Capitolo 47

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Le sette ore della seconda parte dell'operazione per Simmons furono parecchio stancati. C'era stato un momento in cui stavano per perdere Clint ma erano riusciti a tenerlo vivo. Finita l'operazione Jemma e tutta l'equipe di medici che l'avevano aiutata tirarono un respiro di sollievo.
Quando Clint si svegliò nella stanza c'era solo Fury.
"Buongiorno, Barton, o dovrei dire buonanotte data l'ora"
"Signore, l'operazione è andata bene?"
"Si, ragazzo."
Fury avvicinò una sedia a rotelle.
"Mentre io dico a Simmons che sei sveglio siediti sulla sedie a rotelle, dobbiamo andare in un posto"
Fury era alquanto misterioso ma era pur sempre Fury... Anche i segreti di Fury avevano dei segreti quindi Clint pensó che fosse tutto normale.
Clint si sedette anche se con qualche difficoltà e poi aspettò che Fury rientrasse.
Quando rientrò lo guardò.
"Dove vuoi portarmi?"
"Lo vedrai"
Fury iniziò a spingere la sedia a rotelle e portò Clint nell'hangar dove salirono su un elicottero.
Il volo durò 10 minuti.
Arrivati Fury fece scendere Clint.
L'agente che li aveva accompagnati restò in elicottero e Fury spinse Clint.
Erano a Waverly, la città natale di Clint.
Clint incominciava a insospettirsi... Che ci facevano lì da soli?
Poi iniziò a vedere da lontano un tendone.
Una volta che si furono avvicinati un po' cercò di fermare Fury.
"Signore, lei sa a chi appartiene quel tendone, che ci facciamo qui?"
Fury non rispondeva, continuava ad andare avanti.
Un senso di frustrazione e paura invase Clint che cercò di fermare con la forza Fury ma era troppo debole.
Clint cercò di parlargli fintanto che erano abbastanza lontani dal tendone.
"Fury, ti ricordi quando mi hai preso?"
"Certamente... "
"Ti ricordi quello che mi hai detto?"
"Che ti avrei dato una vita migliore"
Clint in quel momento si rese conto che c'era qualcosa che non andava.
Fury non gli aveva detto solo quello.
Quello che lo aveva davvero spinto a diventare un agente era altro, non gli importava di avere una vita migliore.
Clint capì che chiunque fosse dietro di lui poteva avere la faccia di Fury ma non era lui.
"Esatto signore... "
"Bene figliolo, siamo arrivati"
Quella parola, figliolo, confermò a Clint che non fosse Fury quello che lo stava spingendo. Solo una persona lo chiamava figliolo: Buck Chisholm.
"Dimmi, Buck, come hai fatto ad avere la faccia di Fury?"
Buck spinse dentro il tendone Clint e poi gli si mise di fronte.
Erano illuminati solo dalla luna, tutte le luci erano spente.
"Sei sveglio, ragazzo, cosa mi ha tradito?"
"Fury mi disse che avrei avuto una vita migliore ma lui sa che non sono diventato un agente per quello. Mi disse che avevo imparato per gioco a tirare con l'arco ma avevo sottovalutato le mie potenzialità. Mi disse che se fossi diventato un agente avrei potuto usare le mie abilità non per far ridere la gente ma per salvarla e per tenerla al sicuro cosa che nessuno era riuscito a fare con me... E poi mi hai chiamato figliolo"
"Scusa, l'abitudine"
"ora dimmi come hai fatto per assumere le sembianze di Fury"
"La tecnologia ha fatto grandi passi avanti, mi è bastata una sua foto e questa"
Buck si tolse una specie di maschera dalla faccia.
"Chi te l'ha data? Sono maschere di cui lo SHIELD è appena entrato in possesso"
"Beh, lo SHIELD non è l'unico a potersele permettere!"
"Che ci facciamo qui?"
"Qui c'è gente che dopo il mio arresto ha creduto che tu avessi ragione, quando li ho contattati mi hanno detto che adesso comprendevano le tue scelte. Gli ho ribadito che avevi ucciso Christian e che pertanto sei un'egoista, che per arrivare dove vuoi faresti di tutto... Ho cercato di fargli capire che sceglierai sempre di tutelare te ed i tuoi interessi ma loro non mi hanno creduto quindi gliene do prova"
Le luci del tendone si accesero mostrando Jodie, Billy e Sophie.
Erano legati.
Clint restò immobile non sapendo cosa voleva fare Buck.
"Ragazzo, puoi fare delle scelte: la prima è andare via ma moriranno, la seconda è morire e loro se ne andranno... "
"Io scelgo la terza: combatto e li libero"
Clint si alzò dalla sedia... Era troppo debole per combattere ma quella sera non sarebbe morto nessuno.
"Oppure c'è la quarta scelta. Sappiamo tutti e due che c'è qualcuno tra loro tre a cui tieni di più, com'è normale che sia. La quarta scelta è: prendi quella persona e lascia qui le altre due."
"Scordatelo, non giocherò al tuo gioco malato"
"Sapevo che l'avresti detto ed è per questo che sceglierò io quale opzione mettere in atto: la quarta"
"Non ho intenzione di scegliere uno tra loro tre, sono miei amici e non moriranno"
"Due di loro moriranno e se non ti sbrighi moriranno tutti e tre"
"Buck, smettila!"
"vediamo un po', magari sceglierai Sophie"
Buck puntò la pistola verso Sophie.
"O magari Billy"
Poi la puntò verso Billy
"Oppure potresti portare con te Jodie"
Buck la punto verso Jodie.
"Buck, ti prego, smettila... Avevi promesso ad ognuno di noi una casa sicura"
"Si, ma in cambio della vostra fedeltà"
"Eravamo solo dei bambini che girovagavano per le strade, non sapevamo neanche a pieno il significato di fedeltà!"
"Mi dispiace Clint ma io vi avevo detto che non avreste potuto lasciare me e il circo, tu l'hai fatto e da allora ho architettato tutto, non riuscirai a fermarmi perché qualsiasi mossa tu faccia io l'ho già considerata e ho già fatto un piano."
"Cosa ti fa credere che io faccia le mosse che ti aspetti?"
"Ti conosco, so perfettamente cosa faresti in qualunque momento"
"Mi conosci per quello che ero, non per quello che sono... Sono cambiato da quando ho lasciato il circo"
"Questa è la bugia che ti racconti per non sentirti in colpa... Clint, forza ragazzo, fai una scelta"
"Anche se scegliessi una persona non riusciresti mai ad uccidere tutte e due le persone che restano, sei da solo"
"Dovresti aver imparato che il fatto che tu non veda qualcuno non voglia dire che non ci sia. Hai 10 secondi per scegliere chi di loro salvare o moriranno tutti e tre. 10... 9... 8..."
Buck continuava a contare e Clint a cercare un modo per salvarli tutti.
"5... 4... 3... 2... 1..."
Buck puntò la pistola verso Sophie e Clint si mise in mezzo pensando che mentisse quando diceva che ci fosse qualcun'altro oltre a lui.
Buck rise.
"Beh, hai fatto la tua scelta"
Si sentirono due colpi di pistola.
Billy e Jodie caddero a terra.
Clint si precipitò da loro per vedere se poteva ancora salvarli ma erano morti sul colpo. Nel frattempo Buck se ne andò via.
Sophie era ancora legata, guardava Clint che cercava invano di rianimare i due amici.
"Clint, slegami, per loro è troppo tardi"
"No, deve esserci un modo per riportarli indietro, non possono morire, non per colpa mia"
"Clint... Smettila, sono andati, slegami e andiamo via"
Clint si era sporcato tutte le mani e i vestiti del sangue dei due ragazzi. Sophie aveva ragione ormai erano morti.
Clint la slegò e poi si sedette a terra guardando nel vuoto.
Sophie gli si avvicinò.
"Clint, andiamo via da qui"
"Non possiamo lasciarli qui"
"E invece si, andiamo"
Clint si alzò e Sophie lo aiutò a camminare. Presero un taxi per arrivare fino alla torre.
"Clint, stai bene?"
"Si... Tu?"
"No, è non stai bene neanche tu... Billy e Jodie sono morti, non puoi stare bene"
"Non affronterò questo discorso... Non ora e soprattutto non con te"
"Sei arrabbiato con me?"
"Vorresti biasimarmi?"
"Tu mi hai lasciato sola al circo"
"Tu non hai idea di quello che ho passato prima del circo, anche se te l'ho raccontato, e neanche quello che ho passato al circo stesso e non hai il diritto di criticare le mie scelte. Ora stai zitta."
Sophie non rispose e il resto del viaggio passò in un silenzio degno dei morti.
Arrivati alla torre Clint scese dal taxi e si diresse all'ingresso.
Nel momento stesso in cui fu dentro diede degli ordini ad un agente.
"Chiama il direttore Fury, digli che l'agente Barton deve dirgli delle cose, è una cosa prioritaria, capito agente?"
"Si, signore"
L'agente corse per fare quello che gli aveva detto Clint.
Clint si girò verso Sophie.
"Tu adesso vieni con me, sbrigati"
Sophie fece quello che aveva detto, dopotutto se non l'avesse fatto di sua volontà l'avrebbero costretta tutti gli agenti che aveva intorno.
Clint, seguito da Sophie entró in ascensore e salí fino al piano degli Avengers. Una volta arrivato prese Sophie per un braccio e la chiuse dentro la sala briefing per poi sedersi su una sedia nel soggiorno aspettando l'arrivo di Fury.
Dieci minuti dopo Steve ricevette una chiamata proprio da Fury che gli chiese di controllare Clint fino al suo arrivo l'indomani mattina.
Steve uscì dalla sua stanza, stava andando in infermeria quando si accorse che Clint era in soggiorno che guardava in silenzio il vuoto. Gli si avvicinò.
"Clint, stai bene?"
"Si... "
"Non dovresti essere su un lettino, sotto gli occhi esperti di Jemma, in infermeria?"
"Sto aspettando Fury"
"Mi ha chiamato, ha detto che potrà venire solo domani mattina"
Clint si alzò.
"Maledizione"
Steve gli mise una mano sulla spalla.
"Clint, cosa succede?"
Clint lo ignorò ed aprí la porta della sala briefing facendo uscire Sophie.
"Se pensi che ti faccia passare la notte in un letto comodo ti sbagli, Sophie, e di grosso"
Steve, sorpreso, guardò prima Sophie e poi Clint.
Non ebbe il tempo di dire niente che Clint aveva già fatto salire in ascensore Sophie.
Steve si precipitò nell'ascensore per parlare con Clint, doveva capire che diavolo stava succedendo.
"Clint, lei non è una ragazza del circo di Trickshot?"
Clint annuì e Steve gli fece un'altra domanda.
"Perché è qui?"
"Perché si merita la prigione"
Sophie gli rispose
"Perché, tu no?!"
"Ti ho chiesto di esprimere un tuo parere?"
"Non prendo ordini da un'ipocrita"
"E sentiamo perché sarei un'ipocrita?"
Clint fermò l'ascensore per avere il tempo di parlare con Sophie.
Lei rispose molto scocciata.
"Perché dici che merito la prigione quando tu hai fatto anche cose peggiori di quelle che ho fatto io eppure sei un'Avenger"
"Io non ho sfruttato i tuoi punti deboli, non ho raccontato delle confidenze che mi hai fatto e soprattutto non ho mai permesso che uno dei miei amici morisse"
"Evidentemente hai la memoria corta dato che Billy e Jodie sono appena morti!"
Clint non rispose e fece ripartire l'ascensore.
Steve intanto ascoltando i due discutere aveva capito perché Clint non era in infermeria.
L'ascensore si aprí e Clint fece scendere Sophie. Si avvicinò a due agenti.
"Mettetela in una delle celle per i sospettati"
Poi la consegnò ai due agenti che la portarono via.
Steve aspettò che Clint rientrasse in ascensore per parlargli.
"Clint... "
Clint non lo fece neanche finire di parlare.
"Steve, stai zitto, non è il momento"
"Almeno posso chiederti di tornare in infermeria anziché nella tua stanza?"
Clint annuì e una volta che l'ascensore si fu fermato andò dritto in infermeria.
Steve non l'aveva guardato attentamente ma adesso che erano solo loro due si accorse che aveva le mani sporche di sangue così come la sua maglietta e i pantaloni.
"Clint ma che diavolo hai fatto? Sei tutto sporco di sangue"
Clint fece un respiro profondo per poi alzarsi e andare nel bagno della stanza.
Cerco di lavarsi le mani ma il sangue si era asciugato, ci sarebbe voluto un po' di più per lavarle.
Clint si fermò appoggiando le mani al lavandino. Appena chiudeva gli occhi sentiva i due colpi di pistola e rivedeva i corpi di Billy e Jodie a terra, immobili e senza vita.
Steve preoccupato bussò alla porta del bagno.
"Clint? Va tutto bene?"
"Ehm, si, va tutto bene"
Clint iniziò a sfregarsi le mani e una volta finite di pulirle uscì dal bagno.
"Steve, vai a dormire"
"Non se prima non mi dici che cosa è successo"
"Steve, davvero, non è il momento"
Steve annuì e se ne andò capendo che Clint non era ancora pronto per parlare e che pressarlo non sarebbe servito a niente.

L'incubo ~Clint Barton~Where stories live. Discover now