ℒ𝒾𝒻𝑒 𝑜𝓇 𝒹𝑒𝒶𝓉𝒽?

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LUGLIO 2020

<Mi hanno contattata ieri sera dal deposito e stamane mi hanno fatto recapitare delle tele che hanno trovato in uno scatolone. Possono servirti o non so, segui qualche iter particolare per smaltirle?>

<<Sicuramente ci sarà un motivo per essere state messe lì Emma, ma se non vedo quali possono essere non so cosa farne. Sei sicura siano mie o di qualche artista che è sparito?>>

<Una è incompiuta e dietro c'è apposta la tua firma, le altre non le ho ancora aperte.>

<<Fammi un po' vedere>>

Valerie srotola la tela lasciando che occupi parte della sua scrivania e nell'istante in cui si palesa - dinanzi ai suoi occhi - lo schizzo del "Ritorno del Figliol Prodigo" di Rembrandt, la mano che tiene stretta la tazza di tè molla la presa lasciando che si infranga sul parquet riducendosi in mille pezzi.

<Val? Stai bene?>

Nessuna risposta a quella domanda che nemmeno è udibile alle orecchie di Valerie.
Trasportata di forza nei ricordi di quello schizzo, ricordi di un momento in cui voleva mollare tutto per aver accettato di rappresentare secondo il suo stile un'opera famosa per un ricco proprietario europeo di cui, però,  non ha mai nemmeno conosciuto il nome. 

Era Febbraio 2015 quando tutto ebbe inizio

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Era Febbraio 2015 quando tutto ebbe inizio. 

Sebbene Valerie avesse perso più di anno di studi sia per la gravidanza che per i mesi successivi alla maternità, riusicrà a laurearsi qualche anno dopo, a pieni voti.
Questo le "aprirà" le porte al museo di arte contemporanea Guggenheim per uno stage nella categoria dei pittori emergenti e, grazie a questo, attirerà nel corso del tempo l'attenzione di alcuni finanziatori e collezionisti di opere d'arte.
Lo stage al Guggenheim cominciato a febbraio 2014 le permetterà di raggiungere l'anno successivo una posizione tale nella graduatoria interna da poter essere inserita tra i pittori che si occuperanno di alcuni investitori, anche anonimi, nel commissionare opere specifiche a cui il direttore Armstrong non dirà mai no sia per i finanziamenti che per gli sponsor che sosterranno il museo quotidianamente.
Sarà proprio uno di questi collezionisti che richiederà una rappresentazione del "Ritorno del Figliol Prodigo" di Rembrandt con specifiche indicazioni su alcune sigle da inserire all'interno del quadro stesso: la moglie deceduta a causa di una malattia grave amava quel dipinto e lui vuole "conservarlo" come lei l'aveva sempre immaginato.
Le sigle dei loro nomi insieme alla data del matrimonio sotto forma di codici vengono consegnati direttamente nelle mani del direttore.
Tra i pittori emergenti la scelta ricade su Valerie che, sebbene contraria fin dall'inizio per dipingere una rappresentazione già esistente, accetterà non solo per la pubblicità che potrà farla conoscere ma anche per i finanziatori che presenziano spesso ai concorsi e potrebbero avvicinarla maggiormente alla realizzazione del suo sogno con sovvenzioni private.

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