Capitolo 85

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Continuo a fissare il telefono senza decidermi a fare quella famosa telefonata. No, proprio non riesco a convincermi a sollevarlo e a comporre il dannato numero. Lo so che, teoricamente, non morde, ma continuo ad aspettarmi che si animi, si tramuti in serpente e mi azzanni la mano.

Inutile, la madre di Alessio proprio non mi piace. Mi è bastato pranzarci insieme, tutto quello che voglio è avere a che fare con lei, suo marito e il loro pargolo anche troppo arrapato il meno possibile o addirittura per niente, grazie tante. In fondo ho già un buon numero di clienti affezionate, ho davvero bisogno di lei?

Improvvisamente mi vergogno di me stessa. Io sarei quella che vuole smettere di servire cappuccini, mollare la relativa sicurezza di un lavoro da dipendente e aprire un'attività in proprio? Vergogna, vergogna, vergogna. E che diavolo, ogni volta che busserà alla porta una cliente che non brilla per simpatia mi rifiuterò di lavorare per lei? Potrei farlo, è il privilegio derivante dall'essere padroni di sé stessi, ma ho l'impressione che non manterrei la mia attività aperta a lungo se facessi così. E' un attimo esagerare e dimenticare che è proprio grazie alle clienti, simpatiche e non, che riesci ad arrivare a fine mese.

Va bene, sono convinta. Afferro il telefono e, doverosamente, compongo il numero della signora Francesca. Sto per chiamarla, giuro, poi però mi viene in mente che non ho nemmeno risposto a mia madre, e in effetti questo è tanto, tanto scortese. Rimedio mantenendomi sul vago. "La serata è andata bene". "Con Gabriele ci siamo divertiti e ci rivedremo". Cose del genere. Con mia mamma non c'è mai stata la confidenza che mi avrebbe reso facile parlare di certi argomenti con disinvoltura. È anche colpa sua in fondo: da un lato criticava la zia perché a suo dire mi parlava di sesso in maniera troppo esplicita quando ero ancora piccola - come se un pochino di sana educazione sessuale potesse nuocere! Ho smesso presto di credere alla cicogna, ok, ma almeno non ero di quelle che pensavano si potesse rimanere incinte con un bacio! La zia mi ha davvero risparmiato molte colossali figure di merda -, dall'altro lei magari non me ne parlava, ma mangiava salsicce davanti ai fidanzati in modo allusivo dimenticando sbadatamente che anch'io ero presente allo stesso tavolo. Quando si dice fare arrivare al minore messaggi contrastanti...

Sbrigata questa formalità compongo nuovamente il numero di Francesca. Sto per far partire la chiamata quando sento la porta di casa aprirsi. "Questa telefonata non s'ha da fare!", almeno così sembra. È l'universo che mi parla, e chi sono io per oppormi al destino?

Sbircio nell'ingresso, tanto per assicurarmi che il nuovo arrivato sia legittimato a stare qui. Ultimamente questa casa ha preso ad assomigliare sempre di più a un porto di mare, ma non è una buona scusa per diventare incoscienti! E se fosse Marco che in qualche modo è riuscito a farsi aprire la porta dalla signora Clizia? O, peggio ancora, l'Innominabile che ha fatto a mia insaputa una copia delle chiavi? Mi auguro di essere stata chiara quando l'ho respinto per l'ennesima volta, ma con lui non si può mai essere sicure di niente. E se, pensiero terribile e agghiacciante, Alessio avesse rubato a mia madre la sua copia delle chiavi, le avesse estorto il mio indirizzo con l'inganno e si fosse precipitato qui per tentare di portare a termine il suo malriuscito tentativo di sedurmi? Perché diavolo la mia immaginazione mi fa sempre dono di queste simpatiche immagini? Potrei dare di stomaco...

No, niente di tutto questo. Solo la cara, vecchia zia in tutta la sua magnificenza, notevolissima con addosso un paio di pantaloni in pelle, una camicia di seta color porpora e lucidissimi stivali al ginocchio dal tacco vertiginoso. Eh, sì, il modello "dominatrice rampante" va forte quest'anno. Il punto è che, per quel che ne so io, potrebbe davvero essere reduce da una sessione di bondage spinto. Meglio non indagare. Per quanto di aperte vedute possa essere, anche io ho dei limiti. Quando la zia recita sullo schermo in fondo è lavoro - anche se ovviamente è uno di quei casi in cui il lavoro si mischia al piacere-, gli estimatori potrebbero addirittura azzardare una dichiarazione audace e definirla arte, questa invece è la sua vita privata, e gradisco rispettare la sua privacy.

Lezioni d'amore per cuori diffidenti  ~ IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora