Capitolo 47. - Tu hai scelto me.

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Le mie speranze, i miei sogni: cosa ne sarebbe stato dei miei sogni?

Ammazzati e seppelliti, non avrebbero mai più ripreso il volo.

Ma alla fine poco importava, nessuno c’avrebbe fatto caso, a nessuno sarebbe importato.

L’ora fini, e mentre tutti si riversavano nei corridoi ansiosi di andarsene, io mi sentivo come uno zombie, senza  forze.

Mi sentii tirare per la maglia e mi voltai.

-Non dirlo a nessuno ok?

- Cosa?

- Che ti ho detto che ti amo…- disse tutto d’un fiato guardandosi attorno.

- A chi importerebbe Vale?

- A tutti!

Mi oltrepassò e se ne andò alla sua moto senza dire altro.

Ci pensai qualche minuto e lo raggiunsi.

-Dimmelo un’altra volta ed io non dirò niente a nessuno.

-Non ce la faccio.

-Perché?

-Perché è sbagliato.

- Chi se ne frega! Dimmelo!

Sospiro e mi fisso a lungo scuotendo la testa. Si fermò a fissare l’asfalto per un po’, mentre ormai se n’erano andati quasi tutti.

- Cosa cambia? Che te ne fai di un ti amo se poi me ne vado con qualcun’altra?

- Se mi ami non lo farai.

- E’ più complicato di così! Potrei amarti se il mondo non mi odiasse per questo. Ho già perso abbastanza! I miei genitori mi odiano, non ho più amici. Cos’altro vuoi la  mia anima? Per colpa tua non vivo più, sto solo cercando di sopravvivere! E se mi lasciassi un po’ d’aria forse ci riuscirei anche!

- Tu hai scelto me! E non tornerà tutto apposto solo perché fai un passo indietro!

- Tu mi hai spinto a sceglierti, se avessi fatto si testa mia, ti avrei lasciato lì a prenderle finché non ti ammazzavano!

E partì uno schiaffo, senza nemmeno volerlo.

Avevo perso perfino il controllo del mio corpo. Avrei voluto ammazzarlo, se solo ne avessi avuto le forze.

Asciugai la lacrima che mi era caduta e mi voltai.

- Aspetta, mi dispiace! Ti amo. – urlava in sottofondo.

Girai l’angolo piangendo e senza nemmeno la forza di asciugarmi le lacrime.

Che importava? Non me ne facevo più niente di quel ti amo, era troppo tardi ormai…

Volevo solo morire, perché si, ormai le coperte del mio letto, dopo le ore passare tra quelle braccia, non servivano più a nulla.

MirkoWhere stories live. Discover now