Ho srotolato una corda nel tuo pensare
Calandomi in quella mente per baciarla e amorevolmente scaldarlaT'ho donato l'alba d'ogni mio sorriso e dedicato la quiete del tramonto in occhi che,
finalmente,
ti vedevano a cullar i nostri sogniMa poi la notte giunse cupa e fredda
Fredda com'un'aperta finestra
Fredda come il vento,
che nel suo tetro parlare,
evocava pensieri,
li disseppelliva nella pauraEvocava quel tuo piangere la sera,
il tuo star immobile a guardar il tempo andar via,
senza dir un ché di parola
E quando nel silenzio quel pensier serpeggiava in statici occhi di vetro
Tu piangevi,
ma senza far rumore,
con strisce di lacrime a rigar il viso
Scendendo da occhi persi
Che lucidi riflettevan il gallegiar di paure,
Che duri come artigli sfregiavan il tuo SoleUna triste stella morente
Ed io inutile spettatore della tragedia, così fermo ad osservare a non capire, a non saper cosa fare
Poi in quella fredda notte la ragione tornò in me
Ma tu nel letto non c'eriE fu lì,
che nel gelido odor di morte
m'accorsi di quell'aperta finestraF. Mattesi
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