3. where have you been?

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«Ma dove diavolo è?» gridai innervosita, frugando tra i post-it colorati dentro l'astuccio. Se la copertina del libro era rosa come potevo non mettere come tonalità dei segnalibri per segnare le pagine più importanti? Stavo cercando esattamente quello. Non trovavo la striscia di foglietti completa.

Svuotai completamente il recipiente, facendo cadere per terra qualche adesivo colorato, esaminando la mia scrivania colma di roba. C'erano almeno sei libri che volevo leggere, penne e colori ovunque per annotare le righe migliori. Non avevo il tempo di farlo, eppure avrei comunque letto tutto ciò che avevo scelto a costo di restare sveglia la notte. Il giorno seguente sarei dovuta andare a scuola e come idea non era delle migliori.
Il tempo vuoto era incrementato, ero tornata da due settimane e non avevo fatto niente di utile. Oltre ad essere andata a casa di Tyler, Kevin e Ryan, le mie giornate erano composte dal sentire i litigi dei miei fratelli per la playstation, i loro insulti per le partite di calcio quando giocava la nostra squadra del cuore, un'infinità di cibo, principalmente gli hot dog di papà.

Non avevo visto particolarmente i miei amici, sapevo fossero occupati. Provai un brivido quando ripensai al loro hobby, sempre se chiamarlo in quel modo fosse sensato. Erano stati solo fregati ed erano in trappola. Come potevano liberarsi dalla tana del leone se loro stessi volevano essere le prede?

Scossi la testa, concentrandomi su ciò che stessi facendo. Non dovevo pensare al peggio ogni volta dannazione.
Controllai attenta i colori, esultando quando trovai quello che volevo, completando la lista sulla pagina iniziale per ricordarmi cosa volesse dire ciascun post-it messo tra quelle parole.
Stavo per leggere una romanzo d'amore, non erano i miei preferiti, ero più sui fantasy con storie di coppie all'interno, ma amavo viaggiare dentro la mia fantasia e leggevo qualsiasi cosa. La mia mente si immaginava che un giorno potessi anche io provare quel tipo di sentimento. Delle farfalle nello stomaco quando avrei visto il ragazzo della mia vita, degli occhi che brillavano, dei pensieri su di lui, dell'affetto e dolcezza di ogni gesto. Per quanto lo volessi, pensavo di non essere in grado di tenerlo.
Sarebbe andato via come la mamma?

Scacciai immediatamente quei pensieri. Era colpa dell'ansia della scuola, lo sapevo. Affrontare una cosa nuova mi faceva innervosire più del solito.
Presi il libro, stendendomi comoda sul letto, rilassandomi a pieno e iniziando a immergermi nella lettura o almeno ci provai. Un esemplare idiota di Thomas, mi arrivò dritta addosso. Il libro finì sul pavimento e mio fratello mi schiacciò col suo peso come se niente fosse.

«Ma sei completamente fuori di testa?» provai a spostarlo, con scarsi risultati. Non era facile dato le sue braccia a tenermi stretta. Era una sottospecie di abbraccio il suo? A me stava solo togliendo aria per respirare.

«Thomas!» urlai esasperata, ritrovandomi solo la sua risata come risposta. Fortunatamente mi ascoltò poco dopo, mettendo le braccia ai lati del mio corpo per non schiacciarmi. I suoi occhi uguali identici ai miei, mi stravolsero.

«Ciao fiocco di neve» mi stampò un bacio sulla guancia, scompigliandomi i capelli già disordinati di loro.

«Buongiorno Thommy, grazie per il tuo affetto traumatico» gli diedi un colpo con la mano dietro la testa.

«Si sa che ne vuoi ancora» rise. Aveva un sorriso da togliere il fiato. Simile a quello di papà. Era sicuramente un donnaiolo come lui, pur non avesse portato nessuna ragazza a casa, stessa cosa per James, lui era più per una a caso la notte e tanti saluti. Ben voleva qualcosa di serio invece, nelle nostre mura era passata solo una giovane ragazzina, che poi si era trasferita per il lavoro del padre. A quei tempi ero piccola e non mi ricordavo nemmeno il nome, vagamente sapevo solo che fossero durati alcuni anni, finché lei non era partita per l'Argentina con un biglietto di sola andata.

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