III

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Le prove non durarono molto più a lungo quel pomeriggio.
Suonarono la disperazione del Don Giovanni per altre due volte prima che Styles li lasciasse liberi di andare. Si era inchinato verso l'orchestra dopo la prima volta che avevano provato il pezzo in seguito al suo discorso.
"Molto meglio" aveva detto, serio.
Poi aveva sorriso, con gli occhi scintillanti e aveva alzato le braccia per ricominciare.
"Nessuna pressione, forza" e la risata che seguì alleggerì lo stato d'animo generale della sala.
La seconda volta era andata ancora meglio della prima.
Louis riusciva a sentirla attorno a lui, l'incredibile potenza emotiva che aveva arricchito il pezzo, che risuonava nella singola nota tenuta che trasmetteva la portata devastante della desolazione del Don Giovanni. La sentiva vibrare nella musica, ma allo stesso tempo, percepiva di essere isolato dalla sua stessa distrazione. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era il fatto che Harry aveva frainteso la sua risata, che la delusione sul suo volto aveva lavato via il sorriso che aveva invece rivolto a tutto il resto dell'orchestra ed era stata pian piano sostituita dalla rassegnazione, dalla consapevolezza fastidiosa che non ci si sarebbe potuti aspettare di meglio da Louis. Come se il ridere di lui potesse unificare tutte le sfaccettature della personalità di Louis.
Le sue dita continuavano a muoversi velocemente ed in modo accurato sulla tastiera del suo violino, impeccabile come sempre, ma non stava suonando con il cuore.
Non riusciva a rilassarsi sulle note di quella musica.
Non riusciva a lasciarsi andare del tutto, non con quel ridicolo fraintendimento che gli si ripresentava continuamente nella testa.
Aveva bisogno di spiegarsi. 

Forse pensa che io sia una specie di psicopatico senza cuore, pensò Louis, mentre riponeva Thunder nella custodia al termine delle prove, allentando l'archetto con due movimenti veloci del polso e chiudendo la zip in modo più veemente del necessario.
I suoi occhi erano fissi su Harry, ancora in piedi accanto al podio e circondato da un piccolo pubblico di persone che gli si era avvicinato per fargli alcune domande.
Stupida Eleanor, sibilò Louis, deciso ad aspettare che tutti se ne fossero andati per chiarire quanto era successo con Harry, il più presto possibile.
Andiamo, Harry come aveva potuto fraintendere il fatto che Louis si era riconosciuto nel suo discorso, come aveva potuto pensare che non fosse così?
Finse di risistemare i suoi spartiti, mentre il numero di persone attorno ad Harry iniziava a diminuire.
Una volta che soltanto Gerald Courtenay era rimasto al fianco del direttore, ascoltandolo mentre si scusava se aveva fatto riferimento alla sezione delle viole in modo offensivo, Louis decise di fare la sua mossa, prendendo il suo violino e avvicinandosi di qualche passo nella loro direzione.
Sobbalzò improvvisamente ed emise un suono poco dignitoso quando sentì qualcuno tirarlo bruscamente per la manica.
"Chiedo scusa". L'assistente di Styles (Liam Price? Liam Payne?) era in piedi di fronte a lui, con un'espressione mortificata.
"Non volevo spaventarla".
"Non ti avrebbe ucciso se mi avessi chiamato una volta o due prima di richiamare l'attenzione in questo modo" constatò Louis, irritato dal fatto che il suo piano era stato interrotto.
Il volto di Liam-qualsiasi-sia-il-suo-cognome si strinse in una smorfia di fastidio. "L'avrò chiamata un qualcosa come sei volte, d'accordo, Tomlinson? Devo dirle una cosa".
"Oh" sussurrò Louis, guardando alle sue spalle, notando che Gerald Courtenay stava gesticolando animatamente, sorridendo.
Louis era sorpreso: Harry sembrava più divertito, che spaventato. "Scusami... Di cosa si tratta?" chiese, volgendosi di nuovo verso il ragazzo. "Beh, so quanto sia riluttante nel controllare la sua casella di posta..." Louis annuì, guardando verso Harry ancora una volta, quando Liam non accennava a proseguire.
Imprecò sottovoce. Harry Styles aveva avvolto un braccio attorno alle spalle di Courtenay e lo stava guidando verso l'uscita laterale della sala prove, mentre entrambi ridevano di gusto. "Merda" sussurrò Louis, alzando una dito in direzione di Liam. "Torno - torno subito".
"Ci vorrà soltanto un secondo, Tomlinson! Riguarda domani!" Liam urlò alle sue spalle.
"Controlli la sua casella di posta, per favore..." fu l'ultima cosa che sentì prima di uscire dalla sala prove ed imboccare il corridoio. Che era deserto, ovviamente.
"Merda" ripeté, guardandosi attorno per capire dove si potevano essere diretti, senza riuscire a trovare alcun indizio.

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Where stories live. Discover now