Life in Norway

489 139 213
                                    

JOHANNA'S POV

Quando avevo sei anni volli sapere di mio padre, che non vidi mai a casa, e mia madre si decise a raccontarmi una storia.

«Jo, tuo padre è un Signore del Tempo, un alieno con due cuori proprio come te. Io e lui ci conoscemmo a lavoro, io venni salvata da dei manichini controllati da una Coscienza chiamata Nestene. Da quel momento desiderai viaggiare con lui e mi innamorai. Quando lui si rigenerò, non lo accettai. Era diverso, non solo fisicamente, non era la persona che avevo conosciuto. Quando degli alieni, il giorno di Natale, mi rapirono lui mi venne a salvare e io lo riconobbi. Da quel momento non mi allontanai mai più da lui. Ma purtroppo il destino era contrario a ciò; un giorno noi venimmo divisi per sempre da una breccia. Non lo vidi mai più.» Raccontò con una nota nostalgica nella voce.

Fui sconvolta da quel racconto e da quel momento volli che mia madre mi raccontasse quella storia tutte le notti.

Per me rimase sempre una bella storia ma non sapevo che quello che mi aveva sempre raccontato era vero: come poteva esistere un uomo che poteva cambiare aspetto quando veniva colpito mortalmente? Ok, avevo due cuori come lui ma poteva essere semplicemente una malformazione.

Avevo sei anni quando iniziai a frequentare le elementari in quel piccolo paese della Norvegia.

L'inverno era molto difficile: era sempre molto freddo ma quello permetteva l'arrivo della neve.

Durante l'estate invece le temperature si aggiravano intorno ai 20 gradi e noi andavamo sempre al mare che avevamo vicino.

Il primo giorno delle elementari ebbi paura e mia madre lo capì per il semplice fatto che non lasciai la sua mano:

«Ehi, che c'è? Hai paura?»

Io annuii esitante.

«Ma non devi averne. Conoscerai molti altri bambini della tua età e le maestre vi insegneranno molte cose, vedrai ti piacerà.» Mi rassicurò con il suo sorriso.

«Ma io sono diversa da loro.» Le rivelai lasciando la sua presa per giocare con il piccolo braccialetto che mi regalò per il mio compleanno. Per loro sarei stata un mostro. Non avrei mai avuto degli amici.

«Soltanto perché hai due cuori e hai la capacità di guarirti da sola? Per loro non sarai un mostro se è questo che pensi.»

«Ne sei sicura?»

Io guardai con i miei profondi occhi color nocciola mia madre che a stento riusciva a trattenere le lacrime.

So che con i miei occhi le ricordo molto mio padre che non ho mai conosciuto e per questo mi sento sempre in colpa.

«Sì, piccola mia. Ma ora abbracciami.»

Io l'abbracciai e al suono della campanella corsi all'interno della scuola.

Una volta nella mia aula mi sedetti accanto a un bambino con i capelli neri.

«Ciao io sono Johanna, tu come ti chiami?»

«Io mi chiamo Andrew. Sei inglese?»

«Sì, la mia famiglia si è dovuta trasferire qui a causa dei Cybermen e dei Dalek.»

«Come dei Cybermen? Qui non ci sono stati da tanto tempo.» Mi disse lui sconvolto da quella notizia.

«Lascia stare è una storia lunga, se vuoi te la posso raccontare a ricreazione.» Gli suggerii sorridendo e felice di aver conosciuto un bambino così simpatico.

«Ne sarei felice.»

Durante tutta l'ora di norvegese e geografia io presi accuratamente i miei appunti e una volta che la campanella della ricreazione suonò andammo fuori a giocare con la neve.

Me, the Doctor and TARDIS #t&jawards #Wattys2022Where stories live. Discover now