In trappola

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"Credete che dovremmo dirglielo?"

Al si pentì di aver posto la domanda ancor prima delle occhiatacce torve di sua sorella. Come sempre, in quelle faccende il cervello di Lily era più avanti del suo.

Sospirò, mentre Lily si lasciava scivolare sul tappeto, appoggiata alle gambe di Lysander.

"Non ci crederà mai, Al, a meno che non sia lui a dirglielo."

"E lui non ha intenzione di farlo, a quanto pare" continuò Alice, seduta a gambe incrociate sul divano di velluto rosso.

Al annuì, preoccupato. Non avrebbe mai tradito i pensieri del suo migliore amico, ma la situazione stava diventando insostenibile. Li aveva chiamati quasi tutti a raccolta, nella Stanza delle Necessità, per evitare di essere scoperti da Rose o Scorpius: Lily, Dominique, che se n'era rimasta in silenzio e sovrappensiero per tutto il tempo, Lysander e Alice, Hugo e Camille, limitandosi a raccontare che, per qualche strana ragione, Scorpius aveva combinato tutto quel casino perché non si sentiva all'altezza di Rose. Il che, per sommi capi, era vero, ma per ragioni complesse e profonde che non era il caso di spiegare a tutti. Eppure, aveva avuto la sensazione che molti avessero comunque compreso – glielo aveva detto lo sguardo eloquente di Lily, il brillio dell'intuizione negli occhi vivaci di Camille, la risoluta consapevolezza della postura di Lysander, mentre tornava a stringere tra le braccia sua sorella, e il silenzio quieto di Alice, con la mano intrecciata alla sua.

Hugo se n'era rimasto in silenzio fino a quel momento, seduto sul divano, coi gomiti poggiati sulle ginocchia e il capo chino. Continuava a far scrocchiare nervosamente le nocche, senza dire una parola, e di tanto in tanto, Camille gli lanciava occhiate preoccupate, come se temesse di vederlo esplodere.

Poi, d'un tratto, si decise ad alzare il volto:

"Sono tutte cazzate."

Al incrociò gli occhi del cugino, in un lampo verde carico di sorpresa. Camille parve volerlo ammonire, poggiandogli una mano sull'avambraccio, e richiamandolo sommessamente:

"Hugo..."

Al si ritrovò a chiedersi quando quei due avessero raggiunto un tale livello di confidenza. Aggrottò la fronte, mentre Hugo si alzava in piedi e prendeva a camminare avanti e indietro per la stanza:

"Da quando in qua Scorpius Malfoy non si sente all'altezza di qualcosa o qualcuno?

Semplicemente, si è preso una sbandata per mia sorella, e quando le cose si sono fatte troppo serie ha preferito mollarla."

Al scosse lentamente la testa, alzandosi in piedi.

"Non è così, Hugo. Lo sai, voglio bene a Rose quanto te, ma conosco il mio migliore amico. È a pezzi, e io...io non so cosa fare."

Hugo si limitò a sbuffare, chiaramente contrariato.

"Al ha ragione"

Vide Hugo voltarsi lentamente verso Camille, che incrociò i suoi occhi e gli sorrise appena:

"Non conosco Scorpius bene quanto voi, ma...insomma, quel ragazzo è praticamente diventato un automa. In più, beh...a quanto pare, lui non...diciamo che non è più uscito con nessuna, ecco."

Albus annuì lentamente, mentre Hugo continuava a fissare Camille con la fronte aggrottata. Lei intercettò il suo sguardo, ed alzò gli occhi al cielo:

"Non guardarmi così, Weasley. Le voci girano."

Ma Hugo non si diede per vinto: "Mia sorella è praticamente cotta di lui, Cami, e se lui ricambiasse davvero, non perderebbe il suo tempo a fare il coglione. Perché dovrebbe?"

Qualcosa per cui vale lottareWhere stories live. Discover now