Capitolo 7

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Potevo inventarmi tutte le scuse del mondo, ma alla fine avrei comunque dovuto affrontare la realtà.
Ero ridicolo, ma sopratutto da vigliacchi continuare a scappare.
Avevo bisogno di un cambiamento, e subito.
Chissà se ce l'avrei mai fatta, chissà se sarei stata tanto forte da riuscirci.

Le strade erano deserte, e il silenzio che vi regnava veniva occasionalmente interrotto da qualche rumore lontano, quasi impercettibile.
Non parlai molto mentre camminavamo, anche se in realtà avevo una marea di cose per la testa che ero sicura, presto o tardi, sarebbero straripate.
Arrivammo a casa che era mezzanotte.
Margareth non si era accorta della mia assenza e stava continuando a dormire.
Andai a togliermi la giacca, e mentre passavo per il corridoio, mi soffermai improvvisamente alla vista del mio riflesso.
Solo in quel momento mi resi conto di quanto ero diversa da prima, di come tutto quello che è successo mi avesse trasformata.
Ero un disastro, ma ero ancora lì, di fronte al mio riflesso, ero ancora lì, ed era quello che contava.
La mia storia non era ancora finita, dovevo solo decidermi a voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo.
Magari questa volta sarebbe andata meglio.
Capii finalmente che il mio destino e la mia vita non dipendeva da nessun altro se non da me.

Tanto per cominciare, cercai di non pensare più negativamente, come ad esempio sul progetto che la rivista The Way ci aveva offerto.
Non per forza dovevo perdere, magari quel Reed non era uno stronzo rancoroso.
Magari sarei riuscita a vincere se mi fossi impegnata.
Così mi diedi da fare e cominciai a pensare a che cosa potevo scrivere.
Doveva essere qualcosa di insolito, particolare... Qualcosa che su una rivista di moda fosse difficile da trovare.
Provando ad essere più organizzata - il che era alquanto difficile visto che non ero per niente una persona ordinata - tutto risultò meno stressante, anche fare le pulizie di casa.

Sembravo una persona completamente diversa.
Era come se dimostrassi davvero l'età che avevo, il che era già tanto, visto che prima sembravo una quarantenne in piena crisi di mezza età.

Il periodo degli esami si avvicinava, e io dovevo darmi una mossa a finire il mio lavoro per la rivista di moda.
Avevo scritto un articolo riguardo allo stile di alimentazione al quale le modelle di certe marche erano sottoposte.
Parlai, inoltre, dei disordini alimentari di cui spesso soffrivano le adolescenti di quel periodo, alle quali veniva continuamente messo sott'occhio foto modificate di corpi mozzafiato, che secondo la società rappresentavano ciò che poteva essere definito "la perfezione assoluta".
L'idea era buona, restava solo da saperlo sviluppare adeguatamente in modo da renderlo interessante.

RED 2 (#wattys2016) Where stories live. Discover now