Capitolo 10

3.3K 186 9
                                    

Passai l'intera nottata senza dormire. Avevo smesso di piangere ma, dentro di me, c'era ancora quella straziante sensazione di incompletezza e di vuoto che credevo d'esser riuscita a colmare, in tutti quei mesi. Continuavo a chiedermi il perché di quel mio attimo di debolezza quando io e Christopher ci eravamo ritrovati da soli in quella stanza. Ero certa di aver superato quello che c'era stato fra noi, tutto il dolore e la sofferenza che mi aveva causato quel rapporto così speciale che si era creato tra noi con il passare del tempo. Mi sentivo una bugiarda alle prime armi. Come avevo potuto credere di esser stata davvero in grado di ingannare i ricordi?
  Il giorno seguente, prima di andare all'università, Felix venne a chiedermi scusa e mi propose di fare colazione insieme. Nonostante fossi arrabbiatissima con lui per ciò che aveva combinato, finii con l'accettare.  [...]
《Mi dispiace.》 disse silenziosamente, abbassando la testa e arrossendo leggermente 《Non avrei dovuto reagire così l'altra sera, è stato davvero infantile da parte mia.》
《Sì,》risposi freddamente 《però vorrei sapere il motivo per cui l'hai fatto.》
Alzò lo sguardo, e mi fissò con un'insolita espressione, come se avesse qualcosa d'importante da dirmi ma non avesse la forza di farlo. 
《Avanti, cosa aspetti?》incalzai, scocciata.
Abbassò gli occhi verso il pavimento della caffetteria e disse, con un tono un po' cupo: 《Non ha importanza il perché.》
《Per me sì!》《Voglio capire perché sei impazzito così d'improvviso!》
《Tu!》ammise, ora guardandomi dritto negli occhi 《Tu sei il motivo per cui ho reagito così!》
《Non sopporto vederti stare male.》mormorò silenziosamente.
Per un momento, rimasi colpita dalla sua dichiarazione, ma poi gli dissi:《Non per questo però, puoi permetterti di prendere a pugni chi vuoi.》
《Lo so, è per questo che ti sto dicendo che cercherò di non farlo più.》
《Togli anche il cercherò, tu non lo farai più e basta.》
Sì, signor sergente, signore.》scherzò e rise.
E anch'io non potei far altro che ridere.
《Non prendermi in giro!》protestai.
《Avevi un'aria così seria, non ho saputo resistere!》
[...]
La mattinata all'università trascorse con la lentezza di una tartaruga. Non avendo dormito tutta la notte, mi sentivo a pezzi, letteralmente. Uno zombie vagante.
Prima di andare alla lezione della seconda ora, andai a prendermi un altro caffè extra lungo. 《Non ce la posso fare.》 borbottai fra me e me mentre frugavo dentro la mia borsa, con l'intento di trovare il quaderno degli appunti.
《Merda.》imprecai 《L'ho dimenticato a casa...》
《Hai iniziato a parlare da sola? 》  disse qualcuno, con una voce stranamente familiare 《Non è un buon segno, sai?》
Alzai lo sguardo, visibilmente infastidita. 《Ma chi cazz...》iniziai, ma appena vidi chi era, mi fermai subito, imbarazzatissima. Eccolo la, impeccabilmente vestito in giacca e cravatta: Andrew Reed, il direttore di The Way, una delle riviste di moda più seguite al mondo.
Alzò un sopracciglio e mi guardò con impressionante serietà.
《Uhm, ecco, stavo, hm, scherzando.》balbettai, desiderando di avere il potere dell'invisibilità.
Scoppiò improvvisamente a ridere:《Stavo scherzando, Harrison.》
Mi fece un certo effetto sentire un ragazzo di pochi anni più di me, chiamarmi per cognome. Lo facevano solo i professori.
《Ma lei che ci fa qua? Non dovrebbe essere super impegnato con la sua rivista? Essendo lei poi il direttore...》
《Non darmi del lei per favore, mi fa sentire troppo vecchio. Dopotutto ho solo 27 anni!》scherzò, prendendo posto di fronte a me.
《Uhm, okay.》borbottai, non sapendo che altro dire. Quella situazione stava diventando alquanto strana. Perché mi stava parlando?
《Rispondendo alla tua domanda, comunque, sono qui perché dovevo parlare con Mrs Foster.》
《Dev'essere stato una gioia...》ironizzai, girando il cucchiaino nella tazza.
《In effetti, non è stato granché come inizio della giornata.》commentò 《Però, ora sono qui con te a far colazione, e mi sembri una ragazza divertente quindi, tutto sommato non è stato un inizio così disastroso.》
《Beh, caro il mio Andrew Reed, è stato davvero un piacere conversare con te e aver reso migliore la tua mattinata, ma ora i miei doveri da studentessa modello mi aspettano, dunque ti saluto e ti auguro una buona lettura di tutti gli articoli che ti sono arrivati.》dissi, dileguandomi.
《Buona giornata!》rispose sorridendomi, anche se ormai ero già lontana.
Come al solito ero in ritardo e dovetti correre per arrivare dall'altra parte del campus.
Durante la lezione, il mio pensiero continuò a cadere su Christopher. 
Non si era più fatto sentire dopo essersene andato quella notte, né io avevo cercato di ricontattarlo. Qualche giorno dopo, telefonai a mio padre per chiedergli se fosse tutto a posto. Conversammo per una buona mezz'ora, poi d'un tratto iniziò a parlarmi di Rosso.
《Sai che qualche giorno fa è stato in Inghilterra?》
《Sì.》
《È venuto a trovarti?》
《Sì.》
《Me l'ha raccontato suo padre.》disse 《Era partito senza avvisare nessuno, ed era già di ritorno dopo un giorno.》
Rimasi in silenzio.
《Vi tenete ancora in contatto?》
《Non esattamente.》
《Ma è un peccato! È un così bravo ragazzo Christopher...》
《Papà, non incominciare...》
Rise.《Va bene, va bene.》《E all'università come sta andando?》
《Tutto a posto. 》
《Hai conosciuto qualcuno che...?》
《Smettila papà,》lo fermai subito 《stai diventando troppo invadente.》
Rise di nuovo. 《Sono pur sempre tuo padre e mi preoccupo per te!》
《Ho praticamente vent'anni ormai!》
《E con questo?》
《Papà ti devo lasciare.》lo interruppi《Ciao!》
Dunque Christopher era ritornato in America.

RED 2 (#wattys2016) Where stories live. Discover now