IX

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Harry rimase fino a sera tardi al Barbican quel giorno, digitando alcune note riguardo il suo ciclo finale di concerti sul suo portatile fino a quando la stanza non si oscurò attorno a lui. Si accigliò osservando lo schermo del suo cellulare, controllando i messaggi ricevuti. Aveva sperato di trovarne uno da parte di Louis, dal momento che gli aveva chiesto se si sentiva meglio rispetto alla sera prima. Invece, trovò un messaggio entusiasta da Niall, che gli prometteva di passarlo a prendere all'ufficio per aiutarlo con tutti i suoi scatoloni in cambio di una birra. 

H: Certo amico!! :) Birraaaaaaaaa 

Niente da parte di Louis.
Harry sospirò profondamente uscendo dall'ufficio e chiudendosi la porta alle spalle, reprimendo un groppo opprimente alla gola. Louis di solito non ignorava i suoi messaggi.
"Probabilmente non si sente ancora bene, tutto qui..." si disse, assicurandosi di aver chiuso la porta a chiave.
La sua mente tornò alla composizione che aveva lasciato nella cassetta di posta di Louis, quel pomeriggio. Sperò di non aver oltrepassato qualche confine, di non averlo messo a disagio.
Era completamente immerso nei suoi pensieri mentre scendeva le scale che quasi rischiò di scontrarsi frontalmente con Liam, che camminava velocemente con la testa abbassata.
"Wow, Maestro!" disse Liam, bloccando Harry con un braccio. "Non ti avevo visto, scusami!"
"Non mi sono fatto male, Payne" ridacchiò Harry, riacquistando il suo già precario equilibrio. Liam scosse la testa esasperato e si passò una mano tra i capelli corti prima di iniziare a parlare. "E' solo che questa riunione del consiglio è infinita" sospirò, indicando un punto indefinito alle sue spalle ed alzando gli occhi al cielo. "Grimshaw mi ha appena mandato a cercare dei documenti nel suo ufficio" disse, dando un'occhiata al suo orologio. "Dubito che usciremo da qui prima delle dieci". Harry annuì, il suo cuore prese ad battere più velocemente nel sentir parlare della riunione che era in corso. Sapeva che avrebbero preso una decisione sulla sua offerta da un momento all'altro e sapere che lo stavano facendo in quel momento gli conferiva un'agitazione incredibile. Il fatto che la riunione stesse durando così a lungo non gli faceva pensare che le cose stessero andando poi così a suo favore. Un senso di vergogna si impadronì di lui mentre si spostava goffamente e a disagio davanti a Liam. Sapeva che la sua preoccupazione non era esclusivamente legata al risultato di quella decisione, ma al fatto che ne stessero discutendo. Avrebbe dovuto parlarne con Louis in entrambi i casi. Avrebbe dovuto dirglielo da tempo. Settimane fa. Settimane fa... aveva usato la tattica del procrastinare per più di un mese e non riusciva più a mentire.
Liam doveva aver capito che Harry si stesse chiedendo come stava procedendo la riunione, perché si sporse in avanti, rivelandogli informazioni riservate. "E' assurdo che ci stiano mettendo così tanto per decidere" sussurrò, alzando gli occhi al cielo ancora una volta. La sua espressione si incupì e si avvicinò ulteriormente. "Che rimanga tra me e te, se non va in porto..." si guardò attorno per accertarsi che fossero soli ed abbassò la voce, "scommetto che è tutta colpa di Louis Tomlinson". Harry alzò di scatto la testa, sorpreso e confuso allo stesso tempo, il sangue che pompava nelle vene quasi a fargli male. "Cosa?" sussurrò, ma si sentiva soffocare, il suo cuore batteva contro la sua cassa toracica quasi come se volesse sfondarla. "Già" annuì Liam, facendo una smorfia con le labbra prima di continuare. "In pratica, Turner l'ha fermato nell'ingresso questo pomeriggio e ha chiesto la sua opinione, se pensava che tu potessi essere un buon acquisto per la LSO. E Tomlinson ha detto no... ha detto no!" Liam spalancò gli occhi, incredulo, scuotendo la testa. "Sono sicuro che Grimshaw voleva strozzarlo". Harry gemette appena, mordendosi il labbro inferiore. Batté le palpebre più volte, troppo stordito per dire qualcosa. Non capisco. Non capisco. Si sentiva disorientato e sconvolto, stravolto. C'era uno strano ronzio assordante nelle sue orecchie. C'era sicuramente un errore. Doveva esserci. Un piccolo malinteso. Louis non l'avrebbe fatto. Sentì un senso di nausea all'apertura dello stomaco ed un sapore metallico in bocca. Perché avrebbe dovuto? Perché? "E dopo che tu gli hai anche fatto suonare il Dvořák!" sussurrò Liam, disgustato. Harry portò una mano tremante sulla fronte, emettendo un sospiro. Non riusciva a capire cos'era successo. La sua mente era lontana, distaccata. Un sudore freddo gli avvolgeva il corpo. Liam sembrava sempre più spiazzato dal silenzio di Harry. Forse si aspettava una lamentela, qualche frase arrabbiata nei confronti del poco rispetto che Louis continuava a dimostrargli, della sua arroganza, della sua presunzione. Forse si aspettava qualche imprecazione, dal momento che era totalmente ignaro del fatto che Louis Tomlinson avesse il suo cuore tra le mani. "Io, uhm-" balbettò Harry. "Io-" Doveva controllarsi, Liam Payne non doveva sapere tutto, non in quel modo. Non adesso, Dio, non dopo che... Eppure. Lui non lo farebbe. Io lo conosco. Lo conosco, vero? Lui non lo farebbe... come potrebbe farlo? Non posso crederci, non posso! Harry prese un respiro tremante. Si sentiva ancora così protettivo nei confronti di Louis, così profondamente, perdutamente innamorato di lui a tal punto che, nonostante quella fosse quasi la fine del mondo per lui, non poteva lasciar passare un commento del genere da parte di Liam. Così, ritrovò finalmente la sua voce. "Potrei anche aver scelto il Dvořák," sussurrò con calma. Racimolò tutta la forza che aveva per non tradire il fatto che stesse sul punto di scoppiare a piangere. "Ma il vero dono è stato quello di avere un musicista come Louis che lo suonasse come si deve". Liam sbatté le palpebre, osservandolo con un'espressione preoccupata. Merda. La situazione stava peggiorando. Harry deglutì a fatica e prese un altro respiro. Ce l'avrebbe fatta, avrebbe recitato la sua parte e sarebbe uscito di lì. Sarebbe andato a parlare con Louis. Merda, doveva assolutamente parlare con Louis. "Detto ciò," continuò Harry, ignorando il dolore fisico che stava provando. "Suppongo che non abbiamo mai avuto un rapporto di lavoro particolarmente armonioso, non è così?" riuscì a dire, ridendo appena. Liam gli concesse un piccolo sorriso, confuso.
E' una bugia, pensò Harry. E' una bugia. Delle gocce fredde di sudore gli imperlarono la nuca. E' una bugia, vero? Almeno per me... forse all'inizio, ma poi... Scosse la testa. Doveva risolvere quella situazione. "Non posso dire di non essere deluso, ma non sono poi così sorpreso" disse. Mantenne il suo tono impassibile, nonostante il suo cuore gli balzò in gola mentre formulava quella bugia. Liam sospirò comprensivo, scuotendo la testa. Dovrei? pensò Harry, mentre il panico minacciava di inghiottirlo. Dovrei essere sorpreso?
I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dal colpo di tosse di Liam. "Beh," disse, indicando l'ufficio di Grimshaw e battendogli una mano su una spalla. "devo andare. Mi dispiace di essere stato portatore di cattive notizie, Maestro. Io tifo per te". Harry annuì debolmente e lo ringraziò, guardandolo mentre si allontanava. Rimase da solo nel corridoio, cercando di calmare il suo respiro, una mano poggiata sullo stomaco. Si sentiva esposto e ferito, anche la pelle gli faceva male. Doveva andare a parlare con Louis, in quel preciso istante. 

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Where stories live. Discover now