68. Jo

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Oggi non ho fatto nulla oltre che piangere. Non sento Hero da due giorni, so che è a Londra e mi ha detto che è stato troppo impegnato. Troppo impegnato per parlare qualche minuto al telefono? Non ci crede nemmeno lui. Chissà che sta combinando lì con i suoi amici, e le sue amiche. Mi fido di lui, si, ma non delle troie che gli si buttano addosso e l'effetto che l'alcol fa su di lui. Spero non faccia nulla di stupido.
Sembro un cadavere, ho le occhiaie e gli occhi gonfi e non mi sono vestita per tutto il giorno.
Sono le undici e mezza di sera e a casa già dormono tutti, tranne mia sorella che sta guardando un film di Natale da sola. Mi aveva chiesto se volessi guardarlo con lei, ma le ho detto che non ne avevo voglia e mi ha rivolto un sorriso comprensivo.
Adesso mando un messaggio a Hero: Possiamo parlare o sei impegnato?
Non risponde subito. Mi butto sul letto, con il telefono sulla pancia, e fisso il soffitto.

Dopo dieci minuti il mio cellulare vibra. È lui: Sono libero, più o meno.

Lo chiamo immediatamente.
Sospira quando dice: «Ehi, che fai?»
«Io nulla, proprio niente. Tu invece che hai fatto oggi?»
«Mhm... ho visto i miei amici.»
«Wow» dico, assolutamente non sorpresa.
Restiamo in silenzio qualche minuto e riesco a sentire il suo respiro.
«Jo?» dice finalmente.
Se apro bocca scoppio a piangere, quindi sto zitta.
«Ci sei?»
Cerco di rispondere con voce neutrale, ma mi si rompe e fallisco il mio intento. «Si, sono ancora qui» e scoppio in singhiozzi.
«Ehi ehi, no. Stiamo parlando adesso, so che non abbiamo parlato molto in questi ultimi due giorni, ma adesso si. Parlami, raccontami tutto» dice preoccupato.
«Io... mi manchi Hero» singhiozzo.
«Piccola... mi manchi anche tu. Mi manchi continuamente.»
Tiro su col naso, e inizio a calmarmi prendendo respiri profondi. «Cosa ti manca di me?» gli chiedo ad un tratto.
«Tutto cazzo. Ogni cosa.»
Sorrido, so che gli manco, e so che è sinceramente quando dice così. «Che cosa ti manca di più allora?» voglio saperlo.
«Mhm... dormire sul divano con te, guardare film e consolarti quando ti commuovi per letteralmente nulla» ridacchiamo entrambi, «la tua risata, i tuoi abbracci, i tuoi baci, la tua pelle, il tuo corpo...»
Vediamo cosa risponde adesso... «Se fossi qui con me, cosa mi faresti?»
Ridacchia. «Stai cercando di fare sesso telefonico con me Josephine?»
«Cosa?! No!»
Ridacchia ancora.
«Ti ho già detto che sei un pervertito?» Gliel'avrò detto un milione di volte.
«No, mai» dice ironicamente.
Resta zitto per un po' e sospira. Poi dice: «Sai, non sarebbe male però.»
«Che cosa?» dico confusa. Oh. Non dirmi che intende...
«Sesso telefonico.»
Merda, lo sapevo. «È una cosa da matti, Hero.»
«Mhm, forse. Ma so che vorresti provare. Quanto ti manca da uno a dieci scopare?» Oh mio Dio, sono certa che ha un sorrisino stampato in faccia in questo momento.
Non rispondo.
«Okay, dieci. Lo sapevo, anche a me, comunque.»
Sbuffo. «Hero... inutile che fai così, non faremo proprio nulla per telefono.»
«Perché no? Qual è il problema?»
Mi mordo il labbro per cercare di non sorridere. Ha iniziato ad usare la voce nel modo in cui sa fare lui, mi fa impazzire quando parla in questa maniera.
«Non ti mancano le mie mani che esplorano ogni centimetro del tuo bellissimo corpo, eh piccola?»
Scuoto la testa, ma non può vedermi quindi resto zitta.
«Non ti mancano i miei gemiti quando mi scopi forte come sai fare tu e sentirmi dentro di te?»
Oh cazzo, sto iniziando a sentire caldo. E sto respirando più pesantemente.
«Le tue unghie che graffiano la mia pelle, lasciando il segno. Il mio respiro sul tuo collo...»
Okay. Adesso sono eccitata, e il mio respiro è più pesante di prima.
«Sei eccitata? Non mentire, perché lo capisco anche mentre sono dall'altra parte del mondo che lo sei. Non hai scampo con me» dice, sempre con quella sua voce seducente.
«Mhm mhm, può darsi» rispondo sincera, perché, come ha detto, non ho scampo con lui.
«Lo sapevo. Chiudi gli occhi. Ti dirò cosa fare.»
Non mi sono mai, e ripeto mai, toccata in vita mia. Non ho idea di dove mettere le mani.
«Hero... io non so—» inizio.
Ma mi interrompe. «Ti dirò io cosa fare e dove toccarti, ascolta quello che ti dico e fallo» ripete.
«Va bene.»
«Mi hai chiesto cosa farei se fossi lì con te, no?»
«Si» rispondo, mi manca il respiro.
«Bene... ti darò una risposta. Ti avrei stesa sul nostro letto e ti avrei baciata, ovunque.» Prende un respiro improvviso.
«Che stai facendo?» gli chiedo.
«Toccati, come sto facendo io.»
Oddio. Non posso credere che lo stiamo facendo davvero.
«Fai scorrere le tue dita dal collo...» ci pensa un attimo, «fino all'orlo delle tue mutandine.»
Inizio a fare come mi ha appena detto. Le mie dita snelle e sottili disegnano delle linee continue su tutto il mio corpo facendomi rabbrividire.
Continua: «Poi ti avrei tolto ogni pezzo di stoffa che hai addosso, e avrei osservato il tuo corpo.»
«Io avrei preso le tue spalle e ti avrei avvicinato a me, ti avrei baciato fino a restare senza aria.» Oh mio Dio, cosa ho appena detto?
«Si, piccola. A questo punto ti avrei detto di amarti» geme piano.
Le mie dita accarezzano il mio interno coscia, sono quasi tra le mie gambe quando mi faccio scappare un lamento di disperazione.
«Così, brava. Merda...» geme un'altra volta.
Dio, quanto mi manca.

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