vicino adesso. Non dovrebbe essere lui quello che mi stringe tra le braccia per evitare di farmi crollare. Non avrei dovuto passare l'intera sera prima del funerale della mia migliore amica a sperare di non dover perdere un'altra persona. E invece è proprio quello che ho fatto.

AD ARMI SCOPERTE [COMPLETA]Where stories live. Discover now