ℛ𝒶𝓉𝒾𝑜𝓃𝒶𝓁𝒾𝓉𝓎 𝑜𝓇 𝒾𝓃𝓈𝓉𝒾𝓃𝒸𝓉 ?

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L'indice della mano destra sfiora il labbro inferiore con i polpastrelli che avvertono ancora le labbra di lui che premono sulle sue.
Un risvegliare sensi sopiti che da quando ha incrociato i suoi occhi sembrano essere usciti dal limbo in cui si erano rinchiusi.
Ha gli occhi socchiusi rivedendo le immagini di loro due che passeggiano sulle rive del fiume Hudson come una coppia qualunque che si conosce da tempo. 

|| Una coppia? Si può essere una coppia dopo solo un giorno che ci si conosce? E' questo che si prova quando la realtà è migliore della fantasia? ||

Lei che dopo Lucas non ha dato alcuna possibilità a chi ha frequentato, lei che ha smesso di credere di poter ritornare a meravigliarsi, a sorridere in quel modo contagioso nello stare insieme a qualcuno, lei che è un disastro ora accanto a lui, si sente bellissima. 
Riapre gli occhi distendendo le labbra in un sorriso spontaneo ed imbarazzato nonostante sia da sola perché inevitabilmente, ripercorre le ore trascorse con lui; attimo dopo attimo, la voglia di conoscere l'altro e di vivere il momento senza se o ma.

. . . . 

 <Credevo avessi cambiato idea>

<<Perché mai avrei dovuto?Ad ogni modo mi hanno trattenuta in amministrazione, scusami se ho tardato>> 

Mente. Ha trascorso gli ultimi venti minuti in bagno provando ad essere presentabile dopo una giornata tra pitture e tele. 

 <Ti sto prendendo in giro Davies. Potrei dirti qualunque cosa e mi crederesti>.

 <<Cosa ti fa pensare che io creda a tutto quello che dici?>>

 <Forse il fatto che hai accettato di vedermi ancora, oppure che ti fidi di uno sconosciuto o ancora che...>

 <<Che non voglio farmi domande ma trascorrere del tempo con te>> 

 <Questa terza opzione non è male> 

Perché quando gli è vicino tutto appare più semplice e senza complicazioni?
Si sente come se facesse tutto parte di un disegno in cui entrambi hanno già il proprio percorso decidendo di muoversi verso l'altro senza alcun timore. 

 <<E' la verità Deniz, mi hai chiesto di voler trascorrere le tue settimane di permanenza a New York con me, mi è ancora sconosciuto il motivo di questa tua richiesta ma non te lo chiedo voglio solo viverla>> 

Un sorriso spontaneo si dipinge sul volto di Deniz che inclina la testa portando la mano vicino al viso di Valerie che rimane a guardarlo; con il palmo aperto sfiora la sua guancia - lei rabbrividisce - e di rimando la piega socchiudendo gli occhi. 
Lui non risponde all'affermazione di Valerie si limita solo ad accarezzarla e fissare le sue iridi scure in cui - almeno Val - si perde in quel contatto visivo che non vuole lasciare.

 Lui non risponde all'affermazione di Valerie si limita solo ad accarezzarla e fissare le sue iridi scure in cui - almeno Val - si perde in quel contatto visivo che non vuole lasciare

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<Andiamo Davies, sono nelle tue mani> 

Quel sussurro con un tono di voce alquanto roco, desta Valerie dalle immagini a rallentatore a cui si è collegata per vivere quell'istante tra i due come un film muto, fatto di sguardi, intese e sensazioni.
Annuisce a quella richiesta ma non prima di aver ricambiato il sorriso di lui - è magnetico ed è meraviglioso quando sorride - si incammina a passo lento invitandolo a seguirla.
Camminano fianco a fianco; lei è talmente elettrizzata - o forse presa dall'ansia di riempire un silenzio in cui lui sembra leggerla - che non smette di parlare illustrandogli le meraviglie che incontreranno man mano che avanzano. 

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