La Cura

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Wesley's Pov

"Dobbiamo fare presto." Mi disse nuovamente Hayley.

"L'ho capito, Demir. Basta ripeterlo!" Risposi agitato, alzando la voce.

Flora stava male, molto male. Il morso di demone l'avrebbe uccisa o forse trasformata in un demone molto presto, nessuno lo sapeva con esattezza.
Fin dall'antichità era stato stretto un patto, il più importante: qualsiasi cosa fosse successa, per nessun motivo, i demoni avrebbero dovuto mordere gli esseri puri come noi.
Laetitia l'aveva spezzato. Volevamo tutti bene a Laetitia, da sempre, ma ciò che aveva fatto era... imperdonabile. Persino per me.

"Duncan, se Flora si trasformasse in..."- la fermai.

"Non dirlo. Non... Ah!" Preso dalla rabbia diedi un pugno al muro, facendo rientrare una parte di esso e formando delle crepe.

"Ricordati che non sei umano Duncan. Non diamo nell'occhio!" Mi riprese Hayley.

Già, aveva ragione.

"Andrò a parlare con Azhar." Affermai poi.

"Sai dove si trova?" Mi chiese sorpresa.

Azhar è lo stregone più forte al mondo, il più vecchio, il più temuto, il più rispettato. Vive all'ultimo piano di un palazzo a Parigi, ha una terrazza tutta sua dove coltiva piante di tutti i tipi.

"Già. Mi farò dare il giusto antidoto per Flora." In realtà avrei anche voluto sapere come fare per far tornare Lux in sè.

"L'hai vista, Duncan?" Mi chiese ancora, capii che parlava di Lux.

"Lei... È sempre buona, Hayley. Insomma, mi ha supplicato di andarcene via, non voleva ci fossero altre stragi."

"Già... Dobbiamo farla tornare da noi. Mi manca, tanto." Affermò triste.

Non sai quanto possa mancare a me, Hayley. I suoi occhi, le sue espressioni, la sua voce, le sue labbra...

"Bene. Abbiamo poco tempo. Tornerò presto Demir." Le dissi per poi spuntare a Parigi grazie alla mia magia.

Impiegai poco tempo a trovare il palazzo in cui abitava Azhar, entrai all'interno e con l'ascensore arrivai all'ultimo piano. Suonai al campanello, attendendo il suo arrivo, ma sorprendentemente la porta si aprì da sola, o meglio con la magia.

"Entra pure, Wesley." Mi disse una voce poco lontana da me.

Entrai e lo vidi girato di spalle, osservava il mondo dal vetro di casa sua.

"Azhar, da quanto tempo."

"So già tutto, Wesley. Ho percepito il dolore di Flora stanotte. Sai..." Si incamminò verso una poltrona, accavallando poi una gamba sopra l'altra.

"Non mi sono mai schierato da nessuna parte, io. Nonostante fossero demoni, credevo nella loro bontà d'animo. Ma... Ora che il patto è stato rotto, sono pronto a rimettermi in gioco qualora ce ne fosse bisogno." Le sue parole mi sorpresero.

Azhar era sempre stato imparziale, sulle sue. Compariva solo nel momento del bisogno, come adesso per Flora. Sembrava di stare sognando nel sentire quelle parole.

"Grazie Azhar, conta molto per noi... È possibile curare Flora?" Chiesi poi.

"Ho già preparato una pozione per lei. Un pizzico di questo proprio sul morso e guarirà in un attimo." Mi porse una boccetta minuscola con del liquido giallo.

"Grazie." Rimasi vari secondi in silenzio, mentre mi diressi ad osservare Parigi dall'alto.

"Azhar!" Lo richiamai "Potresti ricostruire questo anello?" Gli mostrai i vari pezzi dell'anello che avevo detto a Lux.

"Sei innamorato Wesley, non è così?" Chiese, ovvio. "Vedi... Potrei pure ricostruire l'anello, ma non funzionerebbe più ormai. Non adesso, non così. Quella ragazza è stata manipolata per bene, non è più in possesso dei suoi pensieri, dei suoi ricordi." Mi spiegò.

"Cosa dovrei fare?" Chiesi disperato.

"L'amore, Wesley, è l'antidoto più puro. Se quella ragazza ti ama, tornerà da te. Ma dovrai far in modo di riconquistare la sua fiducia, una volta abbassate le barriere, potrai mostrarle i tuoi ricordi, i momenti passati insieme. Solo dopo, potrai darle nuovamente l'anello." Mi spiegò, ricomponendo in pochi secondi l'anello. Come nuovo.

"Grazie Azhar, ci riuscirò!" Gli strinsi la mano, per poi tornare alla Cerchia in men che non si dica.

"Richard!" Urlai facendolo comparire subito davanti a me.

"È per Flora. Forza, andate!" Gli misi tra le mani la boccetta con il liquido, e Richard andò velocemente al piano di sopra seguito da Hayley.

"Sei stato bravo, Wes." Mi disse JJ, dandomi una pacca sulla spalla.

"È per lei?" Mi chiese poi guardando l'anello.

"Già, ma non sarà così facile..." - "Wes, siamo quasi morti per salvarla, e non è cambiato niente..." Mi fece notare.

Aveva ragione, ma c'era per forza una soluzione. Lei sarebbe tornata da me, doveva tornare da me. Non mi sarei arreso tanto facilmente.

"Hey, se fosse accaduto tutto ciò a Cristine, che avresti fatto JJ?" Gli chiesi curioso, ma sapevo già la risposta.
Lui non rispose, come immaginavo.

"Ecco. Adesso capisci? Non importa da quanto tempo conosci una persona, importa quanto spazio occupa nel tuo cuore." Spiegai sinceramente.

"Sta bene! Duncan sali su, vuole vederti!" Hayley urlò felice, spingendomi verso le scale.
Salii al piano di sopra seguito anche da JJ.

Entrai nella stanza, era ancora distesa nel letto, ma il morso era scomparso del tutto.

"Hey Wes... Grazie. Ho saputo che sei stato tu a ricavare l'antidoto, grazie per essere stato così premuroso nei miei confronti." Sorrise.

"Beh, sei la mia compagna di combattimento preferita. Come avrei fatto senza metterti più al tappeto?" Ironizzai facendola ridere.

"Sei proprio uno stronzo." Disse scherzando. Dopo pochi minuti, uscii fuori a prendere una boccata d'aria, volevo stare un po' da solo. Ma stare da solo lì non era mai possibile.

"Hey Wes!" Spuntò Renée di fianco a me.

"Renée." La salutai continuando ad inspirare profondamente, ad occhi chiusi.

"Stai bene? Non si direbbe." Notò dal modo in cui respiravo. Già, non era da me chiudere gli occhi e inspirare lentamente.

"Starò meglio." Dissi semplicemente.

"Vorrei tanto aiutarti, Wes, a stare meglio." Mi sorprese, carezzandomi una guancia.

[...]
"Vieni qua Renée, guarda, sta sorgendo il sole!" Renée si distese sul giardino, poggiando la testa sul mio petto.

"È così bello stare con te, Wes. È così bello essere innamorati di qualcuno..." Mi confessò alzando di poco la testa per osservarmi.

"Già, è davvero bello..." Mi limitai a rispondere.
Renée mi amava alla follia, ma gli esseri come noi lo percepiscono subito quando trovano la loro anima gemella, beh io con lei non l'avevo percepito. Non era lei, non riuscivo a sentire il mio cuore battere all'impazzata con lei, avevo sentito parlare del cambio di colore degli occhi e non mi era mai successo.
Provavo in tutti i modi ad innamorarmi di lei, ma non ci riuscivo.

"Wes, hey... Ti amo." Mi carezzò la guancia, avvicinandosi a me.
[...]

"Renée cosa stai facendo?" Chiesi allontanandomi di poco.

"Stavamo così bene un tempo, adesso non sorridi mai."

"Renée, sai come funziona tra di noi. Non siamo noi che scegliamo chi amare, accade e basta. È un discorso che abbiamo già affrontato." Parlai a denti stretti.

"Lo so, proprio per questo non riesco a lasciarti andare. Non riesco a vederti tra le braccia di Lux, perché non smetterò mai di am..."

"Renée, credo possa bastare così." Tolsi bruscamente la sua mano dal mio viso, tornando dentro.

Non poteva amarmi ancora. Erano passati 50 anni!

Quello che non sapevoWhere stories live. Discover now