61 Lydia

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Nella borsa in macchina con noi ho portato le fotocopie del libro. Almeno potrò rendermi utile quando saremo lì. Voglio scoprire cos'è in realtà Jackson.
- Hai portato il bestiario?
- Si, voglio scoprire cos'è Jackson. Quali sono le sue potenzialità.
- Ci sono io con te. Tutto andrà bene.
Mi guarda rassicurandomi. Lo guardo anche io e non credo di essermi mai rivista così nello sguardo di nessuno.
Il tragitto in auto dovrebbe essere breve, ma a me sembra quasi infinito. Dopo poco sento le palpebre chiudersi e le lascio fare. Non ho alcuna intenzione di aprirli, mi fa male la testa. Ho paura. Ho paura di quello che potremmo scoprire, ho paura di quello che potrebbe succedere ai ragazzi con quella bestia. Chissà se riusciranno a non farsi fare del male. Ho solo paura.
- Siamo arrivati.
Mi sveglia con un umido bacio sulle labbra. Io ricambio volentieri e scendo, di mala voglia, dall'auto. Apro la porta di casa ed è tutto come l'avevamo lasciato in estate. La casa è tranquilla e bellissima. Mi manca venire qui. La nonna, quando venivo da bambina, mi preparava il gelato fatto in casa.  È brutto pensare a lei, ero piccola e non ricordo molto. Ma venire qui mi suscita una strana emozione. Non saprei nemmeno dire quale. Mi siedo sul divano, incrocio le gambe e cerco di continuare a tradurre il libro. Devo arrivare alla parte che mi interessa.
- Fai come se fossi a casa tua. In frigo dovrebbero esserci bevande e cibo.
- Tu non vieni?
- No, voglio finire di tradurre questo coso. Mi sono stancata di non sapere. Davvero.
Mi lascia un bacio sulla fronte e va di là in cucina.
Dopo una buona mezz'ora o chissà dieci minuti, sento qualcosa. O forse qualcuno che mi chiama. Nemmeno chiama, ma che mi attira al piano di sopra. Poso il libro e salgo lentamente le scale. Ogni passo sembrava che non lo stessi facendo io, sembrava quasi che qualcuno avesse preso la mobilità delle mie gambe. Arrivo davanti ad una porta. In questo stanza non c'è nulla, era la stanca in cui mia nonna veniva ad ascoltare la musica con il giradischi. Apro la porta e sento un forte rumore, ma un rumore che suppongo sentire solo io. Mi avvicino al giradischi e sento qualcosa, qualcosa che bisbiglia di avvicinarmi. Mi avvicino e vedo qualcosa muovere il giradischi. Avvicino l'orecchio e vedo muoversi la carta da parati. Ne tiro un'estremità e continuo. Dopo averne tolto un bel po' vedo una lettera poggiata su una trave. La prendo e mi siedo sul tappeto di fronte alla parete.
Per Lydia da nonna.
Non mi sento di aprirla, non so il perché. Mi alzo e scendo di sotto. Mi siedo sul divano e la apro. Stiles si viene a sedere affianco a me.
- Dov'eri andata? Mi hai fatto spaventare.
- Ho sentito qualcosa o forse qualcuno chiamarmi dalla stanza al piano di sopra. Ho trovato questa lettera nel muro. È da parte di mia nonna.
La apro e leggo. Leggo ciò che stavo cercando di capire da un sacco.

My Second LifeWhere stories live. Discover now