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A Will tolgono il gesso dopo tre settimane esatte; lo so non tanto perché lui e io siamo diventati amici per la pelle, solo per via di Will, che di giorno in giorno, arriva preciso con un nuovo count down. L'ultimo risale al pomeriggio scorso quando, uscendo dalla Biblioteca insieme a Margot, mi mormora che domani è il grande giorno.

Sto spegnendo il monitor del PC e sono pronta per tornare a casa, pranzare velocemente e arrivare in perfetto orario al museo per l'ultimo turno del sabato pomeriggio. Will varca la soglia della Biblioteca tutto trafelato, incastrandosi dietro l'orecchio la solita sigaretta bianca e allentandosi appena la sciarpa che porta ben stretta attorno al collo. Deve essersi alzato un po' il vento perché ha i capelli biondi più spettinati del solito e le guance appena velate di rosso, con gli occhi leggermente lucidi. Il corridoio lo percorre in fretta, battendo entrambe le mani sul bancone che ci divide, regalandomi un'occhiolino e alzando poi il polso ormai guarito.

«Finalmente.» Mormoro, riponendo la penna all'interno di un barattolino.

«Ha smesso di prudere» borbotta, con un sorriso che gli va da un orecchio all'altro. «Ho quasi pianto di gioia.» Ammette poi, stringendosi nelle spalle e sfilandosi completamente la sciarpa per lasciarla cadere sul bancone.

«Sono contenta» replico e lo sono davvero; l'ho beccato più volte a cercare di infilarsi qualsiasi cosa appuntita all'interno del polso per alleviare il prurito. «Hai bisogno di qualcosa? Sto per chiudere tutto.» Will scuote in fretta la testa, ma un sorriso furbo si fa spazio sul suo viso e ho imparato a capire che non porta mai niente di buono.

«In realtà » borbotta, sporgendosi quasi verso di me; lo osservo curiosa. «Sono venuto a chiederti una cosa.»

«Dimmi.» Replico e la curiosità lascia quasi spazio al timore. L'ultima volta è stato l'assistere a una corsa clandestina in moto e non è andata poi così bene.

«Oggi è il compleanno di Madden» s'interrompe, lasciandomi assimilare l'informazione; non ne avevo idea. «Stasera festeggiamo a casa nostra e volevo chiederti se ti andava di unirti a noi. Credo che a Madden farebbe piacere.» Arrossisco e non comprendo a pieno il perché, poi mi schiarisco appena la voce.

«Non sapevo che fosse il suo compleanno.» Ammetto, anche se non ne ho bisogno; mi serve solo del tempo in più.

«Per questo te lo sto dicendo.» Sorride divertito Will.

«Non lo so Will, devo lavorare e...»

«I musei alle sette chiudono» m'interrompe in fretta, puntandomi contro un dito accusatore. «Ti prego.» Aggiunge poi, quasi fosse una supplica.

«Ci sarà tanta gente?» Il battito del cuore aumenta pian piano, in attesa della risposta di Will, che immagino essere più che positiva. Lui però scoppia a ridere e scuote in fretta la testa.

«Che tu ci creda o no, le persone che sopportano Madden le posso contare sulle dita di questa mano» due dita sono già sollevate mentre me lo dice. «Tu ed io siamo già qui. Ci saranno Margot e altri due amici. Puoi anche saltare la cena se non vuoi, ma ho comprato una torta decisamente troppo grossa per sei persone.»

Will aspetta mentre prendo una decisione e sembra non importargli se impiego più tempo del necessario; alla fine annuisco e il suo gesto di vittoria mi fa sorridere.

«Dopo cena, d'accordo» mormoro infine, scostandomi una ciocca di capelli dal viso. «Non ho un regalo pronto però e...»

«A Madden non servono regali» m'interrompe bruscamente Will. «Vieni e basta. Ricordi dove abitiamo, vero?»

Will già non ha più intenzione di ascoltarmi o aspettare una mia risposta alla sua domanda, ha già deciso per me. Avvolge nuovamente la sciarpa intorno al collo e cammina lungo il corridoio diretto all'uscita, dandomi le spalle.

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