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Quelle parole che mi aveva rivolto quel giorno, le pensavo continuamente, tutte le sere andavo ad osservare la cittá da quel ponticello sul lago.

Pensavo a tutto quello che era successo il questo periodo, pensavo a come una persona potesse cambiarti cosí tanto, come fosse forte l'amore che provavo per lui.

Ormai avevo accettato di essere gay, beh certo, non lo avrei mai detto a nessuno, ma almeno ero riuscito ad accettarlo. Non potevo cambiare qualcosa, non avrebbe mai funzionato.

Non riuscivo a capire come mi fossi innamorato di quel ragazzo dai capelli bicolore, cosí velocemente. Non credevo che l'amore fosse cosí, non sapevo neanche se era ricambiato.

Dopo quello che gli ho fatto mi odierá.

Cominciavo a pentirmi di quello che avevo detto, o meglio, di quello che non ero riuscito a dire. Avrei voluto dirgli tutto, ma non avrei mai sopportato un rifiuto. Non da parte di Todoroki, questo é certo.

Guardavo il riflesso delle luci di Tokyo su quel piccolo laghetto, probabilmente artificiale. L'intera cittá era riflessa su quella superficie scura e tenebrosa. Eppure io la trovavo rilassante.

Il venticello autunnale spostava le mie ciocche di capelli verde smeraldo. Avevo uno sguardo vuoto, gli occhietti spenti e lucidi, le labbra bloccate in una posizione neutra, che non esprimevano nulla.

Tenevo la manina morbida del peluche di Shoto tra la mia. Lui penzolava dalla mia mano destra, quasi come ci stessimo prendendo per mano, ma era ovviamente un oggetto inanimato, non poteva muoversi.

Sotto gli occhi, oltre ad avere le occhiaie, avevo dei segni rossi che, da quello che ero riuscito a trovare, dovrebbero essere dei capillari rotti per il pianto. Mia madre se n'era accorta.

Parlavamo sempre meno, me ne stavo sempre chiuso in camera da solo, ad ascoltare la playlist che Todoroki tanto amava. Era davvero preoccupata, ma non volevo farla stare cosí male.

Perché se sto male solo io, faccio stare male anche gli altri?

Era come se volessi trasportare con me, in quel buco nero, tutte le persone a cui tenevo. Oppure come se volessi trovare un'ancora a cui aggrapparmi, ma cosí facendo avrei trasportato nell'abisso tutti quelli attorno a me.

Mi stavo lentamente autodistruggendo, e la colpa? Era solo mia, solo mia e dei miei stupidi sentimenti per il mio unico vero amico. Anche Iida e Ochako lo erano, ma non come lui; tra me e lui c'era qualcosa di diverso, come se fossimo nati solo per incontrarci, per capirci, per condividere esperienze e pensieri, per stare insieme.

Era un punto morto della mia vita, non sapevo che fare, avevo paura che qualunque scelta facessi avrei rovinato qualcosa. Ma non poteva finire cosí, non mi sarei arreso cosí facilmente davanti ad un'ostacolo.

Non avevo forze peró, non volevo superare quell'ostacolo. Preferivo aspettare, aspettare forse un miracolo. Avrei solo voluto chiarire con lui, raccontargli tutto.

Il rumore di una bici si era fatto spazio nelle mie orecchie. Non mi girai, ascoltai e basta. Era una persona, a pochi metri da me... Il suo odore, sapeva di fragola e fiori di ciliegio.

Si avvicinó lentamente a me, mi guardava attentamente, a volte sorrideva quando si soffermava sul suo peluche nella mia manina tremante.

Poggió le braccia sul davanzale del piccolo porto. Non lo guardavo, guardavo Tokyo, cercavo di dimenticare qualcosa. "Sapevo che ti avrei trovato qui" Disse di punto in bianco guardandomi sorridente.

Poi del silenzio, ma non era quel solito silenzio tranquillo e calmo, era un silenzio assordante che mi stava uccidendo. Lui me lo stava chiaramente dicendo, non a parole, ma mi stava supplicando di dirgli quello che non andava.

"Non parlava, eppure riuscivo a capire quello che diceva"

"E' solo che sto impazzendo" Non riuscivo più a trattenermi, stavo seriamente impazzendo e non riuscivo più a controllare le mie emozioni. Lui mi guardava confuso, ma allo stesso tempo tranquillo.

"D-da quando ci s-sei tu non capisco più n-niente" Lo guardai, incrociai il suo sguardo con il mio, delle lacrime scendevano per le mie gote rosee e fredde. Stringevo sempre di più il peluche regalatomi dal ragazzo di fronte a me.

"Non riesco a capire cosa sia, io sto male p-" Del calore invase il mio corpo, un brivido percosse la mia schiena, allentai la presa del pupazzo, quasi da farlo cadere a terra. Avevo gli occhi spalancati e appannati dalle lacrime.

Delle labbra morbide si erano poggiate sulle mie, le sue mani pallide toccavano le mie guance rosse. Sentivo il suo profumo alla fragola, l'odore di gelsomino tipico dei fiori di ciliegio. I suoi capelli rossi e bianchi toccavano i miei, i suoi occhi erano chiusi e le sue gote avevo preso un colorito tendente al rossiccio.

Quella sensazione, non l'avevo mai provata, non avevo mai provato un brivido del genere, come una scossa elettrica. "Aspettavi solo questo, non é vero?" Mi sussurrò alla fine di quel bacio. Avevo le labbra semiaperte e gli occhi socchiusi.

Ero piuttosto imbarazzato, come lui, che mi guardava con un piccolo sorriso incerto. Poi non so cosa mi prese: lasciai il peluche nella mano di Todoroki e mi lanciai sulle sue labbra, quasi mi mancassero.

Le mie braccine circondavano il suo collo, lo toccavo con le mani tremanti. In quel momento avevo in testa milioni di emozioni, di pensieri, cosí tanti che non me ne capacito.

Lui chiuse gli occhi approfondendo il bacio. Le sue labbra si muovevano lentamente assieme alle mie. Riuscivo a sentire il loro sapore, il mio cuore sarebbe potuto uscirmi dal petto. Quasi non riuscivo a stare in piedi, per il tremolio che producevano quelle scosse nel mio corpo.

Dopo esserci staccati ci guardammo negli occhi. Brillavano quelli di entrambi, un piccolo sorriso spuntó sul mio viso bambinesco. "Avresti potuto farmelo capire prima" Fece prendendomi per mano e trascinandomi vicino alla bici.

Io lo guardavo incantato, osservavo la sua mano attorno al mio polso, ripensavo a quei baci, facevo ancora fatica a parlare. "Ti porto a casa" Fisse facendomi salire sulla bicicletta.

Il tragitto per raggiungere la mia umile dimora fu uno dei momenti più belli della mia vita. Ridevo, lo guardavo, ci scambiavamo sguardi imbarazzati. Era tutto cosí perfetto, e non era un sogno.

Dopo avermi riaccompagnato a casa mi diede la buona notte ed entrai on camera mia. Mi sdraiai sul letto, guardando il soffitto e abbracciando il cuscino. Sorridevo, sorridevo come mai avevo fatto.

Chiusi gli occhi mentre scalciavo con le gambe per esultare. Mi sentivo cosí bene, in pace con il mondo, accettato da qualcuno. Era una delle sensazioni più belle della mia vita.

BOOOM

Finalmente si sono baciati༼ つ ◕◡◕ ༽つ

Vi ringrazio per le 400 letture<3

Ora me ne vado (scrivetemi cosa ne pensate) :D

~oyasumi

𝐖𝐡𝐲 𝐌𝐞? | 𝐓𝐨𝐝𝐨𝐝𝐞𝐤𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora