𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓

761 41 13
                                    

Quando la mattina arrivò e gli uccellini si appoggiarono sul davanzale di Louis, si svegliò di colpo e iniziò a guardarsi intorno disorientato. La sua attenzione cadde sulla scrivania su cui era mezzo sdraiato. All'improvviso si accorse del dolore al suo collo e la piccola macchia di saliva sul libro. Guardò l'orologio per vedere che erano le sette e mezza. Pensò che duemila parole non erano poi così lontane da tremila. Beh, era solo la sua opinione. 

Scrisse una conclusione e ripose il tema nello zaino, prima di alzarsi e andare in bagno per farsi una doccia e stirare i muscoli, i quali stavano iniziando a far male dopo una notte passata a dormire sulla sedia.

"Lou." Chiamò qualcuno facendogli fare un salto e controllare che nessuno fosse entrato nel suo appartamento. Era nudo dopo tutto. Realizzò poi che era la voce di Harry e tornò in camera.

"Harry?" Chiese.

"Yay, sei sveglio. Allora ho un piccolo problema" Disse. Louis ridacchiò. "Non quel tipo di problema pervertito."

"Hey!" Si lamentò Louis nonostante avesse un sorriso stampato in volto

"Torno a casa giovedì sera e non sarò di ritorno fino a sabato mattina, posso fidarmi di te e lasciarti dar da mangiare al gatto, o riesci a uccidere anche lei?" Chiese Harry, Louis sbuffò.

"Non ucciderò il tuo gatto!" Sospirò. "E certo che gli darò da mangiare, perché non può farlo Liam però? Chiese pensosamente, Louis credeva che se Harry si fidasse di qualcuno, doveva essere lui.

"Ha il suo allenamento da pompiere o quel che è per tutta la prossima settimana, è a Liverpool." Rispose. Ecco perché aveva chiesto a Louis.

"Okay ma il tuo gatto non cercherà di uccidermi, vero?" Chiese Louis facendo una smorfia, si ricordò di quella volta in cui il gatto dei vicini era saltato dall'albero sulla sua testa. Ha ancora una cicatrice sulla schiena per commemorare quel gatto.

"No, ma potrebbe coccolarti fino allo sfinimento." Rise Harry.

"Fantastico, okay quindi da giovedì?" Controllò Louis. 

"Da giovedì." Confermò Harry. 

"Okay ma ora vado nella doccia, sono nudo e fa freddo." Rispose Louis.

"Che immagine incantevole." Ridacchiò Harry.

"Non sai neanche come sono fatto." Gli ricordò Louis. "Quindi non puoi avere una cattiva immagine in testa."

"Questo è vero." concordò Harry.

"Ci sentiamo dopo." Ghignò Louis. Le sue conversazioni con Harry gli piacevano ogni giorno di più. Harry era divertente e intelligente, bravo a scambiare due chiacchiere eppure sentiva come se potesse fidarsi di lui anche per altre cose.

"Sì, certo." Rispose Harry, Louis sorrise tra sé e sé prima di canticchiare e dirigersi nel bagno e farsi una doccia.

Quando arrivò a lezione, Louis era cinque minuti in ritardo e si stava impanicando. 
E se tutti lo fissassero mentre entrava? Avere gli occhi di tutti addosso non era qualcosa che volesse accadesse. Eppure aveva in mano il suo tema e dire che stava tremando per il suo destino imminente era un eufemismo.

Decise di stringere i denti e andare in classe. Arrossì appena tutti lo fissarono. Il suo respiro si velocizzò, tirò fuori il compito dal suo zaino e lo sbatté sulla scrivania prima di sussultare e correre via dalla classe, sbattendo la porta. 

Ebbe lezione di nuovo l'indomani, si presentò 5 minuti prima e ignorò le risatine delle persone. Harry gli aveva suggerito di comportarsi come se niente fosse successo, quando si era lamentato su quanto la classe pensi sia pazzo. Harry gli aveva fatto notare che Louis era pazzo ma era questo che lo rendeva interessante. Louis non era d'accordo però non lo disse. Lui non pensava fosse affatto interessante. 

thin walls [larry stylinson] || italian translation Where stories live. Discover now