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Uscire, andare alle feste, ballare sentendo tutta l'adrenalina nel corpo

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Uscire, andare alle feste, ballare sentendo tutta l'adrenalina nel corpo. Mangiare alla prima bancarella che trovi assaggiando cibi mai provati prima d'ora come se per tutto questo tempo avessi vissuto in altri posti o rinchiuso in una casa senza via d'uscita. Sedersi davanti alla finestra con i piedi all'infuori ad osservare l'alba mentre rifletti su come sia possibile una bellezza del genere e quante bellezze ancora sono nascoste nel mondo.
Tutto ciò però farlo con la persona che ami, con la quale ogni giorno lotta per sé stessa ma anche per me, impegnandosi a rendere le nostre giornate migliori.
Viene ogni mattina a lavoro giocando e dopo salutandomi con un bacio non imbarazzandosi più degli sguardi degli altri. Mi prepara da mangiare i suoi piatti preferiti e quando ho tempo libero cuciniamo assieme prendendoci gioco uno dell'altro.
Tutti questi momenti di tranquillità sembravano un tempo quasi impossibili da raggiungere o qualcosa di troppo lontano, ma eccomi qui con una mente in cui in essa non esiste più la paura.
Ho smesso di preoccuparmi da tempo, iniziando semplicemente a vivere il presente, ogni singolo momento desiderando che fosse eterno.

I miei genitori per quanto continuavano a chiamarmi non fui fino ad ora in grado di rispondere. Le loro parole mi risuonano in mente come se dovessi attribuirmi delle colpe per la mia esistenza.
"Va tutto bene Kookie." una frase che mi ritorna in mente ogni volta che sto per crollare in lacrime al loro pensiero.
Siamo ad ottobre, il mese del compleanno di Jimin. Mi ha detto che non l'ha mai festeggiato, per cui oggi mi sono occupato di tutto io.
Entro in auto osservando due biglietti per l'Italia sorridendo come un matto. Non ho mai viaggiato prima d'ora e nemmeno lui. Il suo sogno è sempre stato visitare quel paese con una cultura meravigliosa da offrire in tutti i campi.
Sono stato messo davanti ad una difficile situazione tra il scegliere Giappone o Italia, ma poi ho mescolato le carte ed è uscita fuori quest'ultima e senza pensarci sono andato a prenotare per una settimana non riuscendo a stare di più a causa del fatto che Jimin deve prepararsi per una gara di danza.

In questi giorni si è allenato parecchio non fermandosi nemmeno un po. Continuava a dire di avere un motivo molto grande per continuare ed è quello di vedermi essere fiero di lui, nonostante gli avessi ripetuto varie volte che lo ero già ed anche abbastanza.

Rientro in casa silenziosamente andando nella stanza degli ospiti e nascondendo i biglietti qui avendo paura che Jimin casualmente possa trovarli nella nostra stanza. Dopodiché esco e vado ad abbracciarlo di dietro facendolo sussultare dalla paura, mentre è intento a preparare i pancake.
"Kook dove sei stato di prima mattina?" mi chiede baciandomi le labbra. Vado a sedermi in uno sgabello di fronte gustandomi gli amati pancake.
"Avevo delle cose veloci da fare. Vuoi che ti accompagni agli allenamenti Jim?" mi chiede.
Non ha il tempo di rispondere che il mio telefono squilla e compare "ospedale" facendomi tremare un po all'interno.
"Pronto?"
"Salve signor Jeon, vorremmo ricordarle del suo appuntamento di questo mese visto che lo scorso l'ha saltato." e vorrei anche saltare questo, ma se Jimin lo scoprisse se la prenderebbe parecchio con me. Rispondo in modo affermativo che sarei venuto e chiudo la chiamata.
"Dove eravamo?"
"Jungkook chi era, perché hai cambiato espressione così velocemente...Va tutto bene?"
"Non preoccuparti era solo il lavoro." mento non volendo rovinare la nostra mattinata. Lui annuisce iniziando a raccontarmi di come alcuni dei suoi compagni siano molto lenti negli allenamenti.

E per quanto io provi a concentrarmi in ciò che pronuncia, non faccio altro che osservare il calendario posto di fronte a me che mi ricorda che ormai il mio tempo su questo mondo, giorno dopo giorno stia volando. E su come il ragazzo vicino a me si ritroverà di nuovo solo.

25 years (JIKOOK) Where stories live. Discover now