DAGRID *di cartone*

255 12 2
                                    

è stato molto difficile scrivere questo capitolo, per il motivo che tutti saprete, se siete finiti qui. ho deciso di pubblicarlo adesso, non in fondo, per mostrare che per me, per noi,  Dario sarà sempre e comunque parte della valle, ma soprattutto parte dei nostri cuori. dario, seppur facendo lo scemo, ridendo e scherzando mi ha insegnato molto, e io gli sarò grata per sempre per questo. lo seguirò in tutto quello che deciderà intraprendere, comunque vada, perchè se lo merita. non merita di essere abbandonato o disprezzato solo per aver fatto una decisione importante per lui.  non voglio dilungarmi troppo quindi iniziate a leggere, anche a costo di versare qualche lacrima: fa solo bene.


Dario's pov

controllo che nessuno mi stia guardando, apro la porta, entro e me la richiudo velocemente dietro le spalle.mi appoggio alla superficie fredda dietro di me e tiro un sospiro di sollievo. è sempre bello tornare qui, il posto dove sfogarsi, dove essere se stessi, dove buttare fuori tutto. faccio qualche passo, mi guardo nello specchio. sistemo velocemente i capelli con qualche colpetto di mano. mi avvicino alla seconda porta. appoggio la mano sulla maniglia fredda. la abbasso, chiudo gli occhi, entro.

-ciao-

-sei arrivato alla fine-

-si, non sai quanto io sia sollevato di essere qui...parlare con te mi aiuta moltissimo-

-si, anche io sono felice tu sia qui. mi fai sentire meno finto. meno di cartone.- 

-io ogni tanto vorrei esserlo-

-felice?-

- di cartone.-

lo guardo. lui restituisce lo sguardo. -hagrid...io...ti ho sempre detto tutto...lo farò anche ora, perchè io t..- lui mi interrompe. mi appoggia una mano sulla spalla. mi sono accucciato per guardarlo bene negli occhi, quindi il gesto gli risulta facile. -dario- abbassa lo sguardo, ma poi torna a scrutare  miei occhi. -dario, è dalla prima volta che ti ho visto, quando mi hai tirato fuori da una scatola di cartone, mi hai montato e hai iniziato a parlarmi che io...- questa volta sono io ad interromperlo. -ti amo Hagrid- gli accarezzo la barba ispida, la giacca di pelle ruvida, gli afferro i fianchi. lui mi guarda quasi stupito, quasi impaurito. ricambio uno sguardo che sa quello che vuole e che ora lo farà accadere. avvicino le mie labbra alle sue, esito un attimo, poi mi decido e lo bacio. bacio la persona che ha sempre saputo ascoltarmi, come mai nessun altro, bacio la persona che per me c'è sempre stata. lui con le sue mani tozze mi afferra il volto, ricambia il bacio. -dario, sei qui? dar..- la porta si spalanca. tonno mi fissa incredulo. -dario ma che cacchio fai?- chiede con espressione stranita sul volto. io ho spinto via leggermente Hagrid. -guarda che non sto filmando un backstage, conservale per dopo le gag..- mi informa. -tu non capisci! vattene via! cosa ci fai qua?- mi alzo, lo spingo fuori dalla porta, arrabbiato -dario..ma che..no, aspetta...- urla tonno. lo spingo ancora più lontano, prendo la chiave, torno nel bagno e la infilo nella serrature per chiudere la porta. poi me la infilo in tasca. mi giro verso hagrid. loro non possono capire..- mormoro. -hagrid?- chiedo quando vedo che lui non risponde. -hagrid, ma cosa?- lui resta ancora in silenzio. lo guardo, e nelle mie iridi si riflette solo una piatta e insulsa sagoma di cartone. un'inutile ammasso di carta colorata.  una figura in due dimensioni, con solo le sembianze di una persona. di una persona che un tempo amavo. ma che non esiste.lo prendo tra le mani.lo fisso, schifato, ancora più arrabbiato, lo lancio per terra con tutta la forza che ho. lo guardo con disprezzo, lui è li per terra, con l'espressione che non è cambiata minimamente.predo la chiave dalla tasca, la infilo con violenza nella serratura. giro un po' troppo forte. era chiave si rompe. metà resta ancora incastonata nella porta, metà me la ritrovo in mano. -oh no.- la lancio per terra, insieme ad un oggetto che fino a prima che entrasse tonno non consideravo come tale. inizio a battere i pugni sulla porta, ad urlare. pochi secondi dopo sento qualcuno precipitarsi nell'anti-bagno. -che succede?- chiede la voce attutita di cesare. -si è rotta la chiave nella serratura...- -come cacchio hai fatto a romperla??- chiede -andiamo a chiamare un fabbro!- urla Frank. -ehm...se vuoi ti faccio compagnia qui, mentre lo aspettiamo..- mi dice cesare più per scherzo. io però rispondo seriamente. -no, voglio stare da solo.- mi siedo con la schiena contro la parete. -ma non sei solo. ci sono io.- dice una voce accanto a me. -hagrid...ma...tu..tu sei vero o no?-chiedo con voce tremante. lui si avvicina e mi bacia. -ma chi se ne importa?- chiede. -nessuno.- mormoro.



space valley - one shotWhere stories live. Discover now