3) 𝐒𝐓𝐀𝐘 | 𝐦𝐲𝐠

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Yeji dopo essersi fatta una doccia, raggiunse la sua camera. Il suo piano, quel giorno, era abbastanza silenzioso. Il piccolo Hajun non si era ancora svegliato e Hoseok non era di turno, di solito quest'ultimo faceva un casino mica indifferente e il dottor Kim, lo riprendeva tutte le volte.

Si appoggiò al corrimano, respirando lentamente. Era stanca. Sentiva che da un momento all'altro, il suo corpo l'avrebbe abbandonata, lo trascinava quasi. L'ultima chemio, era stata dura e pensava seriamente di non farcela.

Sobbalzò quando sentì una mano, toccarle la schiena. Sorrise quando vide Jimin, per il ragazzo, da quanto le aveva spettegolato Hoseok, era il primo anno di tirocinio. Frequentava il terzo anno di università e il suo sogno nel cassetto, era diventare un oncologo. Era rimasta stupita quando, tra i dieci ragazzi scelti per questa possibilità, Namjoon, il suo medico, aveva scelto solo Jimin, cacciando i ragazzi in altri reparti.

Jimin era molto dolce e disponibile, non lo vedeva spesso poiché gli era stato incaricato come paziente fisso Hajun e Yeji, sapeva che quella peste, era davvero un impegno.

« Signorina Han, tutto bene? » le chiese, allontanandosi un attimo per appoggiare delle carte sul bancone e avvicinarsi di nuovo. Yeji ridacchiò « Quante volte ti ho detto di chiamarmi Yeji?

Jimin arrossì e sorrise, era impressionante come i suoi occhietti sparivano quando compiva quel gesto. 

« E' più grande di me, non posso chiamarla in modo informale. » le disse, prendendole la borsetta della doccia, per non affaticarla « In più deve almeno dire a qualcuno, quando va a fare la doccia. » la riprese questa volta più serio.

Yeji alzò gli occhi al cielo, « Sto bene, non ho bisogno di nessuno. » disse fredda, poi però si scusò subito con Jimin, il ragazzo le disse di non preoccuparsi.

La malattia l'aveva cambiata e questo, era un dato di fatto. Cercava di nasconderlo e lo stava facendo da due anni a questa parte. Non si riconosceva nemmeno più, come si viveva? Lei stava solo sopravvivendo.

Ma possibile che nessuno se ne fosse accorto? I suoi genitori la vedevano ancora come una volta, felice e piena di vita ma lei, stava solo fingendo per non portare dispiacere.

Era stanca. Tante volte aveva immaginato di morire, qualcuno sarebbe andato al suo funerale? 

Per lei la vita era una benedizione, le piaceva. Le piaceva alzarsi alla mattina, nel suo piccolo appartamento, aprire le finestre e con una tazza calda di the, osservare Seoul. Le piaceva prepararsi, salutando i suoi due pesciolini rossi e conversando con loro. Poteva sembrare una pazza ma sapeva che i suoi pesciolini l'ascoltavano.

Le piaceva correre per prendere la metro e raggiungere la pasticceria, dove lavorava. La signora Lee, l'anziana proprietaria, l'aspettava felice e insieme passavano l'intera giornata.

𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 | 𝐁𝐓𝐒Where stories live. Discover now