Chapter 4

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Harry's POV.

"Se un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita."

Samuel Johnson. 

Scrivo la citazione nella pagina bianca e continuo a sorseggiare il mio tè.

Oggi il tempo a Londra è fantastico, il sole illumina tutto ciò che mi circonda e mi costringe ad indossare un paio dei miei Ray Ban.

Sono cosi felice di essere a casa.

Mi è mancato parecchio questo posto.
Dopo svariate settimane a Los Angeles è bello tornare in Inghilterra.

Amo la California: sole alto nel cielo ogni singolo giorno; mare; temperature calde in estate e non eccessivamente fredde durante l'inverno e ragazze che girano per i marciapiedi con rollerblade, indossando solo un bikini.

Gran parte delle mie vacanze durante i giorni off della band le passo lì ma so che avrò sempre bisogno di tornare a casa.

Scorre puro sangue inglese nelle mie vene; il mio aspetto è tipicamente inglese, il mio accento: l'Inghilterra è inevitabilmente, il posto a cui appartengo.

Secondo molti, per persone come me, è facile vivere a Londra tanto quanto lo è a Los Angeles ma vorrei davvero dirgli che si sbagliano di grosso. A Beverly Hills o ad Hollywood nessuno si scandalizza quando davanti ai loro occhi si presenta la stessa persona che un paio di giorni prima si trovava esattamente sotto agli stessi occhi, nella prima pagina di una famosa rivista di gossip: qui non è cosi.

Stare nei quartieri altolocati è semplice, certo, lì non si scandalizza nessuno e non do troppo nell'occhio, ma come si puó essere a Londra e non andare a prendere una boccata d'aria o qualche raggio di sole, in uno dei giganteschi parchi verdi che abbiamo a disposizione?

È un'utopia!

Vivo a Londra da circa quattro anni ormai, anche se i giorni effettivi che sono qui corrisponderebbero solo a due di anni, e non riesco ancora a starmene chiuso in casa, dicendomi: "È tutto familiare là fuori."

Ho sempre una gran voglia di vivere questo posto, di guardarmi intorno, di conoscere persone e visitare tanti di quei posti che non ho ancora avuto il tempo di visitare.

Lo schermo del mio cellulare si illumina per il nuovo Tweet di Niall nel quale dice quanto gli sia mancata casa, sorrido e penso che non potrei essere più d'accordo con lui.

Chiudo il diario e ripenso a tutto quello che ho fatto in questi mesi lontano da casa, a tutte le emozioni ed a tutti i "regali" preziosi che persone che neanche conosco mi hanno fatto.

Non posso crederci, se ci penso davvero, non posso proprio crederci.

Mi guardo costantemente indietro e ancora non riesco a focalizzarmi sul modo in cui sono riuscito ad arrivare dove sono adesso, è successo tutto cosi in fretta.

Abbiamo viaggiato in tutto l'intero, fottutissimo, pianeta; inciso dischi, quattro; vinto premi, parecchi; fatto sold out, tanti; sono uscito con ragazze famose, troppe.

Sento come se la mia vita a volte mi stesse, pian piano, scappando dalle mani, ho la costante paura che, prima o poi, non riusciro più a fermarla.

Mi sento diviso in due.
Una parte di me è al settimo cielo: ama tutto questo, lo ama fottutamente tanto cazzo, ma l'altra parte di me è incredibilmente stanca.

Non sapete quanto sia difficile correre da una parte all'altra ogni giorno, con persone con macchine fotografiche dai flash letteralmente accecanti e domande inquisitorie, alle calcagna.

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