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Harry odiava il suo nuovo appartamento a Berlino. Con tutto il cuore.
Il soggiorno era troppo piccolo, il soffitto troppo basso, le maniglie delle porte dal design così moderno sembravano terribilmente stupide e, cosa più importante, non conteneva il suo violoncello.
Andava avanti e indietro nella cucina da un quarto d'ora, mormorando quando odiasse quel luogo e tormentandosi i capelli. Lo odiava soprattutto da quando aveva ricevuto un messaggio. Se fosse arrivato per e-mail, Harry l'avrebbe ignorato. Probabilmente, non lo avrebbe neanche notato. Il messaggio si sarebbe perso tra le altre mille notifiche e avvisi di Google che riceveva ogni giorno. L'avrebbe cancellato senza neanche leggerlo e quella sarebbe stata la mossa più saggia. Ma naturalmente, era arrivato per posta. Una busta rigida e corposa color crema, con il suo nome e indirizzo scritto elegantemente sul retro. Harry aveva accarezzato la carta con le dita prima di aprirla, chiedendosi come facessero i Diversey-Petersheims a sapere dove viveva. Non aveva lasciato recapiti a Grimshaw. Probabilmente, avevano usato Niall.
Era un invito per la serata di gala di raccolta fondi per la London Symphony Orchestra. Era un evento speciale che si sarebbe tenuto di lì a due settimane, soprattutto per beneficiare l'insegnamento dei bambini al St. Luke. Taggie e Petey lo stavano organizzando da mesi e l'avevano invitato personalmente, sapendo quanto gli stesse a cuore quella causa.
Aveva ancora quel foglio di carta tra le mani mentre camminava avanti e indietro nella nuova cucina.
A Londra.
Da Louis...
Harry guardò di nuovo l'invito scritto nella splendida calligrafia di Petey. Le linee morbide e le curve eleganti delle lettere sembravano trasmettere la sua personalità e gli fecero sentire nostalgia di casa. Doveva sforzarsi di ricordare a se stesso che Londra non era più casa sua e quel pensiero gli riempiva gli occhi di lacrime. 

L'orchestra vorrebbe anche invitarla per l'esibizione che si terrà la sera successiva, come ospite speciale. Sono sicura che sarà eccitato di sapere che Louis Tomlinson sarà solista ancora una volta e suonerà il Bruch! Taggie ed io non vediamo l'ora di ascoltarlo. 

Il corpo di Harry fu scosso da un brivido di gelosia all'idea che qualcun altro conducesse Louis durante il nuovo concerto. Alzò gli occhi e cercò di trattenere le lacrime.
Come se io fossi l'unica persona ad averlo condotto in tutta la sua vita, anche se fossimo rimasti insieme, pensò, arrossendo per l'imbarazzo.
Allentò il colletto della camicia e prese una birra da frigorifero. Mi sono sbagliato nel ritenere che ci fosse qualcosa di speciale, comunque. Ho glorificato la nostra relazione. Sono così stupido. Così stupido e strano.
Chiuse gli occhi, facendo una smorfia mentre rimuoveva il tappo della bottiglia. Il volto radiante di Louis quando lo aveva guardato dopo la loro ultima esibizione insieme ripiombò nella sua mente.
Louis Tomlinson.
Perché?
Era...era stato davvero l'unico a provare qualcosa, per tutto quel tempo?
"Non posso tornare" ordinò a se stesso, dopo un bel sorso. "Non posso. Non voglio - non voglio tornare". Era una bugia, per lo più. Per quando l'idea di vedere Louis di nuovo gli facesse quasi venire la nausea, l'idea di non andare a quell'evento lo turbava ancora di più. Se solo avessi Letizia. Harry non si era mai reso conto di quanto avesse bisogno del suo violoncello durante i periodi di stress, almeno non fino a quando si era trasferito a Berlino senza di lei. Se Letizia fosse stata lì con lui, adesso starebbe suonando e non camminando avanti e indietro per la cucina. Si sarebbe perso nella musica piuttosto che in se stesso e avrebbe trovato una soluzione.
Era passata solo una settimana e mezzo ed Harry sentiva la mancanza del suo violoncello quasi come se gli mancasse un braccio, mentre la mano destra di tanto in tanto si chiudeva attorno ad un archetto che non c'era.
Se torno a Londra posso riprendere il mio violoncello, pensò, calmo, mentre continuava a sorseggiare la sua birra, lasciando cadere la lettera di Petey a terra, cercando le chiavi nella tasca dei suoi pantaloni.
Aveva bisogno di uscire da quell'appartamento odioso, quanto prima possibile. Aveva bisogno d'aria. Non si trattava solo di Louis. La sua vita non era incentrata su Louis. Non - non più, almeno.
Trovò finalmente le sue chiavi sul tavolino in salotto e si infilò velocemente gli stivali. Chiuse la porta alle sue spalle e si precipitò giù per le scale, fuori da quella gabbia. 

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Where stories live. Discover now