99. Hero

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Siamo alla libreria da mezzogiorno. Io e Jo ci siamo promessi di rimanere strettamente professionali prima di uscire dalla macchina, ci siamo baciati un'ultima volta e siamo arrivati qui.
Stiamo per fare il nostro ingresso e si sentono i chiacchiericci del pubblico. Sarà davvero una giornata interessante, ed è solo la prima di tante altre.
Jo indossa un vestito nero, a maniche lunge, aderente fino alla vita e continua con una gonna un po' larga. Ha i tacchi e le gambe scoperte, e si dà il caso che io ne sia follemente innamorato. Merda, sono davvero eccitanti. Ma ho bisogno non pensarci. Tanto a fine giornata la tua faccia sarà immersa tra le sue cosce, Hero.
Cazzo, concentrati.

«Shh!» dice la ragazza che ci intervisterà al pubblico. «Sono qui e stanno aspettando il silenzio!»
La folla si zittisce.
«Bene. I protagonisti Josephine Langford e Hero Fiennes Tiffin e la scrittrice di After, Anna Todd!»
Facciamo la nostra entrata e il pubblico urla e applaude. Sono così fiero di noi, e ancora il film non è uscito. Ho l'impressione che abbiano della aspettative molto alte, spero apprezzino il nostro duro lavoro.
Mentre il pubblico continua a chiamare i nostri nomi e a gridare come ai concerti, prendiamo posto sulle sedie. Jo è seduta alla mia sinistra, Anna seduta accanto all'intervistatrice alla mia destra. Ho già il microfono in mano e aspetto che lo accendano prima di dire qualcosa.
Jo si volta a sinistra e saluta con la mano i genitori, probabilmente, che stanno riprendendo, e le centinaia di persone in libreria gridano più forte. Mi guarda e ride. «Mi sento speciale!» dice ridendo, la sua risata è contagiosa.
«Lo sei» le sorrido.
Oh, il microfono è acceso. Lo avvicino alla bocca e dico: «Ehi!»
La folla continua a urlare.
«Ciao!» esclama Jo con il suo microfono.
Una collaboratrice dell'evento si avvicina a me e dà il mio microfono ad Anna, dicendomi che io e Jo possiamo utilizzarne uno per entrambi.
L'intervistatrice si presenta — dice di chiamarsi Ariana — e poi inizia a parlare con noi. «Benvenuti ragazzi. Siete appena arrivati a New York o siete qui da qualche giorno?» domanda.
«Due giorni fa» dice Jo.
Mi passa il microfono: «Due giorni fa» confermo. E il pubblico grida. Ne sono lusingato ma mi verrà il mal di testa.
«Okay, iniziamo.» Ariana si rivolge ad Anna. «After è uscito nel 2014, vero? Ormai da cinque anni. Come ti senti ora, seduta davanti a tutto questo?» le chiede.
Anna sorride, percepisco che è un po' nervosa. «Bello, è davvero entusiasmante. Sono felice che ora potete vedere loro» — indica me e Jo con un gesto — «e presto anche il film, quindi è molto entusiasmante, si.»
Continuano a parlare di come Anna ha visto la passione dei fan crescere per questa serie di libri fino ad oggi, a meno di un mese dall'uscita del film. Dice che non si aspettava tutta questa gente qui, oggi. Be', neanch'io.
«Anche se i fan non sono qui solo per me» dice Anna e guarda me e Josephine.
Prendo il microfono. «Be', ma tutto questo è solo grazie a te!» non potrebbe esserci cosa più vera. «Comunque, vi adoriamo ragazzi.»
Grida, e ancora grida.
Ariana si rivolge a me e Jo. «Sai, man mano che i fan entravano, davvero tanti di loro mi dicevano: "Puoi, per favore, dir loro che li amo?", quindi te lo dico io adesso.»
Aww, che cosa carina. «Grazie mille, lo apprezzo tanto» dico guardando la folla, e Jo ridacchia.
Cambiamo argomento. «Com'è stato stare sul set del film? Parliamo di questo ora.»
Prendo ancora parola: «Movimentato... divertente... Si, non... non—» Le persone continuano ad urlare e non riesco a finire una frase. «Non abbiamo avuto molto tempo libero, ma quando lo avevamo lo trascorrevamo—» Merda, troppe urla.
Jo è piegata in due dal ridere. La situazione è divertente, in effetti.
«Jo, vuoi dire qualcosa?» le passo il microfono.
Ride e poi prova a dire qualcosa. «Ciao?» dice semplicemente. Risultato: urla. Poi ci riprova, e ci riesce. «Si, è stato movimento. Abbiamo girato per due mesi ad Atlanta, è stato bello. È stato...» Non sa più cosa dire. Certo, è ovvio che ci sarebbe molto più da dire, ma non possiamo.
Dopodiché, l'intervistatrice le chiede cosa ha provato quando ha letto il copione e forse anche i libri.
«Ho letto il copione sull'aereo, e anche i libri negli ultimi mesi» mi guarda di sfuggita. «Credo di aver letto le prime quattro pagine su Wattpad, quando avevo 14 anni, accidentalmente. Non ricordo bene come.» Fa una pausa. «Si, insomma... non sapevo quanto fosse enorme.» Conclude e mi passa il microfono.
«Si, io sono rimasto scioccato quando l'ho scoperto» inizio a dire, e gridano. «Oh, datemi tregua!» esclamo ridendo, ma dico sul serio, cazzo.
Finalmente fanno silenzio e riesco a dire qualcosa. «Si, ero scioccato del fatto che non ne avessi mai sentito parlare, al contrario di voi.» Brevi urla. «Lo so, lo so...» ridacchio. In effetti, è terribile. Come facevo a non saperlo?
Parliamo dei miei follower adesso. Non posso negarlo, grazie a questo progetto sono cresciuti un po', ma non mi interessa più di tanto.
«Comunque, si, è un grande cambiamento a chi devo ancora abituarmi, sono ancora un po' scosso da tutto ciò» dico.
«Be', ti amano, lo hanno detto» mi ricorda Ariana.
Ridacchio. «Grazie, grazie» e urlano ancora. Non me lo sarei mai aspettato, dico davvero.
Anna parla di come ci hanno scelti per i nostri rispettivi ruoli. Dice che è stato difficile all'inizio, poi hanno visto me, e quando hanno visto il viso di Jo per il ruolo di Molly le è sembrato molto strano. Dice di essere grata per aver assistito alle riprese, che è stato incredibile annunciare che avevamo il prodotto finale.
Jo mi prende il microfono dalle mani. «Com'era?» chiede ad Anna.
«Com'era? Be', insomma, mi è piaciuto» ridacchia. «Com'è stato, Josephine?» le chiede ironicamente.
Jo ride a sua volta, è stupenda.
Prendo il microfono e intervengo: «Io l'ho guardato per la prima volta questa mattina sul computer di Anna — perché il mio si è rotto, quindi mi ha lasciato usare il suo» in compagnia di Jo, aggiungerei. Lei fa finta di nulla, fortunatamente. Stiamo mantenendo la nostra promessa strettamente professionale. «Quindi... si, sono eccitato per voi, non vedo l'ora che lo vediate!»
Stamattina, dopo esserci svegliati, Jo è andata da Anna per chiederle se poteva prestarci il suo pc. Ci siamo sistemati sul letto, aggrovigliati tra le lenzuola e il computer al mio fianco. Jo aveva la testa poggiata sul mio petto e una gamba tra le mie.
«Oddio, che brutta» ha commentato durante la prima scena, in cui Tessa è stesa sul suo letto.
«Bugia. Zitta e guardati» l'ho rimproverata scherzosamente.
Arrivati alla scena del primo incontro dei due, la prima in cui compaio io, siamo scoppiati a ridere quando Hardin — cioè io — dice "Non ce la vedo." È stato divertente girarla.
Durante il montaggio con la canzone Someone To You, abbiamo ricordato quanto ci siamo sentiti bene insieme. La maggior parte delle cose era improvvisata, e quando eravamo stesi sul prato chiacchierando, scherzando e baciandoci mentre le telecamere ci riprendevano semplicemente.
«Quelle lacrime erano vere, ricordi?» mi ha detto mentre guardavamo la scena della scommessa.
Lo ricordo. È stata una delle più difficili da girare. Dovevamo piangere entrambi — ovviamente per finta — ed è stato stremante. L'abbiamo girata così tante volte che ad un certo punto Jo era esausta ed è scoppiata a piangere dicendo di non farcela, di essere stanca.
«Si, è stato terribile.»
Ma dopotutto, siamo fieri di quello che ne è venuto fuori. Jo mi ha raccontato che il libro è completamente diverso, e che dovrei leggerlo. Per la milionesima volta, no. Mi accontento delle nostre facce su uno schermo invece di milioni di parole su carta.
Fine del flashback, la mia mente torna al presente, alla Barnes & Noble.
«Per voi com'è stato interpretare dei ruoli alla quale molte persone sono legate?» ci chiede l'intervistatrice.
Prendo ancora una volta parola, ho il microfono già in mano. «Penso che se non avessimo avuto Anna sul set ogni giorno sarebbe stato tutto molto difficile, quindi quello ha aiutato moltissimo sinceramente. Lei sa tutto. Non puoi sbagliarti con lei accanto, perché ti controlla.»
Tutto il pubblico ride allegramente e, ovviamente, grida, ogni volta che parlo.
Ho la sensazione che Jo abbia parlato poco. Cazzo, ho parlato solo io in realtà.
«Jo?» le passo il microfono per permetterle di dire qualcosa.
Lo avvicina alle labbra e le scappa un risolino adorabile. «Penso che quando interpreti un personaggio che tante persone conoscono e che amano... è un privilegio ed è qualcosa che vuoi sicuramente fare bene.»
Dio, è bellissima. Non riesco a smettere di fissarla mentre parla, e le sue gambe sono così perfette... Istintivamente mi lecco il labbro inferiore. Hero, ricorda, strettamente professionali. Non è come sembra, non mi piacerebbe scoparla adesso, non vorrei assaporare il suo buonissimo gusto. Concentrazione, Hero.
Torno alla realtà quando il pubblico grida di nuovo.
Ariana chiede se c'è stato qualche episodio divertente mentre giravamo il film. Oh, ce ne sono tanti!
Anna menziona l'episodio del serpente, ma alla fine Jo finisce per raccontare quella volta in cui stavamo girando la scena al Blind Bob's, dopo quella del lago, quando Tessa dice che non le piace il ketchup. Jo racconta di aver preso la bottiglia ed aver cerchiato l'hamburger con un quintale di ketchup, e non riuscivamo a smettere di ridere.
«... e ci siamo trovati davvero bene» Anna dice. Ed è vero, siamo stati — e stiamo — bene.
«Be', è fantastico» dice Ariana. «Non vedo l'ora di vederlo, e grazie mille per essere stati qui. Grazie mille a tutti voi!»
Applaudiamo e ringraziamo il pubblico mentre cerca di richiamare la nostra attenzione con urla, complimenti e vi amo.
Mi sento già esausto, ed è appena iniziata.

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