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La metropolitana era sempre affollata d'inverno, quando la luce gialla dei lampioni delle strade di Londra era troppo debole per attraversare la foschia delle nevicate a Chilworth Mews e lui non poteva fare altro che rabbrividire, respirare attraverso la propria sciarpa e pregare che i suoi occhiali da vista la smettessero di appannarsi ad ogni suo respiro, mentre avanzava nella stazione di Paddington, stringendo la custodia del suo violino alle sei di mattina. Era allo stesso tempo una sensazione triste e bellissima.
Louis Tomlinson non riusciva a vedere nulla, quella mattina in particolar modo. Le sue ossa gli facevano male per le ore di sonno arretrate e le punta delle dita erano congelate dal freddo. Sentiva una sorta di prurito su di esse mentre si inoltrava nel caldo umido della stazione, tutte le pareti di piastrelle che facevano echeggiare ogni più piccolo rumore e il lieve odore di pipì, una piccola nota dissonante che significava che la città era già sveglia da un pezzo. O che non aveva dormito affatto.
Ripulì in fretta i suoi occhiali e fece passare la sua Oyster card nel tornello, per poi sollevare il suo violino per spostare la sbarra di metallo con la sua anca per permettergli il passaggio.
Un piccolo chiosco stava sfornando i primi caffè alla fine della piattaforma. Louis sorrise gentilmente al venditore quando lasciò cadere poche monete sul bancone, ascoltando il tintinnio soddisfacente prima di stringere le dita attorno alla tazza di polistirolo bollente che conteneva il liquido nero. Poi, si voltò per prendere il treno.
"Il suo resto?" lo chiamò il venditore, porgendogli una mano con alcune monete. "Mai" gli sorrise Louis, dirigendosi verso i binari.
Il treno per Hammersmith delle 6:14 era in perfetto orario. 

Louis si sedette, sistemando un braccio attorno al suo violino, stringendolo a sé mentre sorseggiava il suo caffè, e si guardava attorno. C'era una donna dall'aria stanca che indossava un cappotto color lavanda, leggermente sbiadito, mentre ripuliva una macchia di cioccolato sulla guancia del suo bambino. Forse avevano litigato e i dolci tocchi della madre sulla pelle del figlio crearono una sorta di armonia triste nella sua mente.
Vieni qui, amore. Sì, tu, vieni qui.
C'era anche un uomo robusto, che aggrottava la fronte a qualsiasi cosa stesse leggendo sul Financial Times. Louis immaginò che quelle pagine di giornale creassero un ritmo - tump, tump, tump - un leggero tremulo ogni volta che il signore ne voltasse una. Una giovane donna, poi, forse una studentessa, che guardava fuori dal finestrino scuro con fare eccitato, quasi sognante, mentre fissava la sua immagine riflessa contro il vetro. Louis immaginò un suono dolce nella sua mente, le uniche note di speranza in quella mattina. Qualcosa sta per succedere, qualcosa sta per succedere. Vieni qui, amore. Tump, tump, tump. Insieme, quei suoni creavano un enorme pasticcio. Louis aggrottò la fronte, fissando il liquido nero nella sua tazza, accarezzando il polistirolo con l'unghia del pollice. Qualche mattina, il suo piccolo gioco di creare armonie con le sensazioni che percepiva dai passanti aveva i suoi risultati. Louis arrivava alle prove entusiasta, le dita intrepide nel cercare un foglio dove segnare quelle nuove note. Ultimamente però, non andava sempre così bene, soprattutto da quando l'opprimente cielo invernale aveva avvolto Londra ormai da qualche mese, soffocando tutti i suoi pensieri, creando soltanto una sensazione di vuoto ululata tra le strade fredde. Un insieme di note stonate e discordanti, come i suoni all'avanguardia.
"Odio l'avanguardia" mormorò, tra sé e sé.

St. Luke si trovava a pochi passi dalla stazione di Barbican. Louis scivolò attraverso il cancello in ferro battuto e fissò per un attimo la facciata della chiesa in pietra grigia, che era stata ristrutturata durante la metà degli anni novanta per permettere le prove della London Symphony Orchestra. Era leggermente gotico ed inquietante, un'ambientazione uscita da un giallo di Poe.
Louis sbuffò una nuvola d'aria e si chiese perché la fine di gennaio si ostinava ad essere il periodo più deprimente dell'anno. Il sole era appena sorto nel momento in cui entrò in una delle sale prova nel seminterrato della chiesa ed iniziò il riscaldamento delle sue dita, suonando qualche scala e concentrandosi in altri esercizi tecnici. Provava un lieve senso di soddisfazione: era il primo ad essere arrivato. 

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Where stories live. Discover now