Capitolo 5

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Per tutto il resto della giornata non riuscì ad ascoltare una sola parola di quello che dicevano i suoi insegnanti, la lezione di storia della magia non era mai stata così lunga e noiosa, la grifondoro non lo dava a vedere ma stava morendo dalla voglia di rivedere la serpe, quel momento a colazione le era sembrato così intimo se pur in mezzo a centinaia di persone, era riuscita a mettere da parte, anche se solo per pochi istanti, tutto l'odio che provava verso il ragazzo, ed ancora non riusciva a credere che: Draco Malfoy le aveva sorriso, a lei, alla mezzosangue zannuta. Sapeva che questa storia delle lezioni non sarebbe finita bene, ma non poteva tirarsi indietro proprio ora. Dall'altra parte della scuola un Malfoy eccitato andava in giro per la scuola in cerca di qualche bella ragazza da portare nella sua sala comune. Stava ammiccando a una tassorosso del sesto anno quando una Pansy Parkinson tutta arrabbiata andò verso di lui e lo prese per la cravatta della divisa.

"Che cazzo stai combinando con la mezzosangue Draco?" disse la serpeverde una volta entrata in una stanza vuota nelle vicinanze.

"Io, con la mezzosangue, assolutamente niente" era molto bravo a mentire ma sapeva che con Pansy non aveva scampo, quella ragazza era un radar per le bugie sapeva esattamente qual era la verità e il suo chiedere era solo per darti una possibilità di confessare e di redimerti. Ma il motto del giovane Malfoy era "nega fino alla morte" infatti veniva sempre preso per le orecchie dalla moretta.

"Draco non me la bevo so benissimo che cosa hai combinato, quindi o me lo dici tu o mi metto ad urlarlo io" disse lei incrociando le braccia a petto.

"Se lo sai che bisogno c'è che io te lo dica" disse lui con voce ovvia.

"Voglio sentirlo da te, sto ancora sperando che sia solo un brutto incubo" disse lei passandosi una mano sulla fronte con aria preoccupata.

"Mi sa che ti tocca urlarlo" disse il giovane Malfoy con un ghigno mentre si sistemava la cravatta oramai sgualcita. La serpeverde non rispose si limitò a tirargli uno schiaffo sul braccio e ad uscire borbottando parole riguardo al fatto che qualcuno si sarebbe pentito di qualcosa. Il biondo consapevole di aver vinto si passo una mano sui capelli e con un ghigno uscì dalla stanza. Era già in cerca di un'altra preda per il suo amichetto quando un tornado di capelli ricci gli andò a sbattere contro una spalla, si sentì un profondo tonfo, dei libri erano finiti sul pavimento provocando una forte eco nei grandi corridoi del castello.

"Stai attenta a dove cammini mezz..." si bloccò prima di finire la frase, si stava quasi per dimenticare del patto. Non ci aveva messo neanche un secondo per riconoscere quell'odore così forte di vaniglia della grifondoro. L'aveva guardata di striscio ma sapeva perfettamente chi fosse, nonostante la scuola fosse piena di ragazze con i capelli ricci, nessuna di queste aveva quell'odore così forte di vaniglia. La ragazza era china per terra, stava raccogliendo i suoi libri, lui la guardava silenzioso, non l'avrebbe mai aiutata, mai, eppure in quel momento c'era qualcosa negli occhi del biondo, c'era qualcosa di diverso dal solito ghiaccio, come una scintilla, avrebbe dovuto spegnerla subito, ma non l'ha fatto, e piano piano quella scintilla si è trasformata in una fiamma incontrollabile. Hermione si alzò da terra e senza neanche voltarsi proseguì per la sua strada, lei aveva sentito qualcosa di più forte, nell'esatto momento in cui la spalla del biondo aveva urtato la sua una scossa l'aveva pervasa, aveva le gambe molli e quella di essere per terra a raccogliere i libri era solo una fortunatissima scusa al fatto che non riuscisse nemmeno a stare in piedi. Subito dopo la lezione di storia della magia mentre si dirigeva verso il bagno delle ragazze per sua immensa fortuna si imbatté in un arrabbiatissimo Ron Weasly, che con le seguenti parole: "Ti cerco da stamattina, non puoi andartene in giro così, e quanto hai accorciato quella gonna sembri una puttana" l'aveva insultata, lei non avrebbe sopportato altro, gli aveva tirato uno schiaffo e con la faccia arrabbiata e disgustata se ne era andata. Successivamente era entrata dentro la sua sala comune e poi corsa dentro la sua stanza.

Sbatté la porta e scaraventò i libri a terra si mise le mani nei capelli e corse in bagno, si sciacquò la faccia e fece dei respiri profondi, doveva clamarsi, non poteva piangere, il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso. Gliel'avrebbe fatta pagare, eccome se gliel'avrebbe fatta pagare. Prese la bacchetta e con un incantesimo accorciò ancora di più la gonna che ora le arrivava a tre quarti di coscia, lasciò i capelli sciolti, cosa che non faceva mai perché non le permettevano di concentrarsi sullo studio, e si sbottonò due bottoni della camicia. Poi prese i libri che aveva buttato per terra, recuperò la cartella e come se niente fosse successo uscì dal dormitorio e si incamminò verso la sala grande per il pranzo, nessuno la guardava come se qualcosa fosse cambiato in fondo due centimetri di gonna e un bottone più aperto non erano niente per le altre ragazze, ma per lei era davvero tanto, quasi si vergognava a camminare per i corridoi, eppure non abbassò mai una volta la testa. Entrò in sala grande e si diresse al suo posto accanto a Ginny, che siccome conosceva l'amica notò il cambiamento e lo apprezzò molto. Anche un'altra persona nella sala aveva notato il nuovo look della giovane grifondoro e proprio per questo gli era impossibile staccarle gli occhi di dosso, infatti, Draco Malfoy, che aveva appena finito di versarsi un bicchiere di succo di zucca, era completamente ipnotizzato dalla grifondoro, il ragazzo stava mostrando un atipico interesse per i due centimetri di coscia scoperti e per il seno prosperoso della ragazza che veniva evidenziato attraverso la camicia bianca. Pensò che fosse arrivato il momento di deconcentrarsi, quindi chiuse gli occhi per tre secondi e poi li riaprì facendo entrare nella sua visuale una furiosa Pansy Parkinson.

"È mezz'ora che parlo, ma almeno mi stai ascoltando" urlò la serpeverde facendo girare mezzo tavolo. Il ragazzo dovette ammettere che le faceva veramente paura quando si comportava così.

"No, Pansy, non ti sto ascoltando, ed ora se permetti devo andare" prese una mela verde dal centro del tavolo e scavalcando la panca uscì dalla sala grande.
Rientrò nella sua stanza e si cambio velocemente mettendo una t-shirt bianca pulita ed un pantalone della tuta, andò in bagno e si guardò allo specchio, decise che era il caso di recuperare un po' di sonno, così imposto la sveglia alle 11 meno venti e si addormentò di un sonno profondo come non faceva da ormai mesi.

I suoi incubi lo svegliarono venti minuti prima della sveglia stessa; così si ritrovò con più tempo del previsto per prepararsi alla lezione con la Granger; si fece una doccia e si asciugò i capelli e poi ancora in asciugamano si sdraiò a pancia in su sul letto; chiuse gli occhi e il corpo della giovane Grifondoro gli offuscò la mente...

BACIAMI MEZZOSANGUE// DramioneWhere stories live. Discover now