Chapter XVI (Out)

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“Ciao, tesoro,” una voce roca suonò nel mio orecchio destro. Mi lamentai e aprii lentamente gli occhi, girando la testa di lato per vedere Harry che mi stava guardando, la sua testa era sulla mia spalla.

“Ciao.”

Le sue braccia erano intorno alla mia vita, tenendo il mio corpo attaccato al suo. Lasciai uscire un sospiro di felicità, prendendo le sue grandi mani nelle mie piccole. Appena lo feci, cominciò a solleticarmi i fianchi. Mi lasciai scappare uno strillo, saltando in piedi sul pavimento, fissando un Harry divertito.

Solo allora realizzai che avevamo dormito sul divano, ecco perché ero sul pavimento in un solo secondo.

“Non è divertente,” protestai, portando le braccia sulla mia vita. Alzò le sopracciglia, aprendo le braccia così che ci potessimo coccolare ancora.

Esitante, il mio corpo trovò di nuovo il suo, le mie mani misero la bianca coperta sopra di noi. Restammo così per un po’, godendoci il silenzio intorno a noi. Le pareti in mattoni bianchi davano alla stanza un aspetto pacifico, i raggi del sole riflettevano attraverso la finestra indicando il clima calmo di quel giorno, e stavo per cadere nuovamente nel sonno, ma sentii delle soffici labbra posarsi sulla mia spalla. I miei occhi si aprirono appena la pelle d’oca si formò su tutto il corpo, un sorriso si allargò sul mio viso.

“Ho fame,” dissi, sentendo una profonda risata da Harry, e sentii la vibrazione del suo petto sul dietro della mia testa.

“Ancora non voglio alzarmi.” Rispose semplicemente.

“Io-“

“Bene, cosa vuoi per colazione?” sospirò, sapendo che avrei vinto comunque. Sogghignai in vittoria, alzandomi lentamente dal divano, ma fallii appena delle macchie nere mi accecarono per pochi secondi, il tempo per il sangue di correre nelle vene e andare giù nel corpo. I miei piedi mi guidarono fino all’entrata della cucina, aspettandolo mentre strofinava gli occhi con il dietro delle mani. Dopo Harry si stiracchiò, flettendo le mani più lontano che potesse, facendo lo stesso con le gambe e arricciando le dita dei piedi. Mi morsi le labbra a quell’azione, la sua schiena offriva una visione carina del suoi muscoli che si muovevano sotto la pelle.

“Io- Uh, pancake?”

“Okay,” sorrise, avvicinandosi e mettendosi la bianca maglietta che si era tolto la sera prima.

Mi girai ed entrai in cucina, ma appena mi stavo per sedere sulla sedia del tavolo, una grande mano schiaffeggiò il mio sedere. Ansimai, le mie mani restarono sulle chiappe in modo da proteggere appena mi girai per vedere un ghignò giocoso sul viso del mio fidanzato.

“Hey!” me l’avrebbe pagata.

Andai dietro al contatore e schiaffeggiai il suo sedere il più forte possibile. Un gemito uscì dalla sua bocca, coprendosi il sedere con le mani, il sorriso prese lo spazio di un broncio.

“Aw,” feci, “il piccolo Harry è stato ferito?” dissi innocentemente.

Un respiro lasciò la mia bocca, le sue braccia erano andate intorno alla mia vita per portare il suo corpo attaccato al suo. Fece incontrare le sue labbra con le mie, baciandomi avidamente. Le mie mani giocavano con i suoi ricci, avvicinando di più il suo viso al mio.

Si allontanò pochi secondi dopo, facendo incontrare le mie labbra con le sue un’ultima volta prima di lasciare i miei fianchi e andare ad aprire il frigorifero. Alzai gli occhi al cielo al suo gesto, mettendomi seduta sul contatore per vederlo cucinare.

Tirò fuori alcuni ingredienti come le uova e il latte e mettendone una certa quantità nella scodella prima di mischiarli con della polvere beige. Era l’impasto per i pancake. Tutto quel cucinare mi fece pensare a mia madre, e chiusi gli occhi deglutendo per il nodo alla gola che si era formato e cercai di scacciare via i pensieri che mi avrebbero fatta piangere.

СoмþµIsoяч ||h.s|| {italian translation}Where stories live. Discover now