Chapter 26

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"Oh, mio Dio! "

Il piccolo urlo di Cam risuona nella stanza, mentre io allungo le mie braccia, il più possibile, cercando di tappare il suo corpo mezzo nudo.

Questo è decisamente troppo.

Una volta richiusa bruscamente la porta, raccolgo i miei jeans dal pavimento, li indosso in fretta e furia e mi precipito, senza neanche pensare, e benché meno ragionare, nel corridoio.
Quella dannata porta sbatte alle mie spalle ma non mi interessa, potessi l'avrei già frantumata.

La rabbia mi sovrasta, sono furioso.

Quando arrivo spedito nella hall, quei due figli di puttana sono già scomparsi ed io, con grandi falcate, arrivo davanti al bancone in mogano della reception, sbattendoci sopra, incurante, un pugno.

C'è una fila che in teoria avrei dovuto rispettare ma in pratica non me ne fotte un cazzo di quei tizi in vacanza, alle mie spalle.

La receptionist sta conducendo una conversazione in modo educato e tranquillo, dentro a quel tailleur rigorosamente blu mare, ignara del gigantesco casino che sono sul punto di far scoppiare. Dà un'occhiata al mio pugno, ancora chiuso sul bancone, e poi alza i suoi occhi scuri verso la mia faccia furiosa.
Le sue pupille si dilatano appena mi riconosce ed in fretta e furia liquida chiunque ci sia dall'altra parte della cornetta.

"Signor Styles... "

"Qual'è il vostro fottuto problema? Non avete mai sentito parlare di privacy?"

"Io- "

"Le sembra regolare che io mi ritrovi, davanti all'ingresso della mia stanza, due giornalisti scandalistici, assetati di scoop?
Io vengo qui per rilassarmi e levarmi tutti dai piedi e lei lascia libero accesso ai piani
a delle insulse canaglie? "

La giovane donna difronte a me è totalmente pietrificata, com'è giusto che sia.

"Tutto questo è contro il regolamento, e si fidi: di alberghi ne so qualcosa. "

"Ascolti- "

"No! È lei che deve stare ad ascoltare me!
Apra bene le orecchie, Margot... - " leggo prontamente, dato lo stronzo che sono, il suo nome scritto in corsivo nella targhetta argentata, appesa al tessuto scuro.
"- io sono capace di far chiudere in cinque fottuti minuti questo dannato hotel e volendo, anche tutta l'intera catena: mi ha capito? Non me ne vergogno. "

Il mio indice puntato verso di lei, data la sua espressione, sembrerebbe essere la più potente arma in circolazione.

"Voglio i nomi di quegli stronzi e sapere per quale diavolo di giornale lavorano. Sono stato chiaro? "

"C-certo, Signor Styles. "

"Tra mezz'ora. "

Detto ciò, mi allontano da lei, percependo alle mie spalle bisbiglii da parte degli ospiti in attesa ed alcuni scatti fotografici provenienti da ragazzine, leggermente sotto shock.

Quando rientro in camera non trovo Cam da nessuna parte ma capisco in fretta dove sia quando noto le tende svolazzare, a causa del vento.

Appena metto piede fuori la trovo seduta sulla sedia di ferro scuro, fumando una sigaretta ed ascoltando i rumori chiassosi della città, tutti intorno a lei.
Devo assolutamente scusarmi.

"Cam... "

"Hey, che hai combinato? "

Non sembra arrabbiata.

"Aspetta, non sei arrabbiata? "

"Non lo sono, sono soltanto infastidita."

"Capisco... Mi dispiace Cam, io- "

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