58

1.5K 94 35
                                    

Io e Shoto eravamo in silenzio, osservavo la porta da cui era appena uscito Bakugou. Quel silenzio era fastidioso, sapevo di dover fare qualcosa, ma non potevo. Avrei solo peggiorato le cose.

Il mio ragazzo osservava il nulla, lo sguardo vuoto, forse deluso. Si chinó per raccogliere il cartone delle pizze, come se non fosse successo nulla. "Shot-" Intervenne subito dopo aver sentito la mia flebile voce, quasi spaventata dal tutto.

"Non c'é bisogno" Era freddo, privo di emozioni e odiavo quando era cosí. Dopo averle raccolte le buttó nel cestino all'interno di un mobiletto. Non volevo iniziare un discorso e mai lo avrei fatto.

Conoscendo Shoto, sarebbe stato difficile parlare dell'argomento e di tutto ció che era accaduto di lí a poco. Avrei voluto, davvero, ma in quel momento nemmeno io ero stabile mentalmente.

Nelle situazioni come quella, se avessi parlato, non avrei fatto altro che dire cose che non pensavo o trovare scuse per ogni errore. Il ragazzo dai capelli bicolore, rossi e bianchi, sollevó dal pavimento freddo la bottiglia di vodka ormai vuota.

Mi vennero i brividi a quel contatto, non avevo la più pallida idea di cosa avrebbe fatto Shoto. Poi guardó un punto fisso della stanza, sentivo le gocce di pioggia battere sulle finestre della casa.

E per la seconda volta, il tempo sembrava fermarsi. Gli occhi brillanti del mio ragazzo non esprimevano nulla, non brillavano come il suo solito. Osservavo il suo profilo illuminato dalla luce lunare, la bottiglia tenuta dal manico.

Le sue labbra erano leggermente aperte, il naso un poco all'insù, entrambi gli occhi sembravano grigi, monocolore, la sua mano affusolata tremava, tremava come mai avevo visto.

Il suo comportamento dimostrava svariate emozioni: rabbia, delusione, tristezza, e quella voglia sfrenata di scappare. Scappare per un luogo lontano dal tempo, lontano da tutti e tutto.

La bottiglia in vetro opaco cadde a terra, il rumore dei vetri rotti mi taglió le orecchie, era pungente e doloroso. Sospirai facendo cadere un'altra lacrima sul mio viso, forse le avevo terminate, ma che importava?

"T-ti aiuto-" Balbettai cercando di alzarmi da terra, ma lui non mi diede ascolto. Stava raccogliendo i pezzetti di vetro per terra, rischiando di tagliarsi.

"Vai a disinfettarti la ferita e coprila" Mi disse questo invece, e non potevo dirgli di no. Non sapevo perché non potessi dirlo, ma semplicemente non ne avevo il coraggio. Ero sempre inferiore, inferiore a tutti e lo sarei rimasto.

Mi diressi in bagno con la testa bassa, il rumore del vetro rimbombava nella mia testa, avrei voluto urlare, piangere. Quando entrai in quella stanza buia, mi guardai allo specchio.

Questo sono io? Come sono finito cosí?

Era questo che mi chiedevo, ed era colpa mia se non avevo fatto nulla. Questa era la mia punizione, karma, possiamo dire. Aprii il mobile del bagno e presi del disinfettante.

Le mie mani erano fredde, mi disinfettavo il collo senza guardarmi, non ne avevo il coraggio. Ero cosí spaventato da tutto che mi credevo ridicolo. Sí, ridicolo era la parola adatta per descrivermi.

Afferrai un cerotto bianco e lo appiccicai alla ferita, o se cosí potevamo chiamarla. Ma sinceramente chiamarla "ferita" mi tranquillizzava, perché sapevo che era tutt'altro che quello.

Riguardai il mio viso impresso sullo specchio, osservai la mia stessa figura di fronte a me. Mi fermai sulle macchie violacee sulla mia pelle pallida, e non erano le sue.

Iniziai a piangere, piansi in silenzio, trattenevo i singhiozzi. Strofinavo la manina sui succhiotti, volevo toglierli, non volevo vederli, ma sapevo che non avrebbe funzionato.

In fondo sapevo che ció che aveva fatto Bakugou era imperdonabile, potevo cercare di dimenticarlo in ogni modo, potevo fare finti sorrisi, ma sapevo che nulla avrebbe funzionato.

Scoppiai in un pianto liberatorio, ma di liberatorio non aveva nulla. Io ero sempre lí, e avrei continuato a soffrire se non facevo qualcosa. Il mio cuore si stava lentamente lacerando e non c'era nulla che potesse impedirlo.

Forse Shoto, sí, forse era l'unica persona che poteva, ma in quel momento non ne sarebbe stato capace. Non sapevo neppure se mi avesse più guardato in faccia e ne aveva tutto il diritto.

Uscii dal bagno e non andai in sala. Mi sedetti in un angolino della camera di Shoto. Mi rannichiai poggiando il mento sulle ginocchia e chiusi gli occhi. Feci un respiro profondo, annusai il profumo di legno e fragola, ascoltai il rumore della pioggia e del vento invernale.

Quella sensazione mi calmava, credevo di poter stare bene con me stesso, dimenticavo tutto quello che era successo, non potevo ricordarlo.

La porta della camera si aprí, era un tocco leggero, il che mi tranquillizzó. Non guardai Shoto, ma ascoltai i suoi passi morbidi che si dirigevano verso il futon, a pochi passi da me.

Si sedette a gambe incrociate su quest'ultimo, il suo respiro era regolare, non sembrava frustrato. Poi sbadiglió, sbadiglió lasciandomi perplesso, io non lo osservavo ma capivo.

Spostó il ciuffo di capelli davanti gli occhi all'indietro, mi venne voglia di toccarli, di abbracciarlo come la notte prima, ma ora non era possibile. "So che non é colpa tua" La sua voce era leggera, una soffiata di vento primaverile, un tono un pó assonato.

"Non ho molta voglia di parlare, sono un pó scosso" Ammise cercando il mio sguardo, che non tardó ad arrivare. I miei occhi erano lucidi per il pianto, a differenza dei suoi.

"S-scusa" Alcune lacrime bagnarono nuovamente il mio visino triste, per la veritá non sapevo come poter giustificare una cosa di questa importanza. Lui non rispose anzi, il suo sguardo cambió direzione.

"N-non avrei dovuto lasciarlo fare" Strinsi i pugni tirando il tessuto dei miei vestiti, mi trattenevo dal non piangere. La sensazione che provai quando Bakugou toccó il mio collo era impressa nella mia mente, come un incubo che si ripresenta tutte le notti.

Quanto avrei voluto avere il coraggio di respingerlo, quanto avrei voluto permettere che tutto quello non accadesse, ma le scelte che prendevo erano sempre il contrario di quelle più giuste da fare, e per questo mi odiavo.

¡SORRATEMI PER IL CAPITOLO ORRIBILE¡

vi ringrazio per le 26 K letture JSKAKSJAKSJAKSJAKSJ

ormai sto sclerando e impazzendo.

Ho iniziato Your Lie in April *inhales*

KIMI DA YO KIMI NANDA YO OSHIETE KURETAAAAAAAAAAAA

no scusatw-

~kurapika is now drowning in a indescribable emptiness

𝐖𝐡𝐲 𝐌𝐞? | 𝐓𝐨𝐝𝐨𝐝𝐞𝐤𝐮Where stories live. Discover now