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«Vuoi dirmi che cos'è successo?» Domanda Madden a Will, il quale si massaggia distrattamente il collo con la mano sana, facendomi preoccupare più del necessario.

«Quando?» Replica il biondo, cercando di alzarsi in piedi o volendosi solo sedere più comodamente. Le mani di Madden sono però ben salde sulle sue spalle e di movimenti Will non è in grado di compierne molti.

«Adesso, Will» sbraita esasperato Madden. «Con Brad: che cazzo è successo?»

Will si muove ancora e Madden, dopo avermi lanciato un breve sguardo, aiuta Will a rimettersi in piedi. Mi sono alzata anche io e senza essermene resa conto ho allungato una mano verso Will, che non riesce comunque ad afferrarla perché è Madden stesso ad alzarlo da terra, come se non pesasse assolutamente niente. Will lascia perdere il collo per afferrarsi il polso ferito e geme di dolore: è sicuramente rotto.

«Non lo so» mormora semplicemente e la guancia di Madden scatta velocemente, come se si stesse trattenendo nel dire qualcosa. «Credo di aver perso il controllo alla seconda curva e ho sbandato.»

«Non è stato Brad?» Mi ritrovo a chiedere io stessa, che poi è la domanda che vorrebbe fare Madden, ma non so perché la stia evitando. Will sembra pensarci su un paio di secondi, tornando a torturarsi il collo con la mano.

«No, non credo» borbotta, stringendosi nelle spalle che Madden lascia finalmente libere; gli è così vicino che il suo petto continua a toccare la schiena di Will. «Non avrebbe comunque potuto fare niente per farmi cadere, non senza finire lui stesso a terra.»

«Lo ammazzo.» Madden lo mormora a bassa voce, passandosi velocemente una mano tra i capelli, a scostare un ciuffo che gli ricade sulla fronte; entrambi lo sentiamo, ma Will è più veloce di me ad aprire bocca e ribattere.

«Mad, non è stato Brad» rimarca il concetto, ma Madden sembra comunque non volerne sapere niente. «Ho perso io il controllo della moto.» Gli occhi di Will e di Madden sono incatenati gli uni negli altri, sembrano persino stare lottando tra di essi e nessuno dei due pare volersi arrendere all'altro.

«Dobbiamo portarti in ospedale.» Decreta infine Madden, scostandosi nuovamente quel ciuffo di capelli che continua a cadergli tra gli occhi.

«Che cosa?» Esclama Will, barcollando brevemente sulle gambe, volendosi allontanare di qualche passo da Madden. «No, sto bene. Non andremo in ospedale.» Madden mastica un'imprecazione tra i denti prima di afferrargli un braccio.

«Hai un polso rotto e non so se hai sbattuto quella testa di cazzo che ti ritrovi» è quasi un sussurro il suo, ma Will sbuffa comunque. «Andiamo in ospedale e non voglio sentire un'altra parola. Sono stato chiaro?»

Will abbassa gli occhi verso la strada buia poi annuisce, ammutolendosi sul serio. Cammina tra di noi in silenzio mentre ripercorriamo la strada fatta di corsa qualche momento prima. Nessuno di loro sembra volersi curare della moto rimasta immobile sul ciglio della strada. Nella piazzetta non è rimasto più nessuno ormai, solo un paio di persone che non ricordo se facessero parte del gruppo o meno. Ci guardano però curiosi, tenendo gli occhi fissi su Will, che di alzare lo sguardo su altri non ne vuole sapere.

Lo sento comunque borbottare e non capisco se stia semplicemente insultando Madden a bassa voce o se si stia invece lamentando per qualche dolore; spero comunque sia la prima opzione, l'ospedale non è poi così vicino. La macchina di Will la raggiungiamo in fretta e Madden è già pronto a far scattare la chiusura centralizzata, indicando poi i sedili posteriori a Will con un semplice cenno del mento. Will obbedisce di nuovo e si accomoda al centro di essi prima di spostarsi sulla destra, finendo dietro di me. Madden prende velocemente posto alla guida e mette in moto ancor prima che io abbia chiuso la portiera.

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