Chapter 45 (pt. 1)

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Immobile.

Sono un paio di minuti che sono immobile davanti a questa grande porta di legno, indecisa se suonare quel dannato campanello ed ascoltare, come ho sempre fatto, o se fare marcia indietro e tornarmene sui miei propri passi, a cercare di costruire il resto della mia piccola vita senza di lui, cambiando, ascoltando soltanto me, per una volta.

Come da cliché, il mio cervello sta cercando di convincermi ad andarmene, mentre il mio povero cuore mi sta urlando di rimanere, disposto a rischiare coraggiosamente di essere distrutto di nuovo.

Lui non ha paura, a differenza mia.

"La chiave è sopra l'architrave. "

Mi volto e vedo Niall sporto dal finestrino, cercando di darmi le giuste dritte e di spronarmi. Mi alzo sulle punte e cercandola, trovo la chiave esattamente dove Niall mi ha detto che fosse. Infilo la chiave nella serratura, cercando di fare il minor rumore possibile, onde evitare che, se cambiassi idea, si accorga che abbia tentato.

Prendo un profondo respiro e trovando il coraggio, do ascolto al mio cuore.

La chiave riproduce un rumore che appare assordante, essendo tutti immersi nel teso silenzio, quando scatta nella serratura.

Riapro gli occhi momentaneamente chiusi e faccio un passo avanti, chiudendomi il portone alle spalle.

Mi sento piccola, più di come possa esserlo già per natura, al centro di questo enorme atrio in marmo e muri bianchi, ed al cospetto di una lunga scalinata.

È tutto così bianco e... Vuoto?

Corrugo le sopracciglia e sposto lo sguardo alla mia destra, notando la grande stanza che presumo essere la cucina, essere completamente vuota, così come, guardando invece alla mia sinistra, noto essere l'enorme salotto.

Non scorgo neanche un mobile, un tappeto, un quadro... Niente.

Perché questa casa è così vuota?

L'unica cosa presente qua dentro sembra essere una pila di fogli, poggiati ordinatamente sul primo scalino della rampa di scale. Mi guardo un po' introno, alla ricerca di Harry, prima di avvicinarmi.

Forse non dovrei guardarli ma sembrano esser stati messi lì proprio per permettermi di farlo. D'altronde non ho altra scelta: non c'è nient'altro qua dentro, nessun altro.

Decine di fogli sono spillati tra loro, accatastandosi, formando una lunga pila.

"Harry Styles's Secret Project. "

Ma che diamine è?

Sfoglio i diversi fascicoli, notando nomi femminili a me molto noti e trovando puntuale, alla fine di ogni ultima pagina, la firma di Harry.

Contratti.

Questi sono decisamente dei contratti ma contratti di cosa?

Quando giungo all'ultimo fascicolo, leggo il nome di Taylor Swift lungo la prima riga e di nuovo, il nome scarabocchiato di Harry, nell'ultima.

Non posso crederci.

Le foto stampate sulla copertina dell'edizione di ieri, del The Sun, mi tornano in mente, permettendomi di ricordarmi loro due insieme, sul tappeto rosso in onore di "Centrepoint", piazzato davanti a Kensinghton Palace, ridendo e scherzando come fossero una vera coppia.

È questo quello che tutto l'intero mondo crede: che Harry Styles e Taylor Swift abbiamo ritrovato finalmente l'amore, perduto due anni fa.
È questo quello a cui credevo io, fino ad un paio di secondi fa. Ero convinta che quella Lei, della quale mi aveva parlato cinque giorni fa al Milestone, quella che lo aspettava nella Range, fosse Taylor Swift.
Ero convinta che fosse tornata esclusivamente per riuscire a ricostruire il famoso amore, con il suo Harry; quell'amore che tutti ammiravano perché perfetto e simile a quello delle favole.
Mi ero convinta che fossero tornati davvero insieme perché si appartenessero.
Ero convinta che avesse giustamente, lasciato una come me per poter tornare finalmente da una come lei: perfetta per lui.

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