Back to Hogwarts

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L'ultima settimana, per Lily, era stata densa di pensieri nebulosi e di una strana elettricità. Continuava a riportare alla mente quanto era successo tra lei e Lysander, la notte di Capodanno, e non riusciva a scacciare dalla mente la sottile, persistente sensazione che fosse tutta una grande illusione. Era troppo intelligente per non capire che la sua era semplicemente paura, una paura cieca che lui si rendesse conto di aver sbagliato tutto, di essere semplicemente confuso, e che tornasse sui suoi passi, e nonostante si fidasse ciecamente di lui e della sua buona fede, non riusciva davvero a credere che finalmente fosse arrivato il momento giusto anche per lei. Per loro.
Aveva passato così tanti anni a ripetersi che lui non l'avrebbe mai guardata in modo diverso, che non riusciva proprio a godersi l'entusiasmo del momento, senza lasciarsi prendere dall'incertezza.
Non l'aveva più visto, dopo quella notte, ma lui aveva comunque trovato il modo per farle sentire che le era vicino: nell'ultima settimana, l'aveva tempestata di bigliettini spiegazzati, fatti di brevi frasi spezzate, solo per farle sapere che lei infestava i suoi pensieri, esattamente come lui continuava ad infestare i suoi.

Mentre si trascinava dietro il baule, alla stazione di King's Cross, avvertì una vena di impazienza e una strana agitazione. Salutò frettolosamente sua madre, che finse di non far caso alla sua espressione distratta, ma James continuava ad osservarla con un cipiglio curioso. Per fortuna, il suo fratello maggiore venne distratto e prese a ridacchiare alla vista di Al, che continuava a gironzolare attorno ad Alice con un evidente ed inequivocabile rossore sulle guance.
Mentre James l'aiutava a sollevare il baule, salì sulla familiare locomotiva scarlatta, continuando ad allungare il collo sperando invano di scorgere Lysander tra la folla. Sospirò, mentre salutava il fratello per l'ultima volta, e si diresse verso un vagone vuoto, aspettandosi che Alice e Al la raggiungessero di lì a breve. Si sporse dal finestrino e scorse la chioma di Roxanne che ondeggiava al vento leggero, mentre lei correva verso la parte opposta del binario.
La seguì con lo sguardo, e vide Lorcan stringerla dolcemente mentre Fred, in piedi accanto a James all'altro capo del binario, distoglieva lo sguardo da sua sorella e dal suo ex migliore amico, con un'espressione glaciale dipinta sul volto.
Ma Lily non gli prestò attenzione: in piedi accanto a Lorcan, Lysander le sorrideva, mentre prendeva a camminare lungo il binario, per raggiungerla. Lui non smise di osservarla per tutto il tempo, fino a quando non scomparve alla sua vista, inghiottito dalla locomotiva rossa, e pochi istanti dopo lo vide aprire le porte dello scompartimento, una scintilla luminosa ad animargli lo sguardo.
Non perse tempo ad avvolgerle la vita con le braccia, stringendola mentre sorrideva contro i suoi capelli rossi:

"Mi sei mancata così tanto..."

"E' passata solo una settimana, Lys. Abbiamo visto di peggio, non credi?"

Si allontanò da lei per guardarla negli occhi, con uno sguardo indecifrabile, ma colmo della tenerezza che le riservava sempre:

"Tu mi manchi sempre, Lils. Sono troppo abituato ad averti intorno, e poi... adesso è diverso."

Le parve di leggere quasi un filo di imbarazzo negli occhi verde-azzurri di Lysander, e rimase in silenzio, mentre il cuore sembrava volerle esplodere. Inclinò il viso da un lato, mentre lui la fissava con un'intensità tale da toglierle il fiato. Sentì il suo respiro solleticarle le guance, mentre lui prendeva a giocare con una ciocca dei suoi capelli rossi, come aveva sempre amato fare, senza staccare gli occhi dai suoi, e Lily si rese conto una volta di più di quanto ogni piccola cosa potesse essere così familiare eppure così diversa dal solito, tra loro.
Lui continuava a guardarla attentamente, accarezzandole il viso di tanto in tanto:

"Lils?"

"Mh?" fece lei, leggermente frastornata dall'intensità con cui continuava a guardarla.

"Forse non te l'ho mai detto, ma...sei bellissima."

Lily non poté impedirsi di arrossire impercettibilmente, e lui accennò un sorriso alla vista delle sue guance rosee. Lei rise, di rimando:

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora