29. Ferite aperte

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Maka si risvegliò con un mal di testa che non aveva mai provato in vita sua. Si sforzò di aprire le palpebre più volte, abbagliandosi con la forte luce che entrava dalle finestre della camera. In un secondo momento si accorse di qualcosa che le premeva sulla pancia e così spostò gli occhi semichiusi su quello che risultò essere il braccio di Soul.

La bionda borbottò qualcosa e iniziò a strofinarsi la faccia, fermandosi appena si ricordò di essere ancora truccata. Si guardò con una smorfia le dita sporche di ombretto marrone e tornò sul braccio di Soul, che le circondava la vita. L'albino giaceva prono accanto a lei, respirando pesantemente nel sonno.

Cercando di capire cosa poteva essere successo e perché fossero in quelle condizioni – si erano ubriacati? – Maka mosse lo sguardo per la stanza, confermando di trovarsi nel loro appartamento. Controllò bruscamente se fosse vestita e tirò un sospiro di sollievo: aveva il vestito da damigella addosso. Virò lo sguardo anche su Soul che era in camicia e pantaloni eleganti, scorgendo poi la sua giacca sul bordo del letto. D'improvviso le venne un flashback di lei e Soul che si baciavano sulla pista da ballo.

Finalmente, dopo settimane di rancori e tristezza, avevano fatto pace. Al pensiero Maka sorrise, ma le venne di nuovo un forte dolore alle tempie. Gli indizi che le stava dando il corpo le suggerivano di aver bevuto troppo la sera precedente.

Soul mugugnò e si mosse di poco. La bionda, a fatica, sporse il viso, ma vide che non si era svegliato. Poi però questi sobbalzò e sollevò il viso. Timidamente sbatté le ciglia un paio di volte, e Maka sentì le sue dita stringerle il fianco. Questi spostò confuso la mano più in alto, incontrando qualcosa di più morbido.

«Ehi!» squittì lei, schiaffeggiandogli le nocchie.

Soul si svegliò completamente, guardandola accigliato.

«Maka?» farfugliò con voce impastata. «Che è successo...?».

La bionda sprofondò nel cuscino e sospirò. 

«Bo'» disse.

Soul si fermò un attimo e chiese: «Come bo'...?».

«Bo'... se non lo sai tu» bofonchiò stancamente Maka.

L'albino si puntellò sui gomiti e verificò in che stato fosse.

«Dici che abbiamo...?» chiese.

«No, non l'abbiamo fatto» rispose Maka, l'avambraccio sugli occhi. «Credo».

Soul sbadigliò: «Peccato».

E Maka fece un sorrisetto lieve. «Passi piccoli, Evans».

L'albino ghignò e stese le braccia in avanti, appoggiando la guancia sulla spalla. In quell'istante, l'idea che fosse veramente bello guizzò nella mente di Maka.

«Non vuoi rimediare?» disse con voce roca lui, ammiccando. 

Maka sentì un fremito al basso ventre e interruppe il contatto visivo guardando da un'altra parte. Sospirò e disse un 'no' che le uscì molto incerto.

Soul non si arrese e si sollevò sulle mani portandosi col busto sopra di lei

«Ho detto no!» ridacchiò la bionda.

«Siamo già qui... e poi stai già sotto...».

Maka inarcò le sopracciglia. «Quanta sfacciataggine!».

«Credo di essermi appena ricordato che ieri sera lo stavamo proprio per fare su questo letto...» mormorò Soul, baciandole languido il collo.

La ragazza strizzò gli occhi e cercò di ignorare quel desiderio che gli aveva risvegliato in corpo Soul, perché si era ripromessa di non farlo più con lui finché il loro rapporto non si fosse stabilizzato definitivamente. 

WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora