60. Hero

213 9 2
                                    

Lo sapevo. Sapevo che fosse successo qualcosa tra loro due. Facevo bene a dubitare di lui. Ma non dubitavo di Jo... mi fidavo.
Lei mi guarda scioccata mentre mi rimetto i boxer scuotendo la testa, non parla. Certo, non ha scuse.
«Mi sono fidato.» Esco dalla piscina e mi avvolgo un'asciugamano alla vita.
«Hero, aspetta.» Si rimette le mutandine e si copre con un'asciugamano. Mi segue e mi prende per il polso.
«Non so più cosa pensare di te... Te ne vai in giro a... baciare persone, mentre io ti do tutto il mio cuore.»
Il suo viso si riempie di lacrime. «Te lo giuro, su quello che vuoi. Non l'ho baciato, nemmeno mi piace.»
«Ho visto come lo guardavi...» cammino avanti e indietro per la piccola stanza calda, passandomi le mani tra i capelli umidi.
Le scappa un risolino e poi piange di nuovo. «Cosa, che stai dicendo? Hero hai perso la testa!» urla.
«No, tu hai perso la testa!» Come ha potuto baciare Liam? Cazzo!
Si avvicina a me e fa per toccarmi le braccia. Ma mi allontano subito. «Per favore, lasciami stare» sbotto.
Sospira e si sposta i capelli all'indietro nervosamente. «Oh mio Dio. Hero, non ho baciato nessuno! È una trappola questa.»
Una trappola?
Continua: «Ho visto il modo in cui Jessica ti guardava. Ci prov—»
La interrompo: «Mi ha letteralmente detto che lo hai baciato cazzo!»
«Perché non riesci a fidarti di me?» mi segue mentre gironzolo per la stanza.
«Mi fido di te! Lo sai che mi fido!»
O almeno... mi fidavo.
Ride. «Oh no, adesso ti stai fidando di Jessica e non di me! Ti rendi conto Hero?» scuote la testa.
Cosa cazzo ride?
«Si. Non è la prima volta che capita.»
Ricordo benissimo quando ha baciato un ragazzo in discoteca, e me lo ha detto solo perché era ubriaca, altrimenti non sarei mai venuto a saperlo, lo so.
«Si, ma quello era diverso... e tu lo sai» abbassa lo sguardo e la voce.
Se lo ha baciato, lo ha fatto pomeriggio, quando l'ho lasciata a casa a vestirsi mentre io sono andato a prendere la macchina... per forza.
«Lo hai baciato, dillo avanti.»
Sbuffa. «Oddio! Come devo dirtelo? Non ho fatto nulla!»
«Senti, mi fai incazzare di più se non me lo dici piuttosto che...» inizio a dire.
«Ti ho detto che non ho fatto nulla! Perché dici che ti fidi quando non è così?» mi chiede, con un pizzico di tristezza nella voce.
«Bene, non mi fido. È questo ciò che volevi sentirti dire?» ribatto secco.
Scoppia in singhiozzi e si appoggia al bordo piscina, sorreggendosi a stento. «Se questa è la verità... allora si.»
Cammino ancora avanti e indietro per la stanza mentre rifletto su cosa dire o fare.
Ma io non so riflettere prima di parlare, così sbotto: «La volta scorsa me lo hai detto solo perché eri ubriaca.»
Aggrotta la fronte, tira su col naso. «Cosa?»
«Si, hai sentito.»
Si sposta da lì e viene verso di me. Mi si piazza davanti e mi prende le mani, stavolta le permetto di toccarmi. Le mie dita tremano nelle sue mani. Mi guarda negli occhi, dispiaciuta, dispiaciuta per me.
«Guardami», dice piano.
La guardo.
«Tocca il mio cuore», prende una delle mie mani e la poggia sul suo petto, a sinistra.
Tocco il suo cuore.
«Adesso ascolta la mia voce.»
La ascolto.
«Non ho baciato Liam, e lui non ha baciato me. Sai che non ti tradirei mai, ti amo troppo per poterlo fare», dice con lentamente, con voce pacata e sicura. «Jessica era sicuramente ubriaca, non sa quello che dice. Chiama Liam, chiedi a lui.»
Non ci penso nemmeno. Non lo chiamo, quello stronzo.
«No» rispondo. «Non so cosa pensare... come faccio a sapere che non stai mentendo?»
Sospira. «Hai sentito la mia voce, il battito del mio cuore, mi hai guardata negli occhi. Ti è sembrato che mentissi?» Le tremano le labbra, sta per scoppiare a piangere di nuovo.
Sei un'attrice cazzo, vorrei dirle.
Abbasso lo sguardo, non riesco più a guardarla.
«Tu stai impazzendo», mi dice, guardandomi con pietà. «Siediti, rilassati un attimo.»
Mi siedo sul bordo piscina e poggio i gomiti sulle ginocchia, tengo la testa tra le mani.
Jo accarezza i muscoli contratti della mia schiena. Mi distrae. «Smettila, per favore» e ritrae subito le mani.
È possibile che sia sincera, ma non posso esserne sicuro al cento per cento. Chiamerò Liam quando sarò da solo, quando lei non potrà sentirmi. Forse Jessica era davvero ubriaca. Però so che quel ragazzo la attrae, e non le si può dare torto, però cazzo, mi fa sentire insicuro.
Dopo cinque minuti passati in un silenzio tomba, mi alzo e le prendo una mano per aiutarla a mettersi in piedi. «Vestiamoci, andiamo a casa. Mi scoppia la testa, domani ne riparliamo.»
Sospira, abbattuta, e va a rimettersi il vestito un po' umido.
Una volta vestiti usciamo dal locale, ormai vuoto, e saliamo in macchina.
Nessuno dei due parla, lei mi guarda di sfuggita ogni tanto, io no. Mette la mano sulla mia sul cambio, ma la sposto subito.
«Vabbè...» sospira di nuovo e guarda fuori dal finestrino.
Sbuffo irritato.
Quando arriviamo a casa, la prima cosa che faccio è spogliarmi e mettere un paio di boxer asciutti. Non ho la forza di fare una doccia e mi metto subito sotto le lenzuola. Fisso il soffitto.
Jo si è cambiata pure, e adesso è sotto le coperte accanto a me, ma distante. Odio questa distanza, ma dobbiamo mantenerla.
«Buonanotte», e si gira sul fianco, dandomi le spalle.
Non mi sono mai sentito così confuso.
La mia mente ed il mio cuore tormentano ogni nervo di me per lei.

Behind - Dietro Tutto l'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora