6. falls within the norm, not too accidental

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Quella mattina mi svegliai con ancora mille pensieri per la mente, avevo dormito poco e mi stava scoppiando la testa. Mi capitava parecchie volte, la stanchezza faceva sempre lo stesso effetto. Restare sveglia per i propri incubi era una vera e propria fregatura. Non si poteva mai scappare. Si ritornava in un modo o nell'altro dentro quel circolo. Anche se si provava a chiudere gli occhi e staccare la spina, c'era sempre una parte che voleva il dolore, lo chiamava e lo faceva entrare. L'umanità era così stupida da volerlo? Era vero che si cercava? Che si voleva soffrire per vivere?
Che cazzate.

Mi rigirai nel materasso, sentendo il profumo di Tyler innondarmi i polmoni. Era buono, erano le mani pregiate di Carmen. La mamma dei Carter, ormai anche la sua. L'aveva cresciuto, amato e fatto sentire a casa, cosa che nessuno aveva mai fatto. Sapevo che con loro era felice e io non potevo provare nulla di meglio.

Rivolsi i miei occhi verso la figura addormentata del mio migliore amico. Era adagiato sul cuscino, sembrava rilassato e tranquillo, non gli turbava nulla. Il male non era arrivato da lui e ciò mi bastava. Di notte non si era mosso, tranne per abbracciarmi e farmi sentire più al sicuro. In quelle mura non avevo nessun tipo di timore. Mi avrebbero protetta per tutta la vita. Tyler, Kevin e Ryan erano i miei angeli.

Mi sedetti piano, stiracchiandomi stanca, facendomi fuoriuscire uno sbadiglio dalle labbra. Tyler era dannatamente bello. Aveva tutti i capelli spettinati, che gli ricadevano sulla fronte, non potei non fargli una foto e metterla come nuovo sfondo della nostra chat. Ridacchiai, sistemandogli il ciuffo distrattamente. Il suo corpo, coperto solamente da dei pantaloncini corti di una tuta azzurra, si mosse accanto a me. Si stava svegliando.
Continuai ad accarezzargli il viso, trasmettendogli la mia presenza accanto a lui.

«Nana, se mi svegli tutti i giorni così, rischi di viziarmi» era di buonumore. Cosa che non mi sfuggì. Non ci avrei scommesso pochi attimi prima.

«Beh, calcolando che ormai dormo più con voi che a casa mia è logico» abbozzai un sorriso, sentendomi tirare verso di lui. Appoggiai la testa sul suo petto, ascoltando i battiti regolari del suo cuore.

«Vuoi anche paragonarlo?» mi diede un bacio sulla cute con dolcezza.
Non sentirai altro dolore, ti proteggo io.

«Penso proprio di no. Con voi è tutto facile»non trovavo nemmeno le giuste parole per descriverli.

«Perché siamo a casa» mi guardò. «Isabelle sei stata la miglior cosa che ci potesse capitare forse tu non te ne rendi conto» aggiunse, sfiorandomi una guancia con i polpastrelli.

«Credimi, è la stessa cosa per me. Mi avete ridato l'opportunità per vivere e uscire dal buio» erano stati il paradiso, la guida per arrivarci e restarci.
Il suo sorriso si ingrandì, stringendo la presa sul mio corpo.

«Non andartene mai, non potrei sopportarlo»

«Te lo prometto, anche se l'ho già fatto almeno mille volte» ero sicura di mantenere quel giuramento fino alla fine dei miei giorni.

«Ogni tanto non fa male sentirselo dire ancora» scrollò le spalle, scostandosi la coperta. Si voleva alzare.
Mi liberai dalle sue braccia, mettendomi in piedi.

«Dici che Kevin e Ryan sono già svegli?» gli domandai, infilandomi una sua felpa che mi aveva passato. La serranda alzata della finestra, portava freddo, causato dal vento.

«Mi hanno svegliato per le urla, stavano litigando. Tu non li hai davvero sentiti?»

«In realtà no» ero così persa nel mio mondo?

«Dovresti andare a fare una visita dall'otorino, oltre che bassa sei pure sorda» appoggiò un braccio sopra la mia testa per prendermi in giro.

«Queste battute super divertenti da dove ti sono uscite brutto idiota?» lo spostai, cercando di incamminarmi fuori dalla sua stanza, ma le sue mani sui miei fianchi mi fecero scontrare col suo petto. Appoggiai le mani sui suoi pettorali, alzando il viso verso il suo. I suoi occhi presero possesso dei miei.

Fragments Of HeartWhere stories live. Discover now